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Il futuro possibile della Montagna Sacra

L’associazione Io Sono Garganico, presieduta da Gaetano Berthoud, organizza l’evento "Parla Garganico", con le associazioni garganiche e l’assessore provinciale Vascello.

Scritto da Domenico Prencipe su ildiariomontanaro.it


Il Gargano ai garganici. Il 12 giugno, a Vico del Gargano, "si parla garganico". Le associazioni dello Sperone d’Italia incontrano l’Ente provinciale, con l’assessore al turismo Nicola Vascello, presso "L’orto del Conte". Un incontro denso di temi, ma le polemiche non sono mancate. Spazio ai giovani: tra i relatori, oltre all’Assessore Vascello, dei giovani garganici, tra i 17 ed i 20 anni. "Bisogna investire il 100% delle risorse sui giovani – è l’affermazione di Franco Salcuni al termine dell’incontro – tutti gli Enti che scelgono di rischiare in questa politica, ottengono sempre dei risultati fantastici. Un plauso va decisamente all’amministrazione regionale del governatore Vendola, che ha saputo prendere il meglio del sistema economico americano per rilanciare il nostro territorio. Risorse investite quasi completamente sulle giovani e nuove idee. È questa la risposta, e basta guardare la Silicon Valley per capire che non sto raccontando frottole".

Il primo ad intervenire è Emanuele Sanzone, 19enne, di Cagnano Varano: "Essere garganico è un’idea, un modo di pensare, un modo di vivere. Ma il cancro del nostro territorio è che ogni idea, ogni iniziativa, è vista, analizzata, criticata e demolita. Forse per superare questi ostacoli abbiamo bisogno di guardare oltre, ed evitare di essere troppo legati al nostro orticello. Le associazioni garganiche hanno lanciato una sfida per il futuro, che io chiamo ‘open minded’, cioè liberi da preconcetti. Chissà se ce la farò a restare qui…" conclude Sanzone, con uno sguardo pensieroso, ma allo stesso tempo fiducioso.

L’incontro prosegue con l’intervento di Domenico Sergio Antonacci, 19 anni, di Carpino: "Mi occupo di ricerca storica sul Gargano, e collaboro con il Carpino Folk Festival e l’ARGOD di Sannicandro. Assistiamo quotidianamente alla distruzione della nostra ricchezza, come il Dolmen distrutto dalle ruspe perché creava intralcio per i nuovi insediamenti edilizi. La colpa è solo nostra. Facciamoci furbi – esclama il giovane, soprannominato ‘Crono’ – e siamo orgogliosi di essere garganici. I giovani sono il futuro, ma se vanno via da qui, allora stiamo perdendo solo tempo. Dobbiamo lavorare per invertire questa tendenza. Mi chiedo: ma il Parco cosa sta facendo? Io lo vedo troppo assente sul nostro territorio, sinceramente non mi sono mai accorto della sua esistenza. Dobbiamo concentrare di più l’attenzione sul patrimonio immateriale, tralasciando i campanilismi. Ogni giorno ne perdiamo un pezzo, e già oggi potrebbe essere troppo tardi…".

Prosegue Giuseppe Bruno, 17 anni, di Rodi Garganico: "Qualche anno fa sono stato costretto a lasciare Rodi a causa della scarsità dei servizi offerti. Tutto questo è strano, perché abbiamo istituti turistici ben consolidati, ma non è garantito un seguito a quel lavoro di formazione. Nella nostra terra, purtroppo, gli imprenditori assumono quasi esclusivamente per la convenienza economica, non per le competenze. Per questo, si accontentano di rumeni ed extracomunitari, che offrono servizi a prezzi bassi, seppur di scarsa qualità".

Nicola del Conte, 19 anni, di Vico del Gargano, non è d’accordo: "L’imprenditore deve badare alle spese. Qui non possiamo nemmeno sognare gli stipendi che circolano nella costiera romagnola o nelle località turistiche della Sardegna. Io invece vedo dei forti lati positivi nel turismo garganico. L’anno passato abbiamo registrato una crescita molto superiore rispetto al Salento. È un problema di mentalità: a scuola non si è mai parlato di turismo. I siti di grande valenza storica, architettonica e culturale presenti sul Gargano non sono nemmeno conosciuti dalla maggior parte dei docenti. Notiamo, purtroppo una notevole differenza di passo tra gli interventi privati e quelli pubblici. Il privato, più o meno, lavora, investe. Ed il pubblico? Come siamo messi con ospedali, trasporti, aeroporti?".

Chiude il ciclo degli interventi Domenico Mascolo, 20 anni, di San Nicandro Garganico: "Voglio raccontarvi la storia di un ragazzo di San Nicandro, Giorgio, ammazzato 3 anni fa con un pacco bomba". La storia colpisce fortemente il pubblico presente, e Domenico prosegue, citando gli episodi di faida garganica che stanno "martoriando il nostro territorio, e costituiscono un freno per il suo sviluppo. Non si può vivere con la paura costante".

Si scatena la polemica per la frase di Vascello: "Non ho condiviso l’intervento di Mascolo", alcuni tra il pubblico si scagliano contro l’assessore, che spiega: "Dobbiamo imparare a lavare i panni sporchi in casa, è controproducente e falso far apparire il Gargano come la terra della delinquenza". Replica Domenico Mascolo: "Ho voluto raccontare la mia esperienza agli amici delle associazioni, e se tornassi indietro lo rifarei. Penso che questo sia un luogo privilegiato per lavare i panni sporchi in casa: la mia casa, è questa…"

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