Il web raccoglie storie di migranti da tutto il mondo
«That’s me when I was a girl… in a grande park, we went dove c’erano gli alberi… Questa è n’al – tra cosa… quando was engaged, fidanzata…» Le immagini color seppia risalgono al 1947. Scorrono sul video. Una giovane donna al parco, una festa di fidanzamento. Il matrimonio. Il Bronx, New York. La voce è quella di Rosa Giordano, nata in America da genitori di Carpino. È lei la protagonista di quel filmino quasi dimenticato. E alzi la mano chi non ha, in famiglia, uno zio d’America, un cugino che non parli quella lingua ibrida, a metà fra un dialetto dimenticato anche in patria tanto che è vecchio, e un nuovo idioma. Inglese, americano, spagnolo o portoghese.
Ai migranti pugliesi in tutto il mondo e alle nuove vite che hanno costruito è dedicato il progetto «Life of Apulian Migrants», realizzato dall’associazione foggiana MamApulia e che è stato presentato sabato sera
a Foggia, nella sede del Foto Cine Club in occasione dell’inaugurazione della mostra fotografica sull’emigrazione pugliese intitolata «I tre colori dell’emigrazione» (aperta fino all’8 maggio). Un progetto finalizzato al recupero dei filmati di famiglia e delle fotografie degli emigrati pugliesi attraverso il portale http://www.lifeofapulianmigrants.org.
«Video, foto, ma non solo», spiega Mirko Notarangelo, uno dei referenti dell’associazione MamApulia presente alla serata insieme a Gabriella Roselli. «Cerchiamo ogni testimonianza, anche semplici registrazioni audio, interviste, documenti ed ogni altra testimonianza che ci possa essere utile a capire
eraccontare come gli emigranti pugliesi si siano integrati in un nuovo Paese». È sempre più difficile trovare materiali video e fotografici d’epoca. Spesso giacciono dimenticati in fondo a vecchie valige, in soffitte o cantine. C’è il rischio che possano finire nella spazzatura, una volta venuti a mancare i diretti protagonisti. Anche se sempre più diffuso è fra i giovani di origine italiana il senso di appartenenza, coltivato dalla associazioni di italiani nel mondo. «Ci sono giunti persino filmati in formato Super 8, o videocassette. Il nostro impegno è quello di digitalizzarli, e poi di rispedirli al mittente».
L’associazione è no profit, si sostiene con il lavoro volontario dei soci ed è aperta a donazione e sponsorizzazioni. «È un doppio scopo quello che l’associazione si propone – aggiunge Gabriella Roselli -.
Il primo, quello evidente, consiste nel recupero e conservazione della memoria storica di chi ha abbandonato la terra natìa per cercare fortuna altrove. Il secondo scopo è quello di creare un legame con le seconde, terze e quarte generazioni, i figli e i nipoti degli emigranti. Sono loro, i giovani, i più tecnologici, coloro che più facilmente hanno accesso al web e potrebbero aderire al nostro progetto, caricando sul portale i materiali di famiglia. Così facendo potrebbero scoprire storie che non conoscono, e stabilire un legame con la loro terra d’orgine». [ste. lab.]
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