Il cantore più famoso delle Puglie ci ha lasciati oggi pomeriggio.
ANTONIO PICCININNO (18 febbraio 1916 – 9 dicembre 2016), patriarca centenario del canto alla carpinese. Figura filiforme, tratto asciutto e austero, occhi intensi di chi ha trascorso una vita dura. Ultimo dei grandi cantatori, padrone delle serenate, dei sonetti e degli stornelli, di espressioni sonore complesse, contraddistinte da off-beat, alternanze ritmiche, voci che vanno oltre il sistema temperato. La sua storia coincide con quella della ricerca etnomusicologica e delle diverse stagioni del folk revival nostrano*.
Ci sono uomini che posseggono i talenti per rappresentare, oltre se stessi, una intera epoca.
La prima esibizione conosciuta di Antonio Piccininno fuori dai contesti tradizionali risale all’8 aprile 1980 presso il Teatro San Ferdinando di Napoli.
Sempre presente sul palco del Carpino Folk Festival insieme ai Cantori di Carpino, Piccininno è oggetto di studi sulle tradizioni musicali italiane; Antonio in particolare viene interessato per la prima volta da tali studi nei primi anni 80 da Roberto Lèydi, considerato tra i fondatori dell’etnomusicologia scientifica in Italia, ed è portato alla ribalta nazionale dai cantautori e musicisti Eugenio Bennato e Teresa De Sio.
Segue un breve elenco delle ricerche, dei documenti sonori e dei film in cui appare come protagonista.
Ricerche scientifiche
1980/tuttora, Salvatore Villani
1980/1987, Michele Giuseppe Gala
1984, Gabriele Leggieri, Giovanni Canistro
1987, Ettore De Carolis
1988, Roberto Leydi con Salvatore Villani (monografia)
2001/2009 Adriano Castigliego
2010/2011 Enrico Noviello e Pio Gravina
Documenti sonori rilevanti
1997, I cantatori e suonatori di Carpino / Salvatore Villani, NOTA/EDT
1997, Guitares “battente” du Gargano / Salvatore Villani, Nanterre (France), CD Al Sur
1997, La voce del Gargano
1999, Canti della memoria. Canti tradizionali del Gargano Francesco Nasuti, Centro Grafico Francescano
2000, Lezioni di tarantella / Eugenio Bennato, DVF
2000, La tarantella del Gargano / Giuseppe Michele Gala, Ethnica
2001, Tarantella del Gargano / Eugenio Bennato, DVF
2002, Ragnatele: Antologia di voci e suoni della Puglia / Antonello Lamanna
2004, Alla carpinese: il sonetto garganico nei canti popolari di Carpino / F.Nasuti, edizioni FN
2006, Stile, storia e musica alla carpinese / I Cantori di Carpino, Mea Sound
2007, Le tribù italiche. Puglia, EDT
2007, Canti, poeti, pupi e tarante / Valter Giuliano, Squilibri
2008, Antonio Piccininno. Cantatore e Raccoglitore dei Canti Popolari di Carpino Cd allegato al libro / Salvatore Villani, Centro Studi Tradizioni Popolari del Gargano e della Capitanata
2011, Canti e suoni della tradizione di Carpino / E.Noviello-P.Gravina. Kurumuny
2012, I cantori e musici di Carpino. Le tarantelle del Gargano, Salvatore Villani, NOTA/EDT
2016, Chi sonä e càntä no nmore màji / I Cantori di Carpino, STUDIOUNO
Film da (co)protagonista:
1996, Foggia, non dirle mai addio, Luciano Emmer (con Eugenio Bennato)
2000, Chi ruba donne, Maurizio Sciarra (con Eugenio Bennato)
2005, Craj, Davide Marengo (con Teresa De Sio, Giovanni Lindo Ferretti)
2007, Les Chanteurs de Carpino, Thierry Gentet
2010, Buon giorno Zi Antò, Aldo di Russo (con Roberto De Simone)
2015, Le storie cantate. Viaggio tra i Cantastorie di Puglia, Trevisi-Morisco
Antonio Piccininno (Pecceninne), il cantore con le nacchere, era nato il 18 febbraio 1916 a Carpino, in provincia di Foggia.
All’età di due anni perse entrambi i genitori a causa dell’influenza spagnola e venne affidato ai nonni materni. A otto anni dovette contribuire al mantenimento della famiglia ed fù mandato a guardare le pecore. Nei boschi di quello che oggi è il Parco Nazionale del Gargano i pastori adulti gli tramandarono i canti popolari che lui ripetette ossessivamente guardando le pecore. Diventato adulto lasciò il mestiere del pastore e si dedicò alla coltura dei campi.
Pastore e, contadino, con le sue 100 primavere rappresenta una delle “personalità più interessanti, autentiche e complesse della tradizione musicale del Gargano. Cantatore eccellente, tra i più anziani del paese, porta con sé un bagaglio di conoscenze che lascia quale eredità culturale alle nuove generazioni. La sua testimonianza di vita, la sua interpretazione canora e la sua raccolta di canti sono punti di riferimento imprescindibili per un’adeguata comprensione della sua unicità. Il suo percorso si colloca in un ambito intermedio tra oralità e scrittura, frutto di stratificazioni in progress di apprendimento, dalla fase mnemotecnica orale del periodo giovanile, alla fase della partecipazione diretta ai riti collettivi delle serenate e dei balli (quando non ancora defunzionalizzati), alla fase dell’appropriazione autodidattica della scrittura per la raccolta dei canti popolari (Villani S., 2008)”.
Ass. Cult. Carpino Folk Festival
*Ciro De Rosa
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