Il mese scorso Roberto De Simone ha compiuto 90 anni, un traguardo che ha suscitato una vasta gamma di omaggi e messaggi di stima, pubblicati sia sulla carta stampata che sui social media. Tra questi, ha destato particolare curiosità il contributo del Teatro delle Arti Visive, che ha condiviso un estratto di un’opera settecentesca riproposta dal maestro nel 1979. Questo brano, tratto da Li Zite ‘Ngalera di Leonardo Vinci, è stato portato in scena durante il Maggio Musicale Fiorentino ed è emblematico della poetica di De Simone.
L’Opera e la Poetica di De Simone
Il brano si svolge in una notte di carnevale, un evento solo menzionato nel libretto originale ma che De Simone, con il suo talento drammaturgico, ha saputo trasformare in una scena centrale. La costruzione del carnevale richiedeva un pretesto musicale, che il maestro trovò in un duetto tra Rapisto (interpretato da Virgilio Villani) e Ciccariello (Maurizio Paolillo), quest’ultimo travestito. Questo duetto, scritto su un ritmo di sei ottavi tipico della tradizione popolare campana, si conclude con una frase musicale che De Simone utilizzò come base per un basso articolato sulle armonie della Tarantella del Gargano. A interpretarla fu l’eclettico Pino De Vittorio, la cui performance contribuì a creare una festa di straordinaria magia.
L’Intreccio tra Tradizione e Innovazione
Nel rispetto della tradizione popolare, De Simone sovrappose a questa base musicale la celebre canzone Vurria addeventare suricillo, resa nota dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare (NCCP). Questo brano, già inserito nell’opera originale di Vinci grazie al librettista Bernardo Saddumene, fu rielaborato per creare una scena completamente nuova. Il risultato è un esempio perfetto del “Teatro Totale” di De Simone: un luogo onirico e immaginario, dove musica, canto e rappresentazione si fondono in un’esperienza unica.
Teatro come Gioco Supremo
La scelta di integrare una cantante lirica all’esecuzione della Tarantella sottolinea il concetto di Teatro Totale che caratterizza il primo periodo artistico di De Simone. In questa visione, il teatro diventa uno spazio dell’illusione, un luogo in cui la realtà si trasforma in gioco supremo. Questa idea si rifà all’etimologia del termine “illusione” (“in-ludere”, ossia “volgere in gioco”), come sottolineato dall’antropologo Marino Niola. De Simone, dunque, non si limita a riproporre opere del passato, ma le trasforma in un caleidoscopio di emozioni, dove ogni elemento è reinventato per creare un’esperienza teatrale immersiva.
Un’Eredità Artistica Inestimabile
La capacità di Roberto De Simone di reinterpretare il patrimonio musicale e teatrale italiano lo rende una figura unica nella cultura contemporanea. Il suo lavoro su Li Zite ‘Ngalera è solo uno dei tanti esempi della sua maestria nell’unire tradizione e innovazione, dando nuova vita a opere antiche e trasformandole in capolavori moderni.
Con il suo approccio visionario, De Simone ha ridefinito il ruolo del teatro, facendolo diventare non solo uno spazio di rappresentazione, ma anche di riflessione e trasformazione culturale. I festeggiamenti per i suoi 90 anni sono un’occasione per celebrare non solo l’uomo, ma anche l’artista che ha saputo trasformare il teatro italiano in un linguaggio universale.
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