Se il brano più conosciuto nell’ambito della riproposizione è la cosiddetta Tarantella del Gargano (sunèttë nella forma di tarantella alla mundanarë cantanta da Andrea Sacco), quello che invece ha permesso l’approfondimento delle ricerche su Carpino è Alla Carpinese, un titolo probabilmente dato dagli stessi due ricercatori che in realtà si compone di due sunèttë: pijiti la palèll’e va’ pë’ fòchë – Lucë lu solë quannë jè bonë tempë.
Sono questi due sonetti che vengono pubblicati dalla Columbia nel 1957, in Southern Italy and the Islands e successivamente ripubblicati in una edizione italiana dalla Pull nel secondo volume del Folklore musicale italiano nel 1973.
I sunèttë sono stati registrati al lago di Varano e cantati da Vincenzo Grossi. Entrambi i sonetti sono accompagnati dalla sola chitarra battente suonata dallo stesso Grossi sul ritmo melodico della Viestesana.
Questo il testo cantato trascritto dall’etnomusicolo Salvatore Villani:
vai pí’ fochi
pijiti la palèll’e va’ pë’ fòchë
va’ ’lla casë di
va’ ’lla casë dillu ’nnamoratë
pijiti doi orë
spassi jochi
pijti doi orë di spassi joche
se mamëtë ci n’addone
e mamëtë ci n’addonë di li jochë
dillë che so’ fajellë vampà dë fochë
Sarà lo stesso Villani ad informare che in realtà il cantato di Grossi manca dei due versi iniziali:
Non të l’e’ dittë ’na parola malë
t’ejë dittë se vu’ fa’ l’amorë
Questi versi mancheranno in tutte le esecuzioni di riproposta a partire da quella iniziale di Carmelina Gadaleta (contenuta nel disco dell’Albatros Canti popolari di Puglia e Lucania, La buona sera.) fino al CD del 2000 coordinato da Eugenio Bennato dove il primo sonetto viene riproposto dai giovani cantori di Carpino, nella forma di tarantella alla rurianë.
Qui video.php?v=1246111201220 è possibile ascoltare la voce di Vincenzo Grossi in Pijiti la palèll’e va’ pë’ fòchë – Lucë lu solë quannë jè bonë tempë – Giojë l’occhjë tuuë so’ dui fiorillë.
Vincenzo Grossi, detto lu toms, nasce a Carpino nella famiglia Scarpunettë. Contrariamente a quanto riportato da Lomax e Carpitella non è pescatore, ma come ci informa Antonio Mario Russi “a quel tempo viveva giorno e notte facendo il guardiano in un oliveto nella zona delle terre a Sant’Anna e nelle sere d’estate si sentivano da lontano le sue canzoni”. Lino Bramante conferma quanto dice Antonio Mario Russi ed in merito alle sue esibizioni canore dice “che i suoi canti si sentivano nelle notti calme venire fino a sopra il corso dove abitavo”.
Dopo le registrazioni di Lomax e Carpitella, Vincenzo Grossi è protagonista di una nuova avvventura. Questa volta in trasferta a San Remo.
Salvatore Villani nella prefazione del libro “Andrea Sacco suona e canta. Storie di un suonatore e cantatore di Carpino” di Enrico Noviello, afferma che Andrea Sacco, con Vincenzo Grossi, Michelantonio Maccarone e Gaetano Basanisi furono portati a San Remo nel 1957 da Diego Carpitella per portare le serenate per le strade della città.
Questa affermazione mi portato a riflettere sul fatto che non esistono registrazione targate Carpitella su Carpino fatte salve quelle compiute con Lomax nel 1954. Quindi mi pare strano che Carpitella ritorna a Carpino nel 1957 e con i cantori fa questa spedizione a Sanremo ma sente la necessità di effettuare altre registrazioni tanto più se nella cittadina ligure vanno per portare le serenate ed ha a disposizione un gruppo di cantori e non singoli cantori come nel 1954.
Pongo la questione allo stesso Etnomusicolo che conviene con me tant’è che nel suo ultimo lavoro (I cantori e musici di Carpino, 2012) dice di non aver menzionato più Carpitella.
Inoltre lo informo che Antonio Mario Russi sostiene che “Zi Andrea, Toms ed un’altra persona che non ricordo chi fosse parteciparono San Remo ad un concorso di canzoni dialettali popolari e vinsero il 3 premio e ricordo che si esibirono in piazza durante la festa di sanRocco e loro portarono a conoscenza della loro avventura canora.
Sulla base di questa sollecitazione Villani si reca nei giorni scorsi a Carpino per effettuare nuove domande ai propri informatori e viene fuori che in effetti Vincenzo Grossi e gli altri si recano a SanRemo non perchè invitati da Carpitella, ma da “un personaggio carpinese che nella città rivierasca svolgeva la professione di agente musicale. Quindi Carpitella non c’entra nulla”.
Rocky Valente, nato a Carpino ma trasferitosi a Melbourne in Australia conferma che “ricordo di aver visto un gruppo (3-4) di cantori sull’orchestra in piazza per San Rocco …presentati dal figlio del tabbaconista che era sulla villa. E se non sbaglio hanno presentato un certificato come premio ricevuto a San Remo, …era nel 59-60.
Nella discussione interviene Enrico Noviello: Andrea Sacco raccontava di due visite dei professori: la prima nel 1954 (Lomax/Carpitella), e la seconda “da Bologna” nel 1961 (S-carpitella/Leydi). Probabilmente i racconti di Andrea non erano precisi per le date e per le successioni di eventi. Nella ricostruzione che faccio a partire dai dati di cui dispongo, Andrea racconta che a seguito della prima visita Carpitella chiese a Sacco di fondare un gruppo, i cui nomi corrispondono a quelli da te citati, Antonio. Poi, a seguito della seconda visita, e più probabilmente vicini alla data di Milano, Andrea fonda il secondo gruppo, i cui componenti citati anche da Andrea sono: Basanisi Gaetano, Rocco di Mauro, Di Cosimo Antonio, Giuseppe Conforti, Angela Gentile. Per quanto concerne Sanremo, Andrea raccontava di esserci stato con il primo gruppo, ma la data ricorrente nei suoi racconti è quella del 1963.
A questo punto Salvatore Villani afferma “Veramente, Andrea Sacco molti anni fa mi diceva di essere stato a San Remo con Scarpunette (Vincenzo Grossi), con dovizie di particolari verso il 1957. Ma si sa, chi studia le scienze sociali, e in questo caso l’etnologia, deve sempre mettere a confronto le informazioni orali con le fonti scritte, vanno sempre verificate e ri-presentificate. La ricerca euristica è importante per scrivere la storia delle classi ‘subalterne’. La mia presentazione al libro testé citato, del 2005, difettava delle fonti scritte. Nel mio nuovo libro, avendo a disposizione una copia dell’articolo del Secolo XIX, datato 3 luglio 1962, segnalatomi dal mio caro amico etnomusicologo genovese Mauro Balma, ho potuto emendare la fonte orale.
Alcuni giorni dopo è lo stesso Etnomusicolgo a farsi risentire: Dal mio libro I cantori e musici di Carpino: “Nell’estate del 1962, Vincenzo Grossi viene chiamato ad organizzare un piccolo gruppo di musici carpinesi, per partecipare alla IV Giostra del Menestrello, concorso canoro ideato da Mario Giani, in arte Clizia, nel centro storico di San Remo. Come da regolamento il gruppo non può superare i cinque componenti, ed è così che Vincenzo Grossi (voce e chitarra battente), che compare come referente per le Puglie in un articolo del quotidiano «Il Secolo XIX » con il suo soprannome ‘Scarponetto’ (in dialetto carpinese ‘Scarpunèttë’), contatta per l’occasione Andrea Sacco (voce e chitarra battente),
Giuseppe Conforte (voce e chitarra francese), Michelantonio Maccarone e Gaetano Basanisi (chitarre francesi), per cantare e suonare per le strade del centro di San Remo.
Ricorda a tal proposito Andrea Sacco:
“Eh! Con lui siamo andati a San Remo. […] Mi ha chiamato Grossi Vincenzo. Ha chiamato me, ha chiamato Basanisi, [per l’] accompagnamento, poi ha chiamato a Maccarone Antonio, la chitarra francese Conforte Giuseppe. Cinque persone.
[…] Ci hanno dato una cosa d’argento, un pigna d’argento.“
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Nel 1958 Mario Giani, in arte Clizia, promuove l’associazione “Amici della Pigna” con la quale organizza una riuscita manifestazione per alcuni anni: la “Giostra del Menestrello”, che si terrà per cinque edizioni, fino al 1963.

La giostra del menestrello Sanremo
Ci piace concludere ricordando che i due sonetti di Vincenzo Grossi girano il mondo riproposti ad esempio come in questo video da Marco Beasley e Pino De Vittorio
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