Recensione scritta da Deep-Frenk per DeBaser.
9 febbraio 2011
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Da una costola della Nuova Compagnia di Canto Popolare nacque la carriera solista di Eugenio Bennato. Insieme a Carlo D’Angio decise di formare un altro progetto musicale che rielaborasse e proponesse musica popolare (o per dirla all’inglese folk).
Nel 1976, quindi, nascono i Musicanova e nello stesso anno pubblicano il loro primo album per la Philips: “Garofano d’ammore”. Fanno parte del gruppo, oltre a Bennato e D’Angio, anche il giovane percussionista Toni Esposito, Gigi De Rienz, Robert Fix e la fantastica Teresa De Sio, in assoluto una delle migliori voci del panorama folk di sempre. Il disco contiene circa 40 minuti di musica suonata ad altissimo livello, con Bennato che rielabora canti e canzoni soprattutto della Puglia e del Gargano, la terra della chitarra battente, uno strumento musicale pressoché sconosciuto al mondo intero e che fu ideato e sviluppato da musicisti del calibro di Andrea Sacco e Antonio Piccininno. Il maestro Bennato decide a sua volta di approfondire lo studio di questo strumento, tanto fondamentale nei suoni delle tarante e delle pizziche.
L’album presenta 10 tracce che spaziano tutti i generi della musica popolare meridionale. Rispetto ai lavori con la Nuova Compagnia di Canto Popolare, l’album di Bennato presenta un ritorno alla “semplicità esecutiva” rispetto agli arrangiamenti più elaborati (dovuti anche all’influenza di Roberto De Simone). Nonostante ciò non si deve affermare che le canzoni riproposte in “Garofano d’ammore” siano a-tecniche o banali. In “Bella figliola ca sta ‘nfenesta”, una serenata a ritmo di tarantella che descrive l’approccio di un giovane ad una ragazza affacciata alla finestra, v’è il titolo del disco; si mantiene sullo stesso tema, ossia la trattazione di una bella donna, anche la successiva “Montanara”, che riprende il tema classico della Tarantella del Gargano, un mid-tempo dall’atmosfera sognante (ripresa successivamente anche in “Lezioni di Tarantella” del 1999, questa volta eseguita dallo stesso Andrea Sacco). Bennato si spinge su un sentiero altamente tecnico e ben riuscito con la “Tarantella di Sannicandro”, “Ballo cantato per mandoloncello, violino e percussioni” e con la “Pizzica Taranta”, nelle quali si possono apprezzare le doti (per altro note) di Toni Esposito, soprattutto nella Tarantella di Sannicandro, e la voce calda ed energica di Teresa De Sio, che da il meglio di se, come sempre. Un altro saggio di tecnica il maestro Bennato ce lo da con la strumentale “Ballo per chitarra”, che anticipa l’ultimo brano dal titolo eloquente: “Canto finale”, una tammurriata.
“Garofano d’ammore” rappresenta la prima pietra posata da Bennato nel suo cammino verso la riscoperta delle origini musicali del meridione.
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