Finalmente anche Ischitella ha la consapevolezza del suo patrimonio culturale «immenso»
di FRANCESCO MASTROPAOLO
ISCHITELLA – Un unico filo culturale per risalire alle radici della popolazione garganica, partendo da quelle che sono le testimonianze dell’immenso patrimonio che, grazie alla Sovrintendenza regionale e alla Guardia di finanza, è possibile oggi "leggerne" tracce significative. Una vera e propria miniera di reperti che, periodicamente, vengono portati alla luce. L’ultimo, alcuni settimane fa, in località "Monte Civita", a pochi chilometri dal centro abitato di Ischitella, dove sono state recuperate cinque sepolture, di cui quattro integre e una parzialmente manomessa, all’interno delle quali insieme alle ossa c’era un ricco corredo, tra cui "testimonianze", che potrebbero essere accostate ad una eventuale presenza etrusca, ma su questo la responsabile della Sovrintendenza regionale ha chiesto di andarci molto cauti. Certamente, però, la quasi totalità de reperti è databile al IV secolo a.C.
L’area era da tempo sotto stretta vigilanza da parte degli uomini della brigata di Rodi Garganico, i quali non sono intervenuti prima semplicemente perchè – come ha spiegato il comandante provinciale, Riccardo Brandizzi – fino a quando «gli insediamenti restano contestualizzati è preferibile lasciare tutto intatto; interveniamo solo nel caso di manomissioni, come, purtroppo, è accaduto per il ritrovamento di Monte Civita». Una vigilanza costante, anche ricorrendo a mezzo aerei e a sofisticati strumenti elettronici.
Finalmente anche Ischitella ha la consapevolezza del suo patrimonio culturale «immenso – ha sottolineato il Sovrintendente regionale Giovanna Pacilio – di cui quello ritrovato rappresenta, in termini di dimensioni, soltanto una "pillola" del nostro passato». In sintesi, ci si trova di fronte a una vera e propria miniera, inesauribile e, proprio per questo, non è ancora possibile conoscere con certezza, ma soltanto ipotizzare, che insieme alle tombe potranno essere individuati anche insediamenti. «Tutto questo si potrà sapere soltanto – ha aggiunto la Pacilio – quando saremo in grado di avviare una vera campagna di scavi, e ciò nel momento di cui potranno essere garantiti i finanziamenti necessari». Nel frattempo, un po’ di risorse sono arrivate dall’Amministrazione provinciale che ha stanziato 200mila euro per gli interventi più immediati. «L’amministrazione comunale vuole partire da questo ritrovamento – ha anticipato il sindaco di Ischitella, Piero Colecchia – per muovere il "Primo passo nel futuro" il cui percorso dovrà concludersi con la nascita di un "Polo della cultura" per fare del nostro territorio punto di riferimento di grande spessore culturale, dove sarà possibile, insieme alla tutela del patrimonio che sarà recuperato, la sua migliore visibilità».
Il 21 agosto sarà organizzata una mostra dove verranno esposti tutti i reperti recuparati a Monte Civita, ma anche in altre parte del territorio ischitellano. L’operazione della finanza della compagnia di San Severo e della brigata di Rodi Garganico fa parte di tre interventi che hanno portato all’arresto di un tombarolo e alla denuncia di una persona di San Severo, nella cui abitazione sono stati trovati numerosi reperti archeologici.
Hanno preso parte all’incontro tenutosi in una sala del convento di "San Francesco", ad Ischitella, Riccardo Brandizzi (comandante provinciale Guardia di Finanza), Corrado Palmiotti (comandante compagnia San Severo), Claudio Mancione (comandante brigata Rodi Garganico), Giovanna Pacilio (Sovrintendenza regionale), Piero Colecchia (sindaco Ischitella).
la necropoli non è stata scoperta ma si conosceva già infatti qui ci sono le foto fatte da me delle tombe..non credevo che non fossero state esaminate tutte quindi non ho mai avuto lo scrupolo di scavare in qualche tomba per trovare qualcosa (ed ovviamente segnalarlo a chi di dovere)
http://www.panoramio.com/user/1625567/tags/Monte%20Civita
una tomba:
http://www.panoramio.com/photo/20731751
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I depredamenti della necropoli sono inziati circa 30 anni fa, ma fino a quest’anno non erano mai stati ritrovati e di conseguenza studiati i corredi funebri presenti nelle tombe.
Le fiamme gialle hanno condotto delle indagini e sono giunti al recupero di oggetti presenti in tombe semi aperte.
I materiali rinvenuti sono stati portati alla soprintendenza di bari e quì sono stati analizzati e studiati da quì è stato possibile cominciare a datare la necropoli.
Questo è stato il primo studio di questa necropoli.
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ne sai ancora?mi contatti sulla mail crono@gmail.it
ricorda..it e non com!
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