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Comunità Montana…….no grazie

Non si faceva altro che parlare, a ragion veduta, di sprechi e di privilegi della politica.
La discussione era stata innescata dalla pubblicazione del libro di Gian Antonio Stella e di Sergio Rizzo, "La Casta", che sul retro della copertina era così presentato:
"Che futuro ha un paese dove la fame di poltrone ha spinto a inventare le comunità montane a livello del mare? Dove il Quirinale spende il quadruplo di Buckingham Palace?
Dove una "lasagnetta al ragù bianco e scamorza" dello chef del Senato costa la metà di una pastasciutta alla mensa degli spazzini? Dove ci sono partiti nati dalla mutazione genetica di una bottega di cuoio o ombrelli?
Dove conviene fiscalmente regalare soldi a una forza politica piuttosto che ai bambini lebbrosi?
Che futuro ha un paese così?"
Un confronto che ha alimentato, non a torto, il sentimento di antipolitica di vasti settori della società italiana e che ha costretto tutti i partiti, nelle successive campagne elettorali, a promettere di correre ai ripari rispetto ad una politica che non aveva, e non ha, come obiettivo il bene comune e la sana amministrazione e che ripropone ad ogni atto la grande e irrisolta “Questione morale”. Promesse, possiamo di nuovo dirlo e ripeterlo ad alta voce, da “marinaio”.
Pertanto, non ci siamo sentiti affatto amareggiati, quando le vicende politiche della nostra regione hanno prodotto la soppressione di tutte le comunità montane in Puglia.

Le comunità montane del mare e delle colline non erano forse diventate l’emblema di una politica sempre più ingorda e desiderosa di dispensare posti di sottogoverno, sottraendo risorse alla vera montagna?
Non avevamo detto che i nostri comuni garganici potevano essere gestiti tranquillamente, e forse meglio, dagli altri enti: comuni, provincia, Parco, Regione?
Non fece bene l’assessore regionale alla gestione delle risorse, Guglielmo Minervini, a ritirare il disegno di legge di riordino, facendo decadere le comunità montane e, in tal modo, combattendo gli sprechi e i privilegi di una classe politica che costituisce sempre più un’oligarchia insaziabile e auto-referente?
Per una volta che la politica aveva selezionato le parole giuste a generare fatti concreti chiudendo il cerchio tra parole e fatti, ci è toccato subire a malincuore la decisione della Corte Costituzionale di riaprire anche la comunità montana del Gargano.
Questa sì che è una decisione che ci ha amareggiati!
Una decisione che ci riporta indietro ad un passato senza arte né parte, inglorioso e non limpido.
Un’amarezza che cresce di giorno in giorno, rispetto alla totale indifferenza dell’Ente riguardo alla richiesta di commissariamento alla regione Puglia, presentata dal Prefetto di Foggia a causa della totale incapacità e volontà di applicare la nuova legge regionale.
Ancora una volta, il buon giorno non si è visto dal mattino! Solo gli ingenui possono sperare di vederlo al calar delle tenebre.

Vieste, 21 novembre 2009
Articolo di Michele Eugenio Di Carlo

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