“Piuttosto che niente è meglio piuttosto” dice un detto consolatorio ripetuto più volte negli ultimi periodi, ma il punto però è che non si è partito dal niente, ma piuttosto che sostenere nell’innovazione il Carpino Folk Festival, magari spronandolo a condividere le sue buone pratiche con il resto della comunità, si è deciso di mortificare i temperamenti costruttivi, di dividere e contrapporre gli interessi in gioco e far vincere le dinamiche scoraggianti di paese. Ma chi ne ha pagato le conseguenze se non proprio quelli che si diceva di voler tutelare?

Fate pure un breve sondaggio tra i commercianti e se vi rispondono di pancia e non da militanti vedrete se vi diranno che è meglio adesso, con il paese vuoto e i consumi sottoterra.
Prendiamo la munezza come indicatore dei consumi, questa è la situazione della raccolta dei rifiuti degli ultimi mesi di agosto:
193.860 kg 2019
219.780 kg 2018
212.030 kg 2017
215.770 kg 2016
212.869 kg 2015
213.370 kg 2014
Non c’è niente da ridere.
SENZA CARPINO FOLK FESTIVAL IN PAESE SI PRODUCONO MENO RIFIUTI PERCHÉ SI VA A CONSUMARE ALTROVE.
Cazzi loro, direte. No, cazzi amari perchè il calo dei consumi è solo l’effetto piu evidente. Il danno economico è ingente, ma ancora più grave è la perdita delle aspettative sentimentali, aver detto ai giovani fuori dal circo magico che è inutile coltivare sogni, speranze, fiducia in se stessi, è inutile coltivare il conflitto e attivarsi per la creazione di valori e di cultura necessari per cambiare passo e far uscire dall’abitudinario il nostro paese, meglio stare buoni, zitti, con le mani in mano perché poi, colpendo le avanguardie, sminuendo chi brilla di valore proprio, alla lunga vince sempre l’eroe locale che si adopera per demolire qualunque iniziativa altrui.
Aggiornamento. Per un caso di studio sull’impatto economico che un festival può avere sul proprio territorio, nel 2020/2021, nel mese in cui si svolgeva il festival, si registra un calo di rifiuti raccolti a 162.232 kg nel 2020 e 163.600 kg nel 2021 (nel 2022 raccolti 160.910 kg – estate Jova Beach Party senza restrizioni covid) e quindi di consumi effettuati. In un contesto di sostanziale tenuta dei dati turistici in Puglia, nonostante il covid e con un incremento forte nel 2021, la piccola economia paesana è invece caduta rovinosamente perché da Carpino se ne sono andati tutti, specialmente chi è rimasto. Si perché questi dati purtroppo confermano che se non si attiva il capitale sociale locale riprende vigorosamente la tendenza depressiva delle aree interne che nel suo territorio il Carpino Folk Festival per 20 anni aveva tentato di rallentare, senza festival si torna ad andare altrove e lo spopolamento negli ultimi due anni è più che raddoppiato rispetto alla media ventennale (dati Istat).
È questo un problema? Neanche per sogno. Lo spopolamento, il recupero e la valorizzazione delle tradizioni, la cultura, il senso d’identità del paese, io la fiducia degli abitanti non sono affatto un problema. Il problema è la perdita di un presunto primato locale di città degli eventi. Facciamo qualcosa, esattamente come quando un locale mette musica ad alto volume per attrarre i clienti e se un concorrente la mette pure lui allora si alza il volume più forte. È cosi si mette su un’operazione artificiosa, di parte, neanche minimamente mascherata che la gente capisce bene.
La bellezza si frantuma di fronte all’ignoranza dei nostri amministratori perchè ogni volta che alzeranno il volume dell’evento adibas per la legge del contrappasso non faranno altro che invocare l’autentico e vero Carpino Folk Festival e il rammarico per quello che poteva essere e non è stato ogni volta sarà maggiore. Buon lavoro, fateci vedere ancora cosa siete capaci.
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