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Bari – Quando ancora i dati sono provvisori il trend per la Puglia è in netta controtendenza col resto del Paese e per il futuro più arrivi dall’estero. L’assessore regionale al Mediterraneo traccia un primo bilancio, positivo, della stagione estiva appena conclusa. Presto abolite le Apt per fare posto a un’Agenzia unica per comunicare l’immagine del marchio Puglia. Basta Notti bianche. In autunno per destagionalizzare più spazio a beni culturali e aree naturalistiche anche perché non ci sono più soldi. Il cinema è diventato un valore aggiunto facendo diventare la Puglia un grande palcoscenico.
Assessore regionale Silvia Godelli, quali sono i dati sulle presenze turistiche in Puglia nei mesi di luglio e agosto 2010?
“Non abbiamo ancora i dati definitivi, ma con quelli in mio possesso, il 55% del totale, abbiamo già eguagliato le presenze dell’estate 2009. Mancano le grandi aree di insediamento e le grosse catene alberghiere, quindi alla fine dei conteggi supereremo ampiamente i numeri dello scorso anno. In Italia c’è stato un trend negativo, ma la Puglia ha retto bene e ha registrato un incremento notevole di turisti”.
Qual è la politica del suo assessorato nei confronti del turismo?
“In primo luogo ci stiamo impegnando a promuovere il territorio pugliese attraverso un’azione efficace di comunicazione. Dobbiamo essere in grado di vendere eccellentemente il “brand Puglia” e per questo stiamo puntando soprattutto all’estero, attraverso l’introduzione di nuovi collegamenti aerei diretti con la Svizzera, la Germania e la Russia. In secondo luogo, ho presentato un disegno di legge per riorganizzare la burocrazia del turismo: le Apt ormai sono obsolete e intendo superarle creando un’Agenzia unica per la Puglia, articolata nelle sei diverse province. A mio avviso è necessario dare del marchio Puglia un’immagine unica e coordinare le attività dei territori”.
Cosa sta facendo la regione per rilanciare le imprese alberghiere?
“Stiamo definendo nuovi rapporti con le imprese: da un lato, i bandi che stanziano risorse per il miglioramento strutturale dei luoghi ricettivi, dall’altro, un percorso di aggiornamento professionale per il personale impegnato nelle strutture ricettive, con particolare riferimento alle lingue straniere e all’utilizzo del computer. In questo modo stiamo perfezionando le modalità di accoglienza dei turisti”.
Quali sono gli altri progetti?
“Nell’ambito del Programma Operativo Interregionale (POIN) abbiamo dato vita ad una serie di progetti, da presentare adesso all’Autorità di Gestione, che hanno come riferimenti territoriali il Salento e il Gargano. Nel Gargano è in fase di lancio un progetto per la mobilità su rotaia, treno-tram, e i percorsi ciclabili e pedonali.
Abbiamo approntato un nuovo intervento sul turismo religioso, in modo da ampliare i viaggi e le permanenze non sono ai luoghi di culto. Con il progetto “Città aperte”, la scorsa estate, le chiese, i musei e le aree archeologiche sono rimaste aperte sino a tarda sera. Con l’assessore al territorio Barbanente stiamo mettendo a punto un programma integrato di valorizzazione dei beni culturali e ambientali, per incrementare e destagionalizzare il turismo. E poi non dimentichiamo la rete dei Festival, la Taranta, i Dialoghi di Trani, il Carpino festival e il “turismo slow” che punta a destagionalizzare l’offerta turistica”.
E il turismo nel Salento?
“Il turismo nel Salento è lanciatissimo e anche la scorsa estate abbiamo avuto una grande affluenza. Adesso si dovrebbe operare nel rafforzamento delle identità territoriali creando un contenitore unico, finanziato con i fondi del POIN, e caratterizzato da spettacoli, manifestazioni enogastronomiche e valorizzazione dei beni culturali”.
E il resto della Puglia?
“La Valle d’Itria sta vivendo una fase di rilancio grazie all’interesse manifestato dagli anglosassoni di target elevato (attori, intellettuali, scrittori) nei confronti di trulli e masserie. Nella Bat, oltre al Castel del Monte, il monumento più visitato, al Festival di Andria e ai Dialoghi di Trani, c’è anche la pinacoteca De Nittis a Barletta. Anzi stiamo organizzando a Parigi una mostra sul De Nittis. Qualche problema ce l’abbiamo ancora nel tarantino a causa delle annose ragioni ambientali legate all’Ilva. Presto rilanceremo il Museo Archeologico Nazionale di Taranto attraverso un intervento capillare di comunicazione, sperando che possa tornare ai fasti della mostra degli ori. Gli ori in fondo sono sempre lì…”
Lei è anche assessore al Mediterraneo
“In quest’ambito sono in corso i nuovi programmi europei di cooperazione con i Balcani, con il sud est europeo e con la sponda sud del Mediterraneo. Siamo tra le prime regioni d’Europa per numero e qualità di progetti di cooperazione presentati”.
In che modo la Puglia può rappresentare un crocevia nei rapporti con l’Oriente e con gli stati del Mediterraneo?
“Il porto di Bari è il punto di riferimento per il traffico di merci e persone, soprattutto con i Balcani. Il porto di Taranto, invece, è importante per la logistica e il traffico di navi che arrivano dall’estremo Oriente dopo aver oltrepassato il Canale di Suez, e non a caso è stato siglato un accordo con il porto di Rotterdam per cooperare nella logistica e nel trasporto su gomma.
Per quanto riguarda i Balcani, poi, le relazioni economiche con l’Albania e con i paesi del Corridoio 8, Macedonia, Romania e Bulgaria, sono ben avviate, grazie al commercio import-export e agli investimenti. Molti imprenditori pugliesi si trasferiscono in questi stati per fare impresa, soprattutto nel settore delle energie rinnovabili (numerose sono le aziende di eolico e fotovoltaico installate in Albania) e dell’agricoltura. Siamo una regione agricola e stiamo avviando programmi di cooperazione con gli stati balcanici, del Medio Oriente e del bacino del Mediterraneo, al fine di innovare i cicli produttivi e la trasformazione dei prodotti e cooperare nella produzione. E’ stato avviato, in tal senso, un programma di cooperazione con il Libano per la produzione congiunta dell’olio d’oliva, che verrà poi esportato in territori tradizionalmente privi di olio d’oliva come l’est Europa e la Russia.
Per avere un quadro completo del ruolo della nostra regione, non tralasciamo nemmeno l’impegno per facilitare l’ingresso dei paesi balcanici nell’Unione Europea e i frequenti contatti economici e commerciali con la sponda sud del Mediterraneo, in particolar modo con l’Egitto”.
La cooperazione crea anche nuovi posti di lavoro?
“Certo. Come nel caso della tutela delle coste balcaniche: la nostra regione esporta il know how ma anche tecnici, esperti e manodopera”.
Centralità mediterranea o centralità europea?
“La Puglia ha una centralità mediterranea per ragioni storiche, culturali, sociali, economiche e commerciali. E’ compito dell’Europa non abbandonare le regioni del sud per occuparsi esclusivamente delle regioni centrosettentrionali del continente”.
Trasporti. Quanto sono vicini alla Puglia i paesi del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente?
“Con l’eccezione dell’Egitto, gli altri paesi sono in difficoltà. L’Adriatico è difficilmente navigabile dalle grosse navi a causa dei fondali bassi e in Israele c’è il porto di Haifa, ma all’interno di una zona geopolitica precaria e poco competitiva. Per quanto riguarda i trasporti aerei, non mancano i voli diretti con la sponda africana e mediorientale, mentre per andare nei Balcani siamo costretti a fare scalo a Roma”.
La Puglia può essere ancora un’arca di pace?
“Lavoro ogni giorno per raggiungere questo obiettivo. Mi rendo conto che non si tratta di un’impresa facile, anche perché la politica estera viene fatta dai governi degli stati”.
L’assessorato di cui lei è titolare prevede anche la delega alla cultura. Qual è l’impegno della regione in questo settore?
“Lo sviluppo e la vivacità culturali sono indispensabili in una regione come la nostra. Tra i progetti finanziati con fondi comunitari ci sono i “Teatri Abitati”, un nuovo modo di gestione pubblico-privata dei luoghi di spettacoli dal vivo, che verrà sperimentato all’interno di 12 residenze teatrali. E poi c’è il progetto Puglia Sounds , che valorizza il sistema musicale regionale, e oltre ad una sezione specifica per la musica da camera, permetterà ai giovani talenti pugliesi di misurarsi. Puglia Sounds ha la finalità di co-produrre sul territorio regionale eventi nazionali e internazionali di valore, in collaborazione con i principali centri musicali di Europa, come l’Auditorium – Parco della Musica di Roma e il Barbican Centre di Londra”.
E il cinema?
“Il cinema va a gonfie vele e il nostro territorio è diventato un palcoscenico naturale per le produzioni italiane ed estere. Aumentano a dismisura i film girati nella nostra regione e questo implica nuove opportunità di lavoro, le produzioni, infatti hanno l’obbligo di assumere maestranze locali.
Continua, infine, l’esperienza dei cineporti: dopo il successo di Bari abbiamo aperto il secondo cineporto a Lecce”.
Qual è l’apporto di Apulia Film Commission alla crescita economica e culturale della nostra terra?
“Oltre alle opportunità di nuovi posti di lavoro, i film ambientati in Puglia aumentano l’interesse turistico verso la nostra regione. Dal punto di vista culturale, invece, abbiamo dato vita al progetto Circuito d’autore: in 20 sale sparse su tutto il territorio regionale si proiettano esclusivamente film di qualità. Un altro impegno chiaro, in questo settore, è la promozione dei giovani talenti”.
Quale futuro per la Notte della Taranta?
“Sicuramente florido. Ora la Notte della Taranta deve industrializzarsi e fare accordi di partenariato a largo raggio con tv, imprese, ecc. per rafforzare e vendere meglio il proprio marchio”.
Dopo la spesa di 6 milioni dello scorso anno, si rifaranno le Notti Bianche?
“No, le notti bianche non ci saranno più”.
Come mai?
“Il nuovo assessore regionale la pensa diversamente rispetto al precedente”.
Forse si è resa conto dello spreco di denaro pubblico?
“Non c’è stato uno spreco di denaro pubblico. In quella fase di lancio di una certa idea della Regione Puglia la notte bianca ha funzionato bene e ci sono state ottime ripercussioni turistiche”.
E allora?
“Allora i fondi mancano e i grandi eventi non possono essere fatti ogni anno. I grandi eventi sono previsti in estate. Per destagionalizzare il turismo e proporre un’offerta competitiva anche in inverno preferiamo puntare sulla valorizzazione dei beni culturali e delle aree naturalistiche”.
Un giudizio sul Piano per il sud?
“E che cos’è? Un nuovo modo per derubarci dei finanziamenti che erano previsti per il mezzogiorno e che, come al solito, non vedremo?”.
Quali sono i suoi programmi per i prossimi mesi?
“A breve lancerò il distretto della creatività, che metterà insieme cinema, teatro, arti contemporanee e musica per dare vita ad un distretto economico basato sulla creatività. Insieme al turismo, la creatività è la chiave di volta per lo sviluppo della nostra terra”.
Cosa pensa della Regione Salento?
“E’ una barzelletta. Se si facesse una regione Salento non ci sarebbero nemmeno i soldi per pagare gli stipendi ai dipendenti. Le difficoltà burocratiche incontrate dalla BAT dovrebbero essere un esempio, e si tratta di una nuova provincia, chissà cosa succederebbe con una nuova regione. A cosa serve una regione Salento se non a stare peggio? Forse qualcuno non ha ancora capito che per migliorare le condizioni socioeconomiche dei territori e degli individui bisogna ragionare in termini di coalizioni sempre più grandi, e non più piccole”.
ed il gargano?!
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