SAN MARCO IN LAMIS. Ossa appartenenti a due corpi umani erano stati trovati il 4 agosto scorso nella grotta di Zazzano nel territorio di S.Marco in Lamis, i resti ossei di un terzo cadavere sono stati scoperti dai carabinieri nella stessa zona. Il terzo corpo era in un sacco di tela iuta che conteneva anche una cintura ed un paio di scarpe.
Dopo aver prelevato con tutte le cautele i resti umani custoditi all’interno della carcassa di un’auto in cima alla piramide di mezzi buttati nella grava, le operazioni coordinate dai carabinieri proseguono con il riportare alla luce – utilizzando una gru – proprio le carcasse. Sei i mezzi da recuperare: cinque auto ed un trattore. Una volta finita questa fase di «estrazione», si dovrà passare al setaccio tutto il terreno in cerca di eventuali altri resti umani. Speleologi e vigili del fuoco erano già scesi nella grava di «Zazzano », su richiesta dei carabinieri, nel maggio del ‘92. In quel periodo i carabinieri indagavano sulla triplice lupara bianca di San Giovanni Rotondo (due fratelli ed un amico spariti nel gennaio del ‘91, nell’ambito di una guerra di mala nata a Milano che vedeva coinvolto uno degli scomparsi) e ipotizzarano che i killer potessero essersi disfatti dei cadaveri e della «Fiat Ritmo» di una delle vittime, scaricandoli nella grava profonda 107 metri. Gli speleologi in occasione della discesa del maggio ‘92 non trovarono i cadaveri dei tre sangiovannesi (il tranese Salvatore Annacondia qualche mese dopo si pentì, parlò di 40 omicidi e confessò anche il triplice omicidio, sostenendo d’aver bruciato i corpi vicino Trani), ma rinvennero la targa della «Alfa 164» di Giuseppe Ventrella, l’apricenese sparito da casa a gennaio ‘91 e che si pensa possa essere rimasto vittima della lupara bianca. Adesso che le carcasse delle auto vengono via via estratte dalla grava di Zazzano, si accerterà se tra esse c’è anche la «Alfa 164» di Ventrella.
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