«A nome mio, dell’Amministrazione comunale e della città di Cagnano Varano esprimo tutta la vicinanza al dolore che ha colpito la famiglia Colombaro». Parole di grande partecipazione sono state espresse dal sindaco Nicola Tavaglione ai familiari della donna deceduta, a causa di un malore improvviso, mentre visitava la Grotta di San Michele a Cagnano Varano. La donna, Angiolina Colombaro, 57 anni, era originaria di San Salvo in provincia di Chieti. Durante il recente ricovero presso Casa Sollievo della Sofferenza aveva più volte sentito parlare dell’antica Sacra Spelonca cagnanese e così in compagnia del marito aveva deciso di visitarla. Mentre era in preghiera, davanti all’altare, ha avuto un malore; allertato prontamente il 118, il personale sanitario accorso sul posto ha cercato di rianimarla, anche con l’aiuto di un defibrillatore, ma ogni tentativo è risultato vano. «Si è trattata di una tragica fatalità che ha colpito tutti noi – afferma ancora il sindaco Tavaglione – Abbiamo dato la nostra piena disponibilità ai familiari della donna. I nostri uffici e il nostro personale si sono messi a completa disposizione per venire incontro alle esigenze del caso e alle richieste dei familiari. In questo senso voglio ringraziare i carabinieri, i vigili urbani, il personale comunale e sanitario per la professionalità e la sensibilità dimostrata in un contesto tragico come quello avvenuto nella Grotta di S. Michele».
Chi organizza escursioni turistiche nel Gargano ha detto "si". Il matrimonio si può preparare e gli invitati saranno i graditi ospiti che sceglieranno le nostre mete per trascorrere le vacanze estive nel Gargano. E non solo estive.
Una sorprendente unità di intenti mostrata nella sede dell’Associazione "Io Sono Garganico", che ha organizzato oggi 1 giugno 2009, una riunione preliminare, per far nascere una sinergia importante tra le numerose realtà operative sul territorio Intervenute nella sede vichese. Unico scopo prefisso: aumentare l’offerta dei servizi di escursione, guida, educazione e conoscenza delle nostre bellezze naturalistiche, storiche ed architettoniche, con professionalità e competenza, spesso valore aggiunto poco apprezzato.
Se l’appuntamento è nato dal desiderio di mettere in contatto tutti coloro che si occupano di promuovere il territorio garganico con i loro servizi, le loro professionalità, la loro passione, il risultato ottenuto è a dir poco entusiasmante.
Tante le idee proposte e tanta la voglia di fare. Un verbo sempre meno coniugato. A giorni il prossimo incontro, con idee e proposte tradotte in operatività, con il primo intento di fare "un cartello" unico che raggrupperà tutti gli attori protagonisti delle escursioni guidate nel Gargano, seguite da contatti e tutte le informazioni, successivamente da divulgare nelle molte strutture turistiche del Gargano e nei centri informazioni.
Primi passi verso un ordine di idee e di intenti da concretizzare a breve e a medio termine.
Erano presenti Argod da San Nicandro Garganico, Gargano Tour Inside da Vico del Gargano, Giros da Mattinata, Casa Natura Gargano da Monte Sant’Angelo, Giacche Verdi Gargano da Calenella, Vivere il Lago da Cagnano Varano, I Sapori del Gargano da Vieste, Centro Equestre Porta Ruggiano da Manfredonia, Centro Studi Paglicci (rappresentato da Argod), inoltre non hanno potuto partecipare per impegni imprevisti: Ecogargano da Monte Sant’Angelo, Cooperativa Mediterranea da Cagnano Varano, Sinergie ed Explora Gargano da Vieste, ma hanno manifestato pieno interesse per l’iniziativa. Sarà per il prossimo incontro.
Grotta di Pian della Macina
Per proteggere la grotta, l’ingresso è caratterizzato da una gabbia metallica, superata la quale, bisogna attraversare circa 30 metri di galleria di facile percorrenza, che giunge in un’ampia sala.
Ricca di stupende concrezioni stalatto-stagmitiche di considerevoli dimensioni, colonne, formazioni a medusa e drappi; la sala scende per circa 15 metri di dislivello.
La caverna termina con un piccolo ambiente ricco di concrezioni d’incomparabile bellezza sia per la loro purezza che per la tipologia: si tratta di eccentriche (stalattiti che crescono in senso orizzontale dovuto alla corrente d’aria) e coralloidi.
Avvicinamento: Superstrada Lesina-Rodi Garganico. Giunti all’uscita per Sannicandro Garganico, continuare ancora per un chilometro dove s’incrocia sulla destra una strada carrareccia che bisogna seguire ancora per un chilometro. Si giunge direttamente nella dolina dov’è visibile la gabbia metallica.
http://www.speleomontenero.net/
Foto di Domenico S. Antonacci
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Ringrazio il gruppo ARGOD per avermi dato la possibilità di visitare la grotta.
Ne approfitto per invitarvi a visitare il sito www.argod.it
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AD AVVALORARE TALE TESI LE RECENTI TEORIE SULL’EVOLUZIONE DELL’UOMO – MA LE RICERCHE NEL SITO PREISTORICO SONO ANCORA INTERROTTE
di Angelo Del Vecchio
RIGNANO GARGANICO (FG). L’Homo Sapiens di Grotta Paglicci potrebbe avere origini africane e non essere autoctono. A supportare questa tesi le recenti teorie sull’evoluzione della razza europea moderna, sostenuta oramai da quasi tutti i ricercatori italiani e stranieri.
Secondo gli scienziati, circa 200.000 anni fa nasceva in una zona ristretta dell’Africa un uomo differente, dall’intelligenza superiore e da una praticità stilistica e di adattamento fuori dal comune. Si tratta del Sapiens, che nel giro di circa 160.000 anni ha rimpiazzato in tutto il mondo l’ormai obsoleto Homo neanderthalensis.
E’ accaduto anche in Italia, dove la nuova specie si è stabilita principalmente in 7 aree: Grotta Paglicci a Rignano Garganico; Grotta delle Veneri a Parabita e giacimento di Samari a Gallipoli, i due siti leccesi; Caverna delle Arene Candide a Finale Ligure e Grotta dei Balzi Rossi a Ventimiglia (Liguria); Grotta del Romito a Papasidero (Calabria); e Grotta Ticchiara e Sant’Angelo Muxaro ad Agrigento (Sicilia). Questa affascinante teoria parla di 7 mamme progenitrici, che dall’Africa si sono spostate in Europa e diffuse nel globo terrestre. Dall’analisi del Dna mitocondriale, che si trova nel cosiddetto Mitocondrio cellulare (vera e propria centrale energetica degli organismi viventi), si è scoperto che l’attuale razza europea non è più antica di 45.000 anni.
A tale conclusione sono giunti qualche tempo fa i ricercatori del Centro romano di Antropologia molecolare per lo studio del Dna antico, guidato da Olga Rickards, scienziata di fama internazionale. La Rickards ha messo in piedi, assieme al suo team di esperti, una sorta di macchina del tempo, che analizza il Dna più arcaico. E’ grazie a questo Centro (ma anche a quelli di Pisa e Firenze) che si è potuto stabilire con certezza che non c’è alcun legame tra l’Homo di Neanderthal, che visse anche a Paglicci, e l’Homo Sapiens, di cui sono stati rinvenuti due scheletri umani interi nella grotta rignanese (un giovinetto di 11-12 anni, vissuto 23-24.000 anni fa, e una ragazza di 18-21 anni, deceduta 24-25.000). In più, la donna che abitava l’antro di Paglicci è stata certamente la madre evolutiva di tanti Homo Sapiens, che hanno poi colonizzato il Meridione, il Centro e il Settentrione italico. Parlare, però, di una razza nata in loco non è, secondo questa ultima teoria, una dichiarazione esatta.
Infatti, anche la specie vissuta in grotta, a sei-sette chilometri da Rignano Garganico, ha origini Africane. Probabilmente il Neanderthal di Paglicci è stato da essa sostituita, forse a causa della legge principale che disciplina da sempre natura: il più forte vince sul più debole. E oggi è il Dna mitocondriale a dimostrarla con scientificità assoluta. Ma se la scienza fa grossi passi in avanti, non tutto va bene a livello locale. Infatti, come emerso in un recente incontro presso il Museo di Grotta Paglicci a Rignano Garganico tra la Pubblica Amministrazione (maggioranza e opposizione) e i soci del sodalizio culturale, le ricerche sono bloccate da diversi anni e non si capisce bene quando potranno riprendere. Ad occuparsi degli scavi, come noto, è l’Università degli Studi di Siena sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologica della Puglia. Il possibile crollo di una parte della parete esterna della grotta e la necessità di mettere in sicurezza l’intero giacimento, che ad oggi è ancora di proprietà della famiglia Bramante di San Giovanni Rotondo, impediscono di fatto ogni azione di studio diretto.
A ciò va aggiunta la mancata apertura del Museo vero e proprio in paese e la possibilità che il costruendo Museo Virtuale di Grotta Paglicci (da realizzare con fondi Pis Europei per l’ammontare di circa 3 miliardi di vecchie lire) sia affidato dal Parco Nazionale del Gargano, per via dei soliti "dimorfismi burocratici", a ditte o associazioni esterne al territorio, dopo ben 15 anni di intensa e incessante attività del Centro Studi Paglicci, che vanta al suo interno attivisti e professionisti nel campo dell’archeologia arcaica, della peletnologia, della peleontologia, della geologia, del turismo e dell’impresa. In un recente incontro tra il Centro Studi e il presidente della riserva naturale, avv. Giandiego Gatta, quest’ultimo si è detto disponibile a permettere un "continuum" gestionale e a garantire un ritorno economico-occupazionale sul posto.
Se son rose fioriranno…
Ulteriori informazioni su: http://www.paglicci.net
Fonte Garganopress.net
La Puglia potrebbe avere presto uno strumento per la tutela di ciò che c’è nel sottosuolo. Ieri la quinta commissione (ambiente e urbanistica) ha infatti approvato un ddl che riguarda la tutela e la valorizzazione del patrimonio geologico e speleologico.
La nuova legge darà maggiore spazio agli Enti locali che contribuiranno alla segnalazione dei siti e presenteranno progetti di valorizzazione e fruizione.
Il voto di astensione delle opposizioni è stato spiegato dal consigliere della Puglia prima di tutto, Ignazio Zullo: «Condivido le finalità e l’impianto generale della legge, ma auspico che il testo approdi in aula migliorato nella parte che riguarda il controllo ordinario su questi siti che deve essere più severo e sollecito. Suggerisco, quindi, di confrontarsi con l’assessore Barbanente per rendere migliore il testo e rendere sempre meno «appetibili» le violazioni ambientali».
ondaradio.it