Saranno i “Sud Folk” di Monte Sant’Angelo ad aprire la terza edizione del Festival del Folklore e delle Tradizioni Popolari “Città di San Severo”, organizzato dal Centro Studi Tradizioni Popolari “Terra di Capitanata” e dalla Pro Loco, in collaborazione con la Federazione Italiana Tradizioni Popolari, lo IOV Italia e il patrocinio del Comune di San Severo. Evento ancora una volta incluso nel programma ufficiale della Festa Patronale in onore della Madonna del Soccorso.
Il primo appuntamento del 2010 è in programma sabato 8 maggio, alle ore 21.30, su viale Matteotti. La serata inaugurale di questa edizione del Festival propone i “Sud Folk”, gruppo di musica popolare molto attento alle tradizioni del Foggiano. L’ensemble garganico, guidato da Bernardo Bisceglia, è noto anche a livello nazionale: da ricordare la vittoria alla prima edizione del Festival Nazionale della Canzone Popolare, svoltasi a Sgurgola, in provincia di Frosinone. Presenterà la manifestazione Luciano Alfieri.
Il 15 maggio (ore 9, Auditorium Teatro Comunale “Verdi”) convegno sul tema: “Forme ed espressioni della religiosità popolare”. Previste le relazioni di Luigi Maria Lombardi Satriani dell’Università “La Sapienza” di Roma (“Corporeità e Sacralizzazione”), Mario Atzori dell’Università degli Studi di Sassari (“Devozione e feste nella tradizione sarda”), Maria Margherita Satta dell’Università degli Studi di Sassari (“Religiosità popolare, naufragi e tavolette votive”). Le conclusioni saranno affidate a Patrizia Resta dell’Università degli Studi di Foggia (“Belle da vedere. Immagini della religiosità popolare in Capitanata”). Prevista la presenza di mons. Lucio Angelo Renna, vescovo della Diocesi di San Severo, mons. Mario Cota, commissario Arciconfraternita del Soccorso, Benito Ripoli, presidente nazionale della FITP.
L’ultimo appuntamento con il Festival del Folklore e delle Tradizioni Popolari “Città di San Severo” si terrà domenica 30 maggio. Protagonisti i Gruppi Folklorici “I Terrazzani” di San Severo e “L’Eco del Gargano” di San Giovanni Rotondo. Durante la serata, è in programma anche la premiazione dell’8° Palio delle batterie serali “Maria Santissima del Soccorso”, organizzato dalla Pro Loco
La manifestazione è organizzata dalla Provincia di Foggia e dal Club Unesco di Capitanata e sarà inaugurata martedì 5 gennaio 2010, ore 18.30, presso la Sala del Tribunale di Palazzo Dogana. Presenti anche i Sud Folk.
Gli elementi immateriali del patrimonio culturale, come noto, possono costituire fattori importanti delle caratteristiche identitarie di un territorio. L’importanza del Patrimonio Culturale Immateriale, in quanto fattore principale della diversità culturale e garanzia di uno sviluppo duraturo, è già stato sottolineato nella raccomandazione UNESCO sulla salvaguardia della cultura tradizionale e del folklore del 1989.
Creare maggiore consapevolezza, riguardo la rilevanza e la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, rafforzando il senso di appartenenza e l’identità culturale della popolazione residente, soprattutto tra i giovani, potrà costituire un elemento volto a potenziare l’attrattività del territorio, qualificandola sia in termini di destagionalizzazione che di qualità dell’utenza.
Il tessuto del canto, della musica e della danza delle nostre "Tarantelle Garganiche" è, in realtà, la sintesi e la rappresentazione raccontata della trama sociale, culturale ed economica di una società agro-pastorale relativa ad un territorio, il Gargano, che solo negli ultimi decenni si è aperto al mondo.
Il progetto del Club UNESCO di Foggia, che si inaugura con le manifestazioni della giornata odierna, è il primo step di un lungo percorso volto a promuovere nei prossimi due anni una serie di iniziative finalizzate alla costituzione di un dossier, per proporre la candidatura delle "Tarantelle del Gargano" alla Commissione UNESCO quale Bene Immateriale del Patrimonio Mondiale.
Tali iniziative, parametrate ai requisiti richiesti dall’UNESCO, prevederanno: concerti, mostre, manifestazioni, attività formative per i giovani, stages su arti e mestieri tipici, pubblicazione di ricerche etnomusicologiche ed etnocoreologiche.
Il secondo obiettivo è quello di concorrere all’attivazione di un meccanismo virtuoso e sostenibile di sviluppo locale che consideri la valorizzazione di una parte del nostro Patrimonio Immateriale e Materiale, come uno degli strumenti che possono determinare ricadute positive su alcuni settori della nostra economia: turismo culturale, percorsi relativi a siti di Pace, eno-gastronomia, artigianato tipico, ecc.
Le Tarantelle del Gargano, in quanto musica, coralità, eventi, danza, spettacolo e tradizioni, sono linguaggi universali che esaltano tre importanti obiettivi: la Partecipazione, la Condivisione, la Memoria.
Nei prossimi mesi, auspichiamo la compartecipazione al progetto delle Istituzioni, della Società Civile, degli Enti Territoriali, delle Associazioni e di tutti i Custodi della Tradizione che credono nella salvaguardia di un bene collettivo dell’Umanità.
Un ringraziamento particolare all’Amministrazione Provinciale che ha immediatamente creduto e sostenuto questo ambizioso, ma importantissimo progetto, contribuendo all’apertura delle porte della Capitanata al mondo.
(*) Presidente Club UNESCO Foggia
* * *
Club Unesco Foggia – Provincia di Foggia
Mostra
La chitarra battente nella tradizione del Gargano
Sala del Tribunale di Palazzo Dogana
Inaugurazione 5 gennaio 2010 – ore 18.30
Da martedì 5 a sabato 9 gennaio 2010
Orari di apertura:
9.00 -13.00
16.30 -19.30
La presente mostra rientra nell’ambito del progetto: "Le tarantelle del Gargano"
Durante l’inaugurazione è prevista una dimostrazione dei costruttori: Rocco Cozzola di Carpino e Gabriele Orlando di Rignano Garganico
Direzione organizzativa:
Floredana Arnò
Mostra a cura di:
Salvatore Villani
Collaboratori:
Angelo Frascaria
Carmine Cipriani
Coordinamento:
Angelo De Luca
A seguire
Spettacolo al Teatro del Fuoco "Tarantelle… che passione"
Ore 20:30
con la partecipazione di:
Le Cantatrici di Ischitella
Li Ariarule
Sud Folk
In questo estratto dalla "Fisica Appula" (1806) , Michelangelo Manicone tratta del fenomeno del tarantismo in capitanata; questo documento è la prova storica che la tarantella era un’usanza diffusa anche nella nostra provincia e non solo legata al Salento.
Le ragioni degli Antitarantisti, e risposte de Tarantisti
Mi piglierò io il laborioso impegno di descriver qui la Tarantola appula? Favellerò io delle tante inezie, ciance, e mentecattaggini, che dai collettori di favole sonosi su questo celebre Ragno scritte, e dette? Perderò io il tempo ed il senno nel confutare gravemente tutte le opinioni, che fino ad ora sono state avanzate per ispiegar la danza de Tarantolati? No. Io esaminerò solo due punti tarantistici, che col clima appulo han rapporto; riferirò le ragioni dell’ uno e dell’ altro partito; e nulla deciderò io, ma deciderà il Leggitore illuminato insieme e disappassionato.
Or il Tarantismo è un vero ed effettivo morbo, oppure un inganno, un’ impostura, una favola? Il Signor Suaammerdam, il nostro Tommaso Cornelio, e cent’altri Antitarantisti sono di sentimento, che il Tarantismo altro non sia che una favola di mendichi, e di vagabondi. Parecchi Naturalisti, dicon essi, non ci fanno forse sapere, che i ragni non sono velenosi?
Rispondono i Tarantisti, che i ragni non sono velenosi ne’ climi freddi, e che lo sono ne’ climi roventi. Si sa, che il clima influisce molto sulla genesi, e sull’ esaltamento del veleno. Si sa, che que’ Serpenti, i quali ne’ nostri climi temperati sono esenti da veleno, nella zona torrida sono velenosissimi. Si sa dalle sperienze del Redi, che le vipere sono più velenose nella estiva stagione, che in tempo d’ inverno. Si sa finalmente dalle sperienze dello stesso Redi, che gli scorpioni Africani non erano più velenosi nel mese di Novembre; che ripigliavano la forza velenosa ai 23 di Febbrajo; e che erano velenosissimi nella state. Or caldo è il clima dell’Apulia, ed arido il terreno; ed ecco perché qui sono velenose le Tarantole.
Replicano gli Antitarantisti: si trovano le Tarantole non solo nell’Apulia, ma eziandio nella Calabria, nella Sicilia, nell’Asia; nella Persia, ed in cent’altri climi più caldi di quello dell’ Apulia. Or perché nessun’ombra di Tarantismo sentesi in tali Regioni, ed il Tarantismo ha risuonato per secoli nell’Apulia?
Rispondono i Tarantisti con un’apostrofe: Antitarantisti, dicono, agevole non è lo svolgere dall’ aspo questa matassa. La natura è un gruppo d’arcani . Chiedetene dunque lo scoprimento a que’ Filosofi, i quali malgrado della natura si fanno sacerdoti di lei, e siccome oracoli spacciano delle spiegazioni intorno i più ombrati misteri della medesima. Ma dal che noi non possiamo spiegare l’arcano, di cui si tratta, potete voi dedurne da ciò, essere una favola il Tarantismo? No certamente. Se è una favola, perché subito, o dopo alcune ore dal morso cominciasi a sentire dal Tarantolato un ardore, e dolore nella parte morsicata? Perché intromettendosi il veleno entro i nervi, ed accrescendosi per conseguenza la tensione dei medesimi, e la infezione del fluido nervoso , si sente dallo stesso Tarantolato una oppressione di cuore, una turgescenza del ventricolo e degli intestini, una sete grande, una mancanza di respiro? Perché finalmente a questi sintomi sussieguono una lassezza universale, una lipotimia, e così l’ ammalato rimarrebbe, e ‘l tutto andrebbe in peggio, se non si desse un pronto rimedio? E dunque un morbo vero il Tarantismo .
Opinione del Rosati
Il chiarissimo Signor Rosati di Foggia chiama il Tarantismo morbo ridicolo e ideale, e pensa, che il distruggitore di un tale immaginario morbo sia stato il lume delle Scienze.
Diffatti, soggiungo io, quanti pregiudizj non ha tolto via la Fisica? Quei, che posti nel bagno, stavano a galla, quarantanni addietro erano riguardati come indemoniati. Oggi questo è un fenomeno fisico. A vista de’ fuochi fatui, d’ una ecclisse, d’una aurora boreale, e d’ una cometa il popolo pochi anni addietro tremava: oggi non trema più ;e da tali felsi timori lo ha liberato la Fisica.
Quindi essendo vero, che il Tarantismo sia un morbo ideale, è vero ben anche, che il distruggitore del medesimo sia stato il lume della vera Fisica, ma se poi il veleno della Tarantola è un vero e reale veleno, per qual ragione, domandasi, non si parla più nella Daunia di Tarantismo, ancorché i morsi insensibili di questo insetto seguissero ad accadere?
Tutte le preparazioni delle officine sono inutili per la cura del Tarantismo. L’unico rimedio è la Musica. Il Tarantolato balla, e mercé del furioso dimenamento del corpo, suda grandemente, e cosi si espelle il veleno. La sonata, che usano gli Apuliesi per fare che i Tarantolati ballino, chiamasi Tarantella. Questo vocabolo pare essere di Greca origine; giacché il verbo "tarantin" significa commovere grandemente: il che concorda assai bene colle azioni de’ Tarantolati. Forse la voce Tarantola deriva da questa Greca dizione.
Io sospetto che ciò dipenda dalla diminuzione del caldo estivo qui accaduta. Che il calore vada in pieno scemando, ed il freddo nel totale crescendo sempre, l’ ho altrove dimostrato. Or posta una tale verità meteorologica, ecco com’io ragiono. Il caldo influisce grandemente sulla genesi, e sull’esaltamento del veleno; qui il caldo estivo è scemato; dunque potrebbe essere, che la diminuzione del caldo fosse la cagione, perché i morsi della Tarantola erano funesti ne’ tempi andati, ed innocenti a’ dì nostri. Questa conseguenza è piuttosto un mio dubbio, che un mio sentimento. Il Leggitore pensante vedrà, se esso, sia appoggiata ad un fondamento sodo, e se in conseguenza s’inalzi al supremo grado della probabilità.
Opinione de Serao
Il celebre nostro Serao, crede, che il Tarantismo sia un morbo endemico degli Apuliesi, il quale deesi ridurre al genere de’ delirj malinconici originati dal calar del clima, dai vegetabili sostanziosi e dalle carni straordinariamente nutrienti. Udiamo come la discorre, ed eccone le proprie parole. Il clima, della Puglia piana, dic’egli, è caldo oltre misura… La natura poi di quella terra è tale, che tutti i frutti di essa, le erbe, le biade, e per conseguente le carni degli animali, che hanno ivi la loro pastura, sono di robustezza, e di efficacia straordinaria. Or tutte queste cose devono, partorite una qualità. De’ sughi del corpo in colui che le usa giornalmente, ed una tessitura del corpo stesso, tale da render gli umori parte violenti ed impetuosi né movimenti del loro anima, e parte ponderosi e compatti, e di elementi troppo stretti ed affollati insieme: dalla qual disposizione nasce di leggieri, a quel che si può capire medicinalmente. Misterica nelle donne, e una specie d’Ipocondria negli uomini; o sia per dirla con meno parole nella lingua de vecchi Medici, il Temperamento Malinconico, quello che esaltato di poco, costituisce gli uomini assai vicini alla mestizia luttuosa, alla mattezza, e talora al furore, ed all’ insania. Fin qui l’illustre Serao.
Veramente il credere, che il Tarantismo dipenda dal clima, e dagli alimenti, mi pare che non sia un ragionato delirio mentre si sa, che il calore grande del clima può generare una prava crase di umori, ed indi il delirio melancolici. Ma se i Tarantisti avesser domandato al Serao: se il Tarantismo è un morbo indigeno, perché 30 o 40 anni indietro in Foggia, ed in tutta la Daunia, le piazze e le campagne erano nella state piene di deliranti, ed al presente non si fa veruna commemorazione di un tal morbo? Il clima d’ oggi non è lo stesso che quello di 30 anni addietro? Gli alimenti non sono pure gli stessi? Perché dunque il clima, e gli alimenti anni sono producevano il delirio malanconico, ed al presente non l producono più? O non l’han mai prodotto o dovrebbon produrlo anch’oggi. Se i Tarantisti, dico, avessero così domandato al Serao, che avrebb’egli risposto? Lettori, indovinate, ch’io vò favellare di altri nocivi insetti.
Documento trascritto da Sara Di Bari e Domenico S. Antonacci
articolo di Roberta Miglionico
Si parte per il grande spettacolo, la grande musica di scena ogni anno a Carpino. Sono iniziati infatti i preparativi per l’evento estivo che celebra la Musica Popolare del Gargano, organizzato dall’
Associazione Culturale Carpino Folk Festival.L’appuntamento per l’estate 2009 previsto dal 02 al 09 Agosto darà vita alla 14esima edizione della rassegna di musica popolare ormai nota oltre i confini nazionali. I numeri relativi all’evento della scorsa stagione contano una media di 9.500 visitatori al giorno, raggiungendo un totale di
82.000 persone tra spettatori e protagonisti con un picco di 25.000 spettatori in occasione del concerto di Vinicio Capossela.Una presenza viva anche da parte della stampa: oltre 35 tra fotografi e giornalisti sono giunti nel Gargano e hanno presentato servizi su note emittenti televisive come Raiuno, Raitre, Telenorba e Teleblu e redazionali pubblicati sul Corriere della Sera, La Repubblica, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Manifesto, il Mattino e il Quotidiano di Puglia, il Quotidiano di Foggia e l’Attacco. Si sono contate anche
presenze di giornalismo estero giunte dalla Germania, Svizzera, Gran Bretagna e Francia.Tutto ciò dimostra quanto questa manifestazione sia capace di trasferire cultura ed
incuriosire diversi musicologi, non solo italiani ma di tutto il mondo, giungendo puntualmente sul Gargano in occasione di questo evento.Immagini tratte dal sito ufficiale del Carpino Folk Festival:
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L’Amore ai tempi del Folk
incontro-concerto
con
Teresa De Sio ed Enrico De Angelis
Voci, ricordi, note, emozioni. Un intenso viaggio – anche erotico – tra gli echi del Meridione, alla ricerca delle parole d’altrove, tra folk e musica popolare. Un concerto-rivelazione, unplugged. Un incontro sonoro tra la cantautrice Teresa De Sio e il giornalista Enrico De Angelis, lungo il doppio binario dell’innovazione costante e della conservazione delle radici.
Una produzione musicale, pensata e voluta dalla De Sio espressamente per “Linea d’Ombra-Festival Culture Giovani”, nata dall’esigenza di ricondurre alle origini tutte le sue esperienze artistiche degli ultimi quattro anni, intensi e avventurosi. Da “Craj (Domani)” – il film/spettacolo dedicato ai grandi vecchi della Puglia (Matteo Salvatore, i Cantori di Carpino e Uccio Aloisi) scritto assieme a Giovanni Lindo Ferretti – ai suoi più recenti lavori discografici – “A Sud A Sud” e “Sacco e Fuoco”.
Attraverso le parole e i dialetti del sud Italia, con particolare riferimento alla musica e alla biografia di Matteo Salvatore, la De Sio si è esibita voce e chitarra (martedì 14 aprile alle 21, alla Chiesa dell’Addolorata di Salerno), in un set acustico intimo, dal forte impatto emozionale e devozionale. Canzoni scritte nella pietra – “Lu Bene Mio” di Salvatore, “La Montanara” e “La Rodianella” dei Cantori di Carpino, “Quando Turnammo a Nascere” di Carlo D’Angiò – alternate a composizioni e letture sue sul tema dell’amore, nelle accezioni antiche e moderne.
Gli interventi di De Angelis – responsabile artistico del Club Tenco, nonché autore di numerose opere per la canzone d’autore – spingono la conversazione musicale e musicata verso traiettorie inattese. Quelle misteriose della tradizione e quelle fascinose del futuro.
“Carpino Folk Festival e il Patrimonio Immateriale del Gargano"
VENERDI’ 1° maggio 2009
h. 9,30 – 12,30: presentazione del corso – tarantella di Carpino
h. 12,30 – 13,30: lezione teorica: "Come nasce un ballo di tradizione? Quale differenza fra danza etnica e danza folk"
h. 13,30 pranzo
h. 16-20: lezione pratica: tarantella di Carpino e di San Giovanni Rotondo
h. 20,30: cena
h. 21,30: CANTABALLO: serata di intrattenimento con proiezione di video e balli
SABATO 2 maggio 2009
h. 9,30 – 11,30: lezione pratica con vari esempi di pizzica pizzica del Salento leccese
h. 11,30 – 11,45 Intervallo
11,45 – 13,30: lezione pratica con vari esempi di pizzica pizzica del Salento leccese
h. 13,30 pranzo
h. 15: Escursione artistico-ambientale: visita alla Foresta Umbra e alla basilica di S. Michele Arcangelo di Monte Sant’Angelo
h. 20: cena
h 21,00: Premiazione concorso fotografico “Rocco Draicchio” Carpino Folk Festival e il patrimonio immateriale del Gargano
a seguire: CANTABALLO: serata di intrattenimento con serenate carpinesi, musiche e balli popolari pugliesi
DOMENICA 3 maggio 2009
h. 9,30 – 11,30: lezione pratica con i balli ottocenteschi popolari pugliesi: valzer fiorato, scotis di Cutrofiano
h. 11,30 – 11,45 Intervallo
11,45 – 13,30: lezione pratica con i balli ottocenteschi popolari pugliesi: scozio e quadriglia.
h. 13,30 pranzo
h. 15: saluti e partenze
La partecipazione ai corsi è subordinata al versamento della quota associativa di €uro:
* 250,00 che comprende, oltre all’iscrizione ai corsi proposti, anche l’alloggio presso l’Hotel Bellavista a Carpino per la sola durata dell’attività formativa, trattamento mezza pensione escluso bevande in camera doppia o tripla;
* 80,00 che comprende la sola partecipazione alle attività didattiche
Per informazioni ed Iscrizioni: Associazione Culturale Carpino Folk Festival
Via Mazzini, 88 – 71010 Carpino (FG) Tel e Fax. 0884 326145 dalle 10:30 alle 13:00 – 16:00 alle 19:00
Alessandro Sinigagliese 347/9012313
segreteria@carpinofolkfestival.com – laboratorididattici@carpinofolkfestival.com
L’iscrizione ai corsi comporta il versamento di un anticipo di € 50,00 sul seguente conto corrente:
BANCA DI CREDITO COOPERATIVO “CASSA RURALE ED ARTIGIANA DI SAN GIOVANNI ROTONDO”, AGENZIA DI CARPINO
Conto corrente intestato a :
ASSOCIAZIONE CULTURALE CARPINO FOLK FESTIVAL
C/C N. 920155 – ABI 8810 – CAB 78330 – IBAN: IT32 V088 1078 3300 0002 0009 201
specificare nella causale “Anticipo x SuonidiPassi in Primavera”
Qualora entro il 23 Aprile 2009 non si raggiunga un numero minimo di partecipanti i laboratori non verranno effettuati e gli eventuali anticipi verranno restituiti.
È scomparso oggi, 3 gennaio 2009, stroncato da un infarto nella prima
mattinata. Michele Totaro, in arte “Cequétte”, ha dedicato parte della sua
vita alla musica popolare di Monte Sant’Angelo. Con lui scompare un pezzo di
storia di Monte Sant’Angelo.
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http://www.carpinofolkfestival.com/TarantelladiMonte.mp3 |
Fin da giovane, con gli inseparabili amici “Vairott” e “Giudecicchie” (anche
lui scomparso pochi anni fa), gira il mondo con il gruppo folkloristico “la
Pacchianella”, diventando così uno dei pionieri della nostra musica popolare.
Ce lo ricorderemo così: nell’ultima sua apparizione in pubblico, a Monte Sant’Angelo,
durante il festival “Storie di Musica Popolare”, quando ha allietato il pubblico
con acuti straordinari, ma soprattutto con battute esilaranti, facendo divertire
gli oltre cinquemila spettatori presenti.
Trasmetteva ai giovani la voglia di vivere, la voglia di sorridere. Gente come
lui ci ricorda i valori che accomunano la nostra storia e che ci rendono
orgogliosi di essere garganici, e soprattutto di essere Montanari… grazie
Michele, ci ricorderemo sempre di te. Con te, scompare un pezzo della nostra
storia, che i tuoi amici, “i Cantori di Monte Sant’Angelo” sapranno certamente
ricordare con gioia ed affetto.
La notizia ci perviene da Domenico Prencipe della redazione de “il diario
Montanaro”.
Il 30 novembre scorso a San Marino la Tarantella di Carpino è andata di scena. L’occasione è stata il XXXVI Convegno Nazionale di Semiotica dal titolo ‘Parole nell’aria. Sincretismo fra musica e altri linguaggi’. Il Convegno dell’AISS (Associazione Italiana di Studi Semiotici) quest’anno è stato dedicato al tema della musica come sistema semiotico visto in relazione dinamica (appunto ‘sincretica’) con possibili altri linguaggi. Tre sezioni hanno articolato gli interventi dei più importanti docenti e studiosi di semiotica italiani (tra cui Umberto Eco) e dei più attivi giovani ricercatori: la prima, dedicata al rapporto tra musica e linguaggio verbale; la seconda, dedicata al rapporto tra la musica ed il complesso tema della narrazione; il terzo, infine, dedicato al sincretismo tra la musica ed altri linguaggi ‘non convenzionali’.
È proprio all’interno della terza sezione intitolata ‘Musica e performance’ che Amedeo Trezza, insieme ad Antonio Basile già Ufficio Stampa del Carpino Folk Festival e referente campano dell’AISS, ha posto all’attenzione della semiotica italiana la performance musico-gestuale di un particolare segmento della Tarantella di Carpino.
Amedeo Trezza, Dottore di Ricerca in Teoria delle Lingue e del Linguaggio, collaboratore alla cattedra di Semiotica presso l’Università di Napoli L’Orientale e docente a contratto in Semiotica del testo architettonico e paesaggistico presso l’Università di Napoli Federico II, ha proposto un’inedita lettura del fenomeno della Serenata ad personam della tradizione musicale e canora di Carpino.
Consapevole della complessità e della straordinarietà dell’evento-serenata che fino a pochi decenni fa ha caratterizzato la musica popolare di Carpino e del Gargano, ma altrettanto consapevole dell’oblio di questo fenomeno dalle performances realizzative troppo complesse a favore invece di una reiterata riproposizione, negli anni, di frammenti ormai defunzionalizzati e praticati solo a scopo ludico (sonetti e strofette ‘liberi’), Amedeo Trezza ha voluto proporre una prima e del tutto iniziale lettura inedita in campo semiotico della serenata carpinese, di fatto intravedendo un ricco filone d’indagine interdisciplinare tutto da seguire.
"Mentre in Salento tale espressione sonora e canora ha assunto nel tempo sempre più un carattere religioso e catartico (laddove alle prese con la pizzica salentina si è in presenza di una vera e propria attività iatromusicale) e nelle altre regioni d’Italia ha assunto perlopiù un carattere ludico di festa e di intrattenimento, nel Gargano (e con punte di ormai ineguagliabile raffinatezza ed eccellenza musicale e poetica a Carpino – per cui, d’ora in poi, parleremo solo di ‘tarantella di Carpino’) questa forma musico-canora ha fatto suo in maniera prevalente, anche se non assoluto, il tema dell’amore tra l’uomo e la donna".
Qui l’abstract dell’intervento così come è possibile reperirlo anche sul sito dell’AISS (www.associazionesemiotica.it).
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Nell’inserto Puglia Rapporti de Il Sole 24 Ore alle pagine 10 e 11 speciale dedicato a: Le voci dell’anima, Festival Castel dei Mondi, Puglia Nigh Parade, Carpino Folk Festival, Salento Negramaro Festival, La Ghironda, Festambiente Sud, Festival Internazionale della Valle d’Itria, Ti Fiabo e ti racconto, Teatri di Terra, L’ospite bambino, Maggio all’Infanzia.
E poi il Mezzogiorno che conquista le top ten con: i Cantori di Carpino, Radiodervish, Sud sound system, Negramaro.
Su la terrazza della cascina in Val delle Rose. Il plenilunio è sereno, tutta una dolcezza argentea si distende intomo Alcuni contadini, chiamati dal mio ospite, sono giunti per farci assistere ad un ballo tipico del paese: il pizzèca pizzèca. In una panca, messa in disparte appositamente, prende posto l’orchestra. Sono tre individui, tre istrumenti: una chitarra battente, che il Signore conservi sempre laggiù per gioia di chi s’intende; un tamburello e la cupa-cupa, strumento primitivo composto da una pignatta chiusa all’imboccatura da una pelle fortemente tesa. Detta pelle è attraversata, al centro, da un bastoncello. Il suonatore, dopo essersi spalmato le mani di saliva, le fa scorrere lungo il bastoncello e produce un’ armonia che, udita da lontano, potrebbe essere anche gradevole .
Il ballo comincia. Viene intonata una canzone d’amore dalle cadenze malinconiche. Fino ad ora l’orchestra accompagna in sordina; la cupa-cupa pare un armonioso muggito. L’uomo balla di fianco e in tale posizione compie vari giri intorno alla ballerina, la quale pare perplessa e non sa se sostare o fuggire. Fra il pollice e l’indice di ambo le mani tiene sollevato, con un gesto di grazia, il grembiule. E’ un gesto di disimpegno. La scena di seduzione mi rammenta per associazione di idee i miei studi di ornitologia: molti volatili tentano condurre l’amata al loro desiderio precisamente così, girandole intorno. La scena cambia di aspetto all’improvviso; la ballerina si decide; leva un braccio in molle curva sul capo, appunta l’altro sul fianco e con un guizzo si allontana facendo schioccare le dita. Comincia l’inseguimento. L’ uomo tiene il capo arrovesciato all’indietro e manda un suono speciale, un «ha-ha» prolungato, rincorrendo la compagna che con agili scatti e balzi e guizzi gli sfugge continuamente. Poi si calmano e ricominciano. Così per lungo tempo, sotto le cadenze melanconiche della canzone d’amore e i mugolii della cupa-cupa.
E’ una dolcissima serenità che innamora; l’antica anima della terra vive in quest’ora e in questa scena.
Antonio Beltramelli, Il Gargano
Pensandoci bene sembra che questa problematica si lega un pò a quanto già scritto in precedenza, dove appunto parlo dei comuni garganici che molte volte perseguono strade a caso piuttosto che un percorso segnato e delineato da un preciso scopo e una chiara e definita strategia.
Se così fosse saremmo qui a parlare di condivisione o non condivisione di un progetto, intanto però andrebbe rispettata una linea guida di cui un amministrazione decide di perseguire, invece l’impressione è che sia un altro di quei casi dove nella nostra amata e radicata "improvvisazione", di tanto in tanto viene fuori qualche altra idea come questa, che sinceramente non si capisce bene da dove nasce e con quale scopo.
Anche perchè la domanda che pongono gli amici de Il diario Montanaro, di Legambiente e del circolo Arci di Monte è sacrosanta; Perchè realizzare una nuova cosa che invece già esiste e funziona?
Non conoscendo in modo approfondito le tematiche e problematiche, il beneficio del dubbio è leggittimo e così l’eventuale diritto di replica sacrosanto, quindi attenderò che qualcuno possa rispondere anche a noi come alle associazioni di Monte sul perchè. Magari ci sono giuste ragioni tanto da motivare queste decisioni, in questo caso saremmo noi per primi a prenderne atto e a renderle pubbliche.
Ma visto che ci siamo, approfitto per chiedere all’amministrazione di Monte Sant’Angelo il perchè di un altro mio tormentone, chiedere la ragione di un’altra domanda che mi accompagna ogni volta che si parla di Monte. Vorrei chiedervi come mai non riuscite a fare cerchio e tesoro, collaborare e dare più opportunità, alle tante associazioni che avete a Monte, e che puntualmente richiamano la vostra attenzione e considerazione.
Forse non vi rendete conto della fortuna, come paese del Gargano, che avete.
Lasciamo perdere i colori politici, gli ideali e quant’altro, parliamo di sostanza, ecco, gentili amministratori di Monte vi siete accorti della notevole attività delle vostre associazioni di Monte? Avete considerato quanto impegno e passione viene espressa da così tanti giovani che comunque di loro libera iniziativa decidono di darsi da fare per un Gargano migliore?
Come presidente dell’Associazione Io Sono Garganico, ci tengo a precisare che la mia non vuole essere una polemica, ma personalmente sono legato a Monte da tanti anni, come sono legato anche agli altri comuni del Gargano e posso assicurare che l’attenzione dei giovani e delle associazioni sono notevolmente marcate solo in alcuni centri, di cui prima di tutto Monte.
Ripeto, forse non si potrà essere d’accordo su tutto, ma non credete di avere un patrimonio che si preccupa per voi di promuovere, comunicare, diffondere, sensibilizzare, farsi portavoce, combattere (in senso propositivo), tutta una serie di tematiche e problemi senza avere il più delle volte niente in cambio?
Cari amministratori il mio unico invito è quello di non sottovalutare l’importanza delle associazioni e del volontariato, niente più di queste iniziative esprimono un amore vero e sincero verso la nostra terra, e anche quando un tema non vi trova d’accordo, cercate di apprezzare l’orgoglio di tanti giovani che pur di difendere la loro cultura, si mettono in gioco e dedicano tempo a cose che il più delle volte a voi politici sfugge, magari non volutamente, ma perchè il mondo sta cambiando (e anche in fretta) e Voi pur di non dare l’impressione di essere impreparati, a volte rinnegate.
Invece il mondo sta cambiando anche per voi, quindi il mio consiglio spassionato è provare a discutere insieme cose che tante volte non conoscete bene, ma con dei confronti costruttivi e una buona dose di l’umiltà tutto si impara e tutto si può poi insegnare ad altri. Forza Monte, cuore della cultura Garganica.