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Chiesa Madre di San Nicola di Mira a Carpino

La Chiesa, sita nell’antico quartiere “La Terr”, situato a Sud-Ovest del paese, è ubicata nella parte più alta della collina dove sorge Carpino.
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Nessuna notizia su questo tempio è stato possibile rintracciare antecedentemente al Sinodo del 1678. Da tale documento si apprende che l’Arcivescovo Fr. Vincenzo Maria Orsini la consacrò il 22 Ottobre 1678 in onore di San Nicola di Mira, mettendovi le reliquie dei SS Martiri Dionisio e Lelio.

Non ci sono altre notizie fino al 1837 quando la nostra collegiata è richiamata nella relazione dell’Intendente Cav. Gaetano Lotti, letta all’apertura della sessione del Consiglio Provinciale di Capitanata: “…. Nella Capitale della Provincia fu aperto a’ fedeli il tempio di San Francesco Saverio; sono prossimi ad aprirsi quelli novellamente costruiti in Vieste, Lesina…. Carpino..”
Questo fa supporre che la nostra Chiesa Madre, verso la fine del ‘700 od inizio ‘800, sia stata distrutta o fortemente danneggiata, forse da eventi tellurici.
Dai registri comunali, deliberazioni del Consiglio e della Giunta, si sono ricavate le seguenti notizie: il Consiglio in data 13.05.1873 delibera di affidare ad un ingegnere la redazione di un progetto di massima per la restaurazione della Chiesa. La Giunta il 03.06.1876 delibera un sussidio per la prosecuzione dei lavori di restauro indispensabili, essendo stata la Chiesa Madre danneggiata da varie scosse di terremoto; il 14.04.1886 decide di concorrere alla spesa per la riedificazione del campanile abbattuto da un fulmine. Infine la stessa giunta in data 04.05.1895 delibera di pagare le spese per far rifondere la vecchia campana che pesava Kg 175 mentre la nuova è risultata di Kg 208.
La Chiesa di San Nicola di Mira è definita Madre in quanto rappresentava e tuttora rappresenta la più grande Chiesa del paese.
Ad essa si accede tramite due scalinate contrapposte site alla fine dell’attuale Corso Vittorio Emanuele II.

La facciata principale, decorata, presenta delle nicchie con delle statue in pietra, mentre sopra il portale vi è un finestrone, con vetri colorati, che immette luce direttamente sull’abside.
Agli spigoli della facciata vi sono due statue di pietra con al centro del timpano del tetto una croce in ferro battuto.

All’interno è costituita da un’unica navata, particolarmente maestosa, con lo sfondo sito sotto la cupola. La luminosità è assicurata dalla presenza di finestroni a vetro, situati ai lati della navata centrale.

La cupola, che si erge al di sopra dell’altare maggiore, si presenta completamente affrescata al contrario delle altre parti della chiesa, dove diversi interventi di restauro hanno irrimediabilmente rovinato gli affreschi esistenti. Ai quattro angoli della cupola sono rappresentati, su supporto di tela, i quattro evangelisti (San Matteo, San Marco, San Luca e San Giovanni).

Il tetto della Chiesa Madre è sorretto da un doppio sistema di capriate lignee, attualmente in forte stato di degrado.

La capriata più grande è del tipo “composta” e serve a sorreggere la copertura esterna (tavelloni, guaina, coppi e tegole).

La capriata più piccola, invece, anch’essa di tipo “composto” serve a sorreggere la controvolta affrescata sita all’interno della Chiesa. Essa è costituita da un sistema di cannucce intrecciate con il gesso.

Il campanile, invece, sorge addossato sull’angolo sinistro della Chiesa, sporgendo dal perimetro della stessa. Esso si sviluppa su tre livelli, nell’ultimo dei quali ci sono le celle campanarie e la vecchia cupola di copertura.
Attualmente l’antica cupola di copertura si presenta completamente inglobata all’interno della porzione di campanile ricostruita.

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