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Chi erano i briganti

Il cadavere di MICHELINA DE CESARE (1841-1868), brigantessa campana uccisa ed esposta nudaIl 17 marzo 1861: con la proclamazione dell’Unità d’Italia, si dà coronamento politico alla guerra vinta dagli eserciti franco- piemontesi. Il Regno delle Due Sicilie (che comprendeva anche Puglia e Basilicata) è stato battuto. La Penisola è conquistata ma l’Italia è «fatta» solo sulla carta. Il Sud è in rivolta e «Brigantaggio» è il termine (dispregiativo) con cui è stato definito il braccio armato dello scontento meridionale. 

Ma «chi» erano i briganti? Difficile a dirsi, visto che stiamo parlando d’un fenomeno che è durato, mutando, per circa dieci anni. Briganti e brigantesse sono sì i braccianti affamati ma anche borghesi e ufficiali, ex-garibaldini delusi, fedelissimi dei Borbone e appartenenti al disciolto esercito di Francesco II. C’erano pendagli da forca, è vero. Ma anche idealisti. C’erano banditi che razziavano sventolando la bandiera bianca gigliata borbonica e ma anche combattivi esempi di ricostituito esercito «duosiciliano». 

Sembra acclarato che loro alleati (e finanziatori occulti) fossero sia i reazionari borbonici, sia la Chiesa cattolica. Tantissime le azioni paramilitari che furono operate grazie agli ex ufficiali e soldati dell’Esercito delle Due Sicilie e numerose le insurrezioni popolari concordate e/o supportate. Ma anche le stragi, le torture. Come le sevizie patite da 16 giovani Cavalleggeri di Saluzzo catturati dai briganti vicino Melfi il 12 marzo 1863. Soltanto sei di loro ne uscirono vivi. Il loro comandante, il milanese Giacomo Bianchi, ancora moribondo, fu decapitato e la testa esposta sul tetto d’una masseria per vendicare l’uccisione, avvenuta qualche giorno prima, di 9 briganti. 

La situazione divenne così grave che, grazie alle pressanti richieste della Sinistra, nel 1863, fu istituita una commissione parlamentare d’inchiesta sul Brigantaggio. Nelle conclusioni, pur riconoscendo che era la miseria dei contadini ad alimentare il fenomeno, si decise di usare la forza. Il 15 agosto 1863 con la Legge Pica (rimasta in vigore fino al 31 dicembre 1865), il Sud fu letteralmente preso d’assedio. Furono inviati oltre 120mila soldati. Vennero istituiti tribunali militari. E rastrellamenti di massa, per acciuffare i giovani maschi meridionali renitenti alla leva obbligatoria piemontese. 

Decine gli eccidi, di cui resta traccia negli Archivi statali e comunali. Città e paesi venivano conquistati e liberati ora dagli uni, ora dagli altri. Guardia Nazionale, Regi Carabinieri, Bersaglieri fucilarono migliaia di briganti. Spesso si facevano fotografare con le loro «prede» dagli occhi sbarrati. I corpi senza vita, anche di brigantesse (come Michelina De Cesare che fu esposta nuda; si vedano le foto in questa pagina), venivano sistematicamente mostrati nelle piazze, come monito. Fu vera guerra. Guerra fratricida. Così si «fece» l’Italia. 
MARISA INGROSSO
(Nelle foto: la brigantessa campana Michelina De Cesare (1841-1868); giovane e bellissima col suo fucile e il suo cadavere, esposto in pubblico)

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