Radio Rete Italia Melbourne – Carpino Folk Festival – Associazione Transtv
Festival Pietre che Cantano – Ichnos Network HD – Festival del Cinena Europeo di Lecce
presentano
Da Carpino a Melbourne per il Centenario di Jules Dassin
Due appuntamenti tra l’Italia e l’Australia In occasione del centenario della nascita del regista e attore Jules Dassin.
Autore di “Rififi”, “Topkapi”,, “La Citta Nuda” e “Mai di Domenica”.
Domenica 18 Dicembre, giorno dell’anniversario, a partire dalle ore 19.00, a Carpino nel Gargano, è prevista l’innaugurazione del nuovo restiling del Bar de Bergolis, con gli arredi dell’epoca, il 1957, delle riprese del Film “La legge”, e una mostra permanente di immagini estratte direttamente dal film.
Lunedi 19 Dicembre dalle 19.00 alle 20.00 a Melbourne in Australia, (9 del mattino in Italia) trasmisssione speciale sul Centenario di Jules Dassin in onda su Radio Rete Italia. In studio il direttore dell’emittente Ivano Ercole e Joseph Caputo Presidente dell’Aurity per le Comunità Etniche dello Stato di Victoria. Sono previste telefonate e collegamenti con l’Italia, e contributi registrati, con numerosi interventi di critici, registi e attori; ed anche uno spazio di “teatro radiofonico” dove l’attrice Valeria Ferrario interpreterà stralci dall’autobiografia di Melina Mercouri: “I was born greek”.
Scenografia principale de “La legge”, che è un gioco tradizionale del Gargano sui “ruoli del potere”, fu proprio la Piazza del Popolo di Carpino, dove il bar storico de Bergolis si affaccia. E’ previsto un rinfresco l’intervento di “zio Carlo Sacco”, una delle comparse carpinesi del Film che racconterà della sua esperienza. Un collegamento skype permetterà saluti e interventi da parte di chi non potrà essere presente perché lontano. Della serata di Carpino al Bar de Bergolis nella diretta telefonica dl giorno dopo. Il Carpino Folk Festival è impegnato da anni nella ricerca degli (ex) ragazzi che parteciparono al film, e che hanno continuato la loro esistenza all’estero e forse proprio in Australia. Il talk show radiofonico sarà l’occasione per parlare di Dassin e della sua emigrazione dagli Stati Uniti al Mediterraneo. della sua capacità di alternasi tra Cinema d’autore e realistico a realizzazioni capaci anche di grandi successi commerciali. Fino ad un Film come “Mai di Domenica” veicolo di una delle canzoni più di successo al Mondo come “I ragazzi del Pireo”, e che verrà ripresentata dalle antenne di Rete Italia nelle bizzarre versdioni di Simon Harris, Nobraino e Cleveland Watkiss, dal “Live” di Pietre che Cantano edizione 2010 dedicata al 50° di “Never on sunday”. La scelta Dassin di vivere in Grecia a fianco di Melina Mercouri, non fù solo amore o convergenza artistica, ma li vide lottare insieme per riportare i “Marmi del Partenone” dal British Museum in Grecia. Facile sarà sconfinare anche nell’attualità, visto che in Australia e presente una grande Comunità proveninete dalla Grecia. Paese che in questi ultimi mesi è diventato il paradigma europeo, ed italiano, della peggiore delle minacce: “Il Baratro“. Cosa direbbero della Grecia di oggi Melina Mercouri e Jules Dassin se ci fossero ancora?
1911-2011 Memorial Jules Dassin
18.12.2011 Melbourne (AUS) Radio Rete Italia, h.19.00
Oggi, nell’Europa che discute della crisi economica dei suoi Stati, la Grecia è associata alla metafora del Baratro. Nessun Paese vuol finire come la Grecia. Nessun Paese vuole precipitare nel Baratro!
E pensare che è il Paese dove sona nate la Democrazia e la Filosofia. Per alcuni americani è diventato la meta dove trovare una più vera Libertà, dove ridare senso alla vita e alle emozioni.
Uno di questi “americani” era Jules Dassin, regista cinematografico con una importante carriera già avviata ad Hollywood. Il 18 dicembre ricorre in centesimo anniversario della sua nascita. E morto pochi anni fa, nel 2008. In Grecia. La sua compagna di vita Melina Mercouri er morta nel 1994. Una grande storia d’amore, ed un grande sodalizio artistico e politico. Melina e Jules hanno dedicato gli ultimi decenni della loro vita alla battaglia che ha come obiettivo il riportare ad Atene i favolosi Marmi del Partenone, ancora oggi in possesso del British Museum. Ricordare Dassin e Melina è ricordare un pezzo importante del XX secolo. Jules, figlio di ebrei russi trasferitisi in USA debutto come attore da ragazzo nel Teatro Yddish e, come diversi registi del suo tempo entrò nella “Lista Nera” della Commissione McCarty.
Il Festival Pietre che Cantano, Il Carpino Folk Festival, l’Associazione Transtv e il Festival del Cinema Europeo di Lecce vogliono ricordare Dassin nel giorno del suo centesimo compleanno attraverso Radio Rete Italia di Melbourne. Con uno speciale radiofonico con testimonianze, ricordi, brani sonori dei film, ed estratti musicali dal tributo che il Festival “Pietre che Cantano” ha dedicato lo scorso anno alla canzone “I ragazzi del Pireo”, la “Oscar Song” del Film “Never on Sunday – Mai di Domenica” considerata una delle 20 canzoni più famose del Mondo. Ed il caso ha voluto che il centesimo compleeanno di Dassin capitasse proprio di Domenica. Il programma prevede contibuti e collegamenti in diretta con l’Italia, dove saranno le 9 del mattino. Ed in particolare con Carpino, da dove verrà ascolata la voce di anziani carpinesi che parteciparono come figuranti, nel 1956, al set del Film “La legge”. Era la prima volta che approdava in Puglia un film con uno straordinario cast internazionale: Ives Montand, Gina Lollobrigida, Melina Mercouri, Marcello Mastroianni, Pierre Brasseur e Paolo Stoppa.
Sono previsti interventi, tra gli altri, dei critici cinematografici Roberto Silvestri, e Silvana Silvestri, del regista e studioso Angelo Amoroso d’Aragona, dei registi Luigi Di Gianni e Cecilia Mangini. Gli ultimi tre sono tutti, non a caso, impeganti sul fronte del Documentario, affascinati proprio dallo straordinario e personale modo di Dassin di “trattare” il Realismo. La Mangini, già collaboratrice di Pier Paolo Pasolini ed Ernesto De Martino, fu redattrice di un libro proprio sul Film “La Legge”, l’esperienza italiana di Dassin. E’ prevista una lettura di un estratto dal libro autobiografico di Melina Mercouri “I was born greek” da parte dell’attrice Valeria Ferrario.
Il Centenario di Dassin è un pretesto prezioso e affettuoso per riempire i “vuoti di memoria” un po’ di tutte le generazioni. La scelta dell’Australia non è casuale, così ricca di emigrazione greca e con una importante presenza dal Gargano. Proprio nei giorni scorsi il Consolato Greco di Melbourne è stato oggetto di un atto vandalico di giovani manifestanti neo-anarchisti. Forse per evitare “contestazioni estreme” dei Governi dovrebbe svilupparsi più curiosità per i Popoli. Ma la Grecia ha oggi grandi difficoltà economiche nel “raccontarsi”, ed è un problema per tutto il Mediterraneo. E’ vero, bisogna conoscere il Passato per cambiare il Futuro. Quando il Cinema riesce a produrre esperienze emotive dense, tanto quanto è denso e carnale il desiderio di Libertà, tanto quanto pesano il lavoro, la sofferenza e gli amori veri nella vita delle donne e degli uomni, allora anche il Cinema diventa memoria importante. Diventa Cultura che costruisce la Civiltà del Tempo. Ricostruire e ricordare aiuta a definire l’identità culturale, e tutti i perché, di quei perché, del come siamo cosi oggi.
di Sergio Torsello
direttore artistico del Festival La Notte della Taranta
“La taranta pizzica ancora, ma il suo morso fa fare salti di gioia”. Con questa battuta fulminante, capace di condensare in poche righe un intero universo di senso e al tempo stesso un radicale mutamento di paradigma, l’antropologo Marino Niola apriva nell’estate scorsa sul “Venerdì” di Repubblica una raffinata riflessione a cinquant’anni dalla pubblicazione del libro più noto di Ernesto De Martino, La Terra del rimorso. Questa severa monografia antropologica, a lungo ignorata nel panorama accademico italiano, agli inizi degli anni ’90 è diventata una potente risorsa simbolica cui si sono ispirate nuove pratiche reiventive di tradizioni locali da tempo in disuso (come la musica e la danza), dando origine ad uno dei fenomeni socioantropologici più interessanti tra quelli emersi sulla scena mondiale negli ultimi quindici anni. Un movimento giovanile informale, fluido, “interstiziale”, come lo definisce Piero Fumarola, ha individuato proprio nella musica tradizionale una via privilegiata per un nuovo senso di appartenenza e un ritrovato amor loci trasformando in breve il Salento in una sorta di “patria culturale”, un esempio da imitare nel campo della valorizzazione dei patrimoni tradizionali. La stessa Notte della Taranta, l’evento più eclatante di questo fermento culturale, non solo nasce in questo contesto appena accennato, ma addirittura ne costituisce il prodotto più emblematico. Non è il caso in questa sede di ripercorrere la storia di un fenomeno sul quale esiste ormai una abbondante letteratura (locale e accademica). Ma alcuni dati oggettivi vanno almeno sottolineati. Tra i tanti meriti del “movimento” che sostiene il revival salentino della pizzica uno mi sembra particolarmente importante, quello di aver aperto un dibattito ( talvolta anche acceso ) su un tema cruciale: l’”uso pubblico della cultura popolare”, per usare una felice espressione di Fabio Dei, ossia “l’uso della cultura popolare all’interno di politiche territoriali di tutela e valorizzazione del patrimonio etnografico e delle identità locali”. A distanza di anni, tuttavia, gli esiti di quel dibattito sono ancora aperti, non si sono tradotti com’era logico attendersi in un nuovo linguaggio e in una nuova pratica politica capace di valorizzare gli aspetti positivi di tali processi, pensiamo su tutti alla domanda di tutela dei “beni comuni” emersa con forza in questi anni nelle pratiche politiche adottate dal “movimento” (la cura delle risorse naturali e del patrimonio culturale, ma aggiungerei anche la memoria e il sapere critico come suggerisce il recente bel “manifesto” dei beni comuni di Ugo Mattei). Molti importanti risultati sono stati raggiunti in questi anni in termini di marketing territoriale, di ricaduta economica, di creazione di nuovo capitale sociale, e certo non sono mancati ingenti investimenti pubblici a favore dei grandi eventi di spettacolo come la Notte della Taranta e, sia pur in misura minore la Focara di Novoli, la Festa di San Rocco a Torrepaduli, il Folk Festival di Carpino sul Gargano. Ma paradossalmente la cultura popolare sembra oggi quasi espunta dal dibattito locale. Rimane l’unanime riconoscimento dell’importanza dei grandi attrattori turistici. Ma il ruolo del patrimonio tradizionale, nel quadro delle politiche della cultura locali,che pure nel corso degli anni si era guadagnato uno spazio di riconoscibilità pubblica, sembra oggi relegato in una posizione più defilata, se non addirittura marginale. Questa proposta di legge di tutela della musica di tradizione orale pugliese contiene dunque molti motivi di interesse. Se da un lato colloca la Puglia al livello delle più avanzate esperienze legislative regionali in materia di tutela dei patrimoni immateriali, dall’altro sposta il focus dell’attenzione dalle iniziative di spettacolo alle attività di ricerca e documentazione ponendosi di fatto come una nuova opportunità di dialogo tra il mondo istituzionale e il multiforme universo degli operatori di settore.
In questa nuova fase infatti alle istituzioni locali spetta un compito fondamentale di connessione, di facilitazione e di sostegno non solo alle eccellenze emerse in questi anni ma anche alla pluralità dei soggetti impegnati nel settore. Solo così, forse, la fertile primavera pugliese, nella quale tanta parte ha avuto il movimento di riscoperta della musica tradizionale salentina, non si risolverà in un’altra bruciante occasione mancata.
Figli di una comunità ormai nota anche fuori dall’Italia. Ricercatori della memoria orale, fatta di storie e di Storia. Suonatori e divulgatori della tradizione. È tutto quanto ruota attorno all’espressione Carpino Folk Festival, associazione culturale nata ufficialmente quindici anni fa, ma che trae vita da un lavoro lontanissimo, di enorme qualità culturale.
Canti e suoni della tradizione di Carpino (Edizioni Kiurumuny, 2011) è il doppio disco compendiato da un libro che mette insieme tutto il lavoro svolto fino a questo momento, dalla ricerca, alle registrazioni, ai canti e ai testi della tradizione della musica di Carpino. Giovedì 8 dicembre, festa dell’Immacolata, alle ore 19.00, nello spazio live della Libreria Ubik di Foggia avrà luogo la presentazione ufficiale di questo intenso lavoro, durante una serata di festa condita anche da ottima musica, rivolta a tutti appassionati del genere.
La cura del lavoro oggetto della presentazione è firmata da Pio Gravina ed Enrico Noviello, ma sono molti i protagonisti che ne hanno fatto (e ne fanno) parte, come testimoniano i due Cd, contenenti molte registrazioni storiche, interviste d’epoca e ben 35 brani di questa straordinaria tradizione musicale e culturale. Oltre a Gravina e Noviello infatti, in libreria saranno presenti il Presidente dell’associazione culturale Carpino Folk Festival, Michele Ortore, l’editore Luigi Chiriatti e il cantatore di Carpino Maich Maccarone. Il coordinamento dell’incontro è affidato all’autrice Roberta Jarussi. Al termine della serata, una degustazione d’olio d’oliva a cura dell’Azienda Agricola Ortore.
Canti e suoni della tradizione di Carpino (Edizioni Kurumuny, 2011; Cd doppio con libretto, 80 pagine; € 15). Un impegno ideale, culturale, di ricerca e di metodo, concentrato in suoni, come indica il titolo stesso. In musica e tradizione proveniente da Carpino e da quell’ampio ventaglio di insediamenti distribuito intorno al lago di Varano, lungo la strada che attraversa Capoiale, San Nicola di Varano, Cagnano Varano, Ischitella, Vico del Gargano, fino a Rodi Garganico, in posizione rialzata e panoramica sul Poggio Pastromele. A raccontare – e spiegare – tutto l’immenso patrimonio sonoro concentrato nel doppio Cd, un libretto ben suddiviso in capitoli specifici, ciascuno incentrato su una questione particolare. Che cos’è la tradizione? Di quale tradizione si parla? Da dove arrivano i suoni? Quali sono le principali differenze stilistiche ravvisabili tra i vari brani? Che tipo di lavoro di ricerca è stato compiuto? A queste e ad altre domande, gli autori e i cantori stessi dell’associazione culturale Carpino Folk Festival, hanno risposto con precisione e dovizia di particolari. Il lavoro concentra molte pubblicazioni precedenti e testimonia il presente di una comunità, la quale ha dalla sua l’esperienza sessantennale di etnomusicologi e ricercatori di rilievo, come Ettore De Carolis, Roberto Leydi e Diego Carpitella, unita all’apporto di nuove voci di oggi e di domani, come i due curatori Enrico Noviello e Pio Gravina.
Da qualche giorno il portale ufficiale del Carpino Folk Festival è tornato online rinnovandosi ed introducendo una nuova sezione dedicata all’acquisto del doppio cd prodotto quest’estate dall’associazione:
“Canti e suoni della tradizione di Carpino”
Per perpetuare la crescita in coscienza della comunità e per ritessere i fili della propria memoria può essere utile raccogliere in un unico supporto digitale le voci testimonianti il repertorio ricchissimo di Carpino: Nunzia D’Antuono, Michele Maich Maccarone, Matteo Scansuso, Carlo Trombetta, Michele Di Giacomo, Angela Sacco, Maria Di Perna, Maria Vittoria Sacco, Nicola Di Perna, Andrea Sacco, Rocco Antonio Sacco, Rocco Valente, Antonio Piccininno.
Il doppio cd si può acquistare a questo link, (verrà spedito al vostro indirizzo)
I diversi timbri, modi di cantare, dialetti, colori, le diverse danze e le splendide voci, che hanno facce da giovani ma che sembrano portatrici di un passato dai contorni mitici, parlano per l'occasione una sola lingua, quella pugliese, con il chiaro intento di cercare e creare un'identità comune nella modernità.
Nel mese di giugno 2011 a Vieste saranno girate una parte delle scene di "Il generale dei briganti", nuova fiction TV diretta da Paolo Poeti e prodotta dalla Ellemme Group per la prima serata di Rai 1.
Protagonista della miniserie in due puntate sarà Daniele Liotti nei panni di Carmine Crocco, storico capo dei briganti lucani che contribuirono in maniera determinante all’Unità d’Italia, schierandosi a fianco di Garibaldi.
Per figuranti e comparse, la produzione sta cercando donne e uomini di età compresa tra i 18 e i 60 anni dalla fisionomia mediterranea.
I casting si terranno:
28 maggio 2011 – Foggia – Teatro dei Limoni (via Giardino 21) – dalle ore 10,30 alle ore 19.
29 maggio 2011 – Foggia – Teatro dei Limoni (via Giardino 21) – dalle ore 15,30 alle ore 19.
30 maggio 2011 – Vieste – Fever Dance Accademy (Via Dante Alighieri 29/F) – dalle ore 10,30 alle ore 16.
31 maggio 2011 – Vieste – Fever Dance Accademy (Via Dante Alighieri 29/F) – dalle ore 10,30 alle ore 16.
Chi intende partecipare deve essere munito di fotocopia del documento d'identità e codice fiscale.
Per maggiori info.:
Lello Petrone
pugliacasting@gmail.com
– A tutti i cittadini di Carpino
– Ai titolari di locali pubblici e di attività commerciali
– Al senso civico dei più giovani
"Il Carpino Folk Festival ricopre un ruolo importante nella scena musicale della Puglia. Si tratta di un evento fantastico, dove stare tra il pubblico è meraviglioso cosi come esibirsi sul palcoscenico.
Da oltre 15 anni è un evento portatore di valori, di legami con il territorio, di passione, tradizione, identità e credibilità.
E' nato a Carpino il primo grande festival pugliese della musica popolare e delle sue contaminazioni.
Quest'anno l'Associazione organizzatrice ha davvero bisogno del sostegno di TUTTI per assicurare che uno dei più grandi eventi del suo genere dell'Italia del sud possa continuare a fornire un'esperienza superiore ai tanti altri festival patacca!
La motivazione a sostenerci può essere la passione per la musica, il desiderio di preservare un evento culturale che alimenta la nostra economia e l'industria del turismo culturale della Puglia, o la consapevolezza che i giovani, i talenti e i nostri visitatori continuano a vivere il festival cosi com'è stato concepito, ossia come una grande festa popolare.
Ci sono molti modi per sostenerci, in particolare attraverso:
– Donazioni – per essere un importante sostenitore
– Contributi – per essere partner e co-generatore dei nostri eventi e dei nostri risultati
– Sponsorizzazioni – per associare il festival e gli spettacoli del singolo artista alla propria azienda/istituzione che ne ha permesso la realizzazione.
Le donazioni e i contributi possono essere effettuati autonomamente tramite
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– bonifico bancario intestato a "Associazione Culturale Carpino Folk Festival" – IBAN: IT32 V088 1078 3300 0002 0009 201 (Banca Credito Cooperativo Agenzia di Carpino – x i carpinesi nel mondo il codice SWIFT o BIC: ICRAITRRMIO);
Nella causale scrivere "Nome Cognome sostiene il CFF"
Le donazioni superiori a 10,00 € che perverranno entro il 15 luglio 2011 verranno citate in apposita sezione dei 5000 books 10×21 del festival.
Per i contributi restiamo disponibili ad ogni eventuale documentazione da produrre.
Attenzione: non consegnate soldi in contanti a nessuno li chieda per il Carpino Folk Festival!
Per le sponsorizzazioni, non vi offriamo un mero acquisto di spazi, come altri, ma una creazione congiunta di opportunità per le quali siamo pronti ad ascoltare le vostre proposte.
Tuttavia, in attesa delle stesse, per passare immediatamente al concreto, con azioni che possono sostenere la promozione la diffusione e consolidamento del vostro brand vi proponiamo i nostri pacchetti pubblicitari innovativi e soprattutto fortemente visibili tra i giovani, i lavoratori e le imprese che hanno nel proprio territorio il vero patrimonio.
(A seguito della vostra scelta formalizzeremo il tutto con regolare contratto di sponsorizzazione e fatturazione.)
Per divulgare, in maniera diffusa e capillare, le attività, i servizi e le Vostre opportunità sul territorio pugliese.
# Pacchetto A = 9 mila euro + iva
– Rendere visibile “Azienda/Prodotto" dello SPONSOR nella piazza del concerto
– Inserire il logo “Azienda/Prodotto" dello SPONSOR sui 10.000 volantini A5 del festival
– Inserire il logo “Azienda/Prodotto" dello SPONSOR sui 5.000 flayer 14×21 (2 ante) del festival
– Inserire il logo “Azienda/Prodotto" dello SPONSOR sul sito web ufficiale del festival www.carpinofolkfestival.com e nella community di facebook del festival www.facebook.com/cffestival
– Inserire il logo “Azienda/Prodotto" dello SPONSOR nella cartella stampa del festival su tutti i comunicati stampa che verranno lanciati per promuovere il festival insieme al banner dedicato agli enti istituzionali.
– Inserire il logo "Azienda/Prodotto" dello SPONSOR sullo sfondo delle interviste ufficiali e della conferenza stampa
Per garantire un'informazione visibile e trasparente sulle possibilità offerte dall'"Azienda" e dalle sue "Attività/Prodotti"
# Pacchetto B = 15 mila euro + iva
– Esporre il logo “Azienda/Prodotto" dello SPONSOR sulle 2 torri del palco del festival
– Inserire il logo “Azienda/Prodotto" dello SPONSOR sui 1000 manifesti 70×100 della XVI edizione
– Inserire il logo “Azienda/Prodotto" dello SPONSOR e breve testo (60 caratteri spazi inclusi) nella grafica degli spazi pubblicitari programmati su un quotidiano Nazionale (2 uscite – 15 moduli)
– Mettere a disposizione dello SPONSOR 2 pagine dei 5000 books 10×21 (2 ante 24 pag.) del festival per la proprio comunicazione e promozione.
# Pacchetto A + B = 22 mila euro + iva
Per ciascuno dei pacchetti A, B e A+B è inclusa la possibilità dello SPONSOR di distribuire prodotti promozionali e gadget dello SPONSOR medesimo durante il festival.
# Azione C = Mettere a disposizione uno Stand nella Piazza dei concerti per la promozione/vendita dei prodotti dell’azienda dello SPONSOR, esclusi quelli alimentari, Inserire il logo “Azienda/Prodotto" dello SPONSOR sui 10.000 volantini e sui 5.000 flayer = 2000,00 + iva
# Azione D = Mettere a disposizione dello SPONSOR 2 pagine dei 5000 books del festival per la proprio comunicazione e promozione = 1.000,00 + iva
# Azione E = Inserire il logo “Azienda/Prodotto" dello SPONSOR sui 10.000 volantini e sui 5.000 flayer = 800,00 + iva
# Azione F = Inserire il logo "Azienda/Prodotto" dello SPONSOR nella pagina dedicata agli SPONSOR sui 5000 books del festival = 500,00 + iva
Comunque decidete di sostenere la nostra attività, sappiate che il vostro contributo è molto apprezzato.
Ogni erogazione è per il festival molto importante.
Carpino li 23 maggio 2011
Associazione Culturale Carpino Folk Festival
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Sul Web: http://www.carpinofolkfestival.com/
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Telefono: +39 0884 326145
Mobile: +39 360512842
info@carpinofolkfestival.com

Senza curiosità non ci può essere passione, e nel nostro caso la passione è musica, è cultura.
Da un semplice rimbalzo di link sul popolare social network facebook siamo arrivati ad intervistare Francesco Pellegrino, tenore interprete della musica tradizionale napoletana.
D. Francesco, raccontaci un pò di te:
R. Ho la passione per la musica tradizionale e classica napoletana da sempre, dall’età di dieci anni; ho conseguito il diploma di Canto col massimo dei voti al Conservatorio di Musica di Benevento.
La svolta è arrivata vincendo il Concorso Internazionale Arturo Toscanini dove ho catturato l’attenzione del famoso tenore Carlo Bergonzi che mi ha invitato a continuare gli studi con lui nella sua Accademia di Canto Verdiano in Busseto-Parma, e presso l’Accademia Chigiana di Siena.
Poi ho lavorato nel coro del Teatro Scala di Milano con mostri sacri come Riccardo Muti, Roberto Gabbiani, Valerie Gergiev, Lorin Maazel, Wolfgang Sawallisch, Vladimir Rostropovich, Kent Nagano, Georges Prêtre e Giuseppe Sinopoli. Come solista in opera ho interpretato i ruoli di Cavaradossi (Tosca), Pinkerton (Butterfly), Il Duca (Rigoletto)) e Alfredo (Traviata) in tutta Europa e negli Stati Uniti.
Attualmente vivo a Toronto, in Canada, dove insegno presso l’Università di Toronto dipartimento Studi della voce.
D.Come ti sei avvicinato al mondo della musica tradizionale?
E.Sono cresciuto suonando la tamorra alle varie feste della mia città, quindi ho assorbito naturalmente e sul campo questo immenso patrimonio.
D.Di quali zone del sud italia suoni le musiche?
R.Ovviamente la mia regione, la Campania, di cui è prevalentemente ricco il nostro repertorio ma vivendo in nord america abbiamo preferito allargare anche alla musica della Puglia e della Basilicata proprio per portare questa cultura ai tantissimi emigranti di queste regioni.
D.Che strumenti suoni solitamente nel gruppo?
R.Oltre al canto, ovviamente, suono la chitarra Battente e le castagnette
D.Come nasce l'idea di esportare questa musica all'estero?
R.L'idea nasce dal semplice fatto di continuare a fare anche qui in Canada, dove vivo da circa 10 anni, quello che ho sempre fatto, cioè cantare questa musica. Farla qui in nord america ha un sapore del tutto particolare perchè vedere piangere di gioia il nostro pubblico è qualcosa di inspiegabile.
Canto la musica napoletana da tutta una vita e in giro per il mondo ma il progetto del Vesuvius Ensemble è più puntato alla diffusione di questo genere popolare e il nostro intento è di portarla alla gente che non la conosce affatto e ai tanti emigranti che affollano questa parte del mondo.
Questo è quello che ci proponiamo nei nostri progetti che sono sono tanti.
D.Cosa avete in mente per il futuro?
R.In cantiere abbiamo altre tarantelle, le Villanelle, le Tammurriate o Canti sul tamburo, le cantate napoletane dell'epoca barocca, la messa in musica di alcune fiabe del Pentamerone del Basile, La cantata dei pastori etc etc
D.Siete in formazione fissa? Chi sono le persone con cui suoni?
R.La formazione di base è un trio, di volta in volta con ospiti; nel Vesuvius Ensemble invece oltre a me ci sono Lucas Harris (Tiorba, Chit.Barocca, Calascione, Chit Rinascimentale) e Marco Cera (Chit. Barocca, Chit Battente, Ciaramella).
D.Ci sono enti coinvolti?
R.Si, il Columbus Centre e l'istituto Italiano di Cultura
D.E l'università dove insegna svolge qualche ruolo?
R.No
D.Come risponde il pubblico? Da chi è composto solitamente? Ci sono discendenti di italiani o anziani italiani immigrati molto tempo fa che vi hanno ascoltato?
R.Il pubblico non è prevalentemente italiano essendo Toronto la città più multietnica al mondo.
Vivono in questa citta` ben 86 differenti etnie ed il nostro pubblico abbraccia un pò tutti. Il pubblico italiano non e` solo di anziani ma anche di tanti giovani di II o III gererazione. Certo, gli italiani sono quelli che si commuovono di più, perchè alla fine di ogni concerto ho solitamente un incontro con loro e le storie che raccontano sono tante e tutte molto emozionanti; c'è chi mi dice di aver ascoltato questi canti dai propri genitori, chi si ricorda che i nonni cantavano questi canti, chi si ricorda delle feste ai santuari e posso garantirti che le lacrime sono tante e di gioia.
D.Dove suonate solitamente?
R.Dappertutto, anche se prossimamente avremo un posto tutto nostro, "una nostra casa"
D.Come mai avete ripreso proprio la tradizione di una delle tarantelle che si suonano sul Gargano?
Lo scopo primario è portarla ai tanti pugliesi emigrati.
D.Cosa ci dici di Andrea Sacco?
R.Ho conosciuto Andrea Sacco molti anni fa quando da giovane giravo parecchio per le Puglie.
D.Conosci il testo e la musica originali della tradizione orale oltre a quelli che voi avete riproposto in maniera "barocca" (con gli strumenti usati secoli fa)?
R.Se ti riferisci alla Tarantella del Gargano si, conosco quella versione che si ritiene sia l'originale.
Sai, e` difficile venire a capo di musiche originali in questo genere, è la tradizione orale a fare da padrone. Noi cerchiamo di attenerci sempre alla purezza delle cose che mettiamo in atto proprio in rispetto alla tradizione…non contaminiamo, questo lo lasciamo fare ad altri.
D.Conosci il Carpino Folk Festival ed i Cantori di Carpino?
R.Si
D.Hai mai ascoltato una registrazione originale di un informatore garganico?
R.Si, posseggo parecchio materiale, anche da me registrato direttamente sul campo negli anni '80
D.Ti interesserebbe eventualmente una collaborazione con l'Associazione culturale Carpino Folk Festival che coinvolgesse anche l'Università di Toronto?
R.Possiamo parlarne
Discografia:
Puccini Magnificat (2003)
Serenata napulitana (2004)
Devozione (2009)
Intervista a cura di Domenico Sergio Antonacci
Associazione Culturale Carpino Folk Festival
La Puglia al Vinitaly che fa tendenza. 4000 contatti aziende-operatori commerciali, oltre 150 giornalisti (non solo italiani) che hanno partecipato agli eventi pugliesi, 46 appuntamenti in programma, più di 1500 etichette; a cui si aggiungono le oltre 3000 persone al giorno al banco dell’Enoteca regionale, con 12 mila bicchieri lavati quotidianamente e un totale di 60 mila degustazioni.
Sono i numeri da capogiro della Puglia al 45° Vinitaly di Verona, che domani chiuderà i battenti confermandosi una delle regioni protagoniste del panorama vitivinicolo italiano ed europeo.
“Un sistema Puglia che sa fare tendenza – sottolinea l’assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Dario Stefàno – una realtà finalmente orgogliosa e consapevole delle proprie potenzialità che ha saputo valorizzare con un efficace spirito di squadra”. Potenzialità riconosciute e apprezzate dagli osservatori esterni: il rosato per esempio, che grazie al primo concorso nazionale dedicato ai rosati italiani firmato Puglia e presentato in questi giorni a Verona, ha raggiunto finalmente la ribalta nazionale. Una tipologia enoica che per l’assessore Stefàno: “diventa il pretesto per trainare tutto il settore, agganciando le tendenze del mercato sempre più orientato verso vini leggeri, piacevoli e con un ottimo rapporto qualità prezzo”.
“La Puglia – aggiunge Stefàno – ha una gamma vasta e di prestigio, che va dai bianchi ai rossi passando attraverso i rosati fino agli spumanti, che oggi può competere con riconosciuta dignità con le etichette italiane tradizionalmente più blasonate”.
Una gamma di prodotti al centro delle iniziative organizzate nella cinque giorni di Verona da Regione Puglia e Unioncamere, in collaborazione con Movimento Turismo del Vino Puglia, Ais Puglia, Onav Puglia e Slow Food Puglia e degli incontri con i buyer provenienti da ogni angolo del mondo. Consolidamento degli accordi commerciali e apertura verso i nuovi mercati, rappresentano la tendenza del Vinitaly 2011.
Tra le nuove frontiere della Puglia del vino spiccano Estremo Oriente, Sud America e Canada. Giusto per ribadire che oltrepassare i confini nazionali, oltre ad essere un risultato già raggiunto nel 2010 (più 20,6% dell’export) è una prospettiva che può dare ancora molte soddisfazioni. Accanto a Svizzera, Germania, Danimarca e Olanda, sulle realtà produttrici pugliesi si affacciano ora Canada, America Latina (Brasile in testa), Cina, Giappone, Corea del Sud, Hong Kong. Da segnalare, inoltre, Kazakistan, Laos, Vietnam, Abu Dhabi e Singapore.
Il Vinitaly è stata anche l’occasione per promuovere il territorio grazie al desk dell’Assessorato regionale al Turismo che ha fornito informazioni sulla Puglia e sugli eventi che caratterizzeranno l’estate pugliese. Tra i tanti: a giugno “Sotto le stelle”, la prima notte bianca in Masseria (week end del 18 )che animerà la rete delle Masserie didattiche pugliesi; Barinjazz ed I Dialoghi di Trani; a luglio ed agosto Il Festival di Lirica della Valle d’Itria tra i palazzi di Martina Franca; il Louis Festival di Locorotondo, il Carpino Folk Festival sul Gargano; la celeberrima Notte della Taranta di Melpignano.
“Continuano le azioni strutturate rivolte a consolidare l’offerta turistica nel rispetto delle tradizioni, –ha commentato l’Assessore regionale al Turismo Silvia Godelli – grazie alle quali, secondo il IX rapporto annuale dell’Osservatorio del Turismo del Vino per conto del Censis, la Puglia è l’unica regione del Sud in pieno decollo. La regione é infatti in grado di offrire una serie infinita di magnetismi enogastronomici, di destinazioni nelle quali il turista, attratto dalla bellezza del mare o dall’interesse per l’arte, è sollecitato anche da un forte richiamo enogastronomico.
Al fascino del Barocco salentino, dei Trulli o di Castel del Monte, a quello del mare lungo l’intera costa pugliese, si associa sempre più l’interesse per cantine, masserie, luoghi di ristoro di qualità distribuiti su tutto il territorio, e principalmente nelle aree interne e collinari della Puglia”.