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Maccarone, il Cantore di Carpino che Ha Dato Voce alla Tradizione Garganica

Nato a Carpino nel 1920, Antonio Maccarone è stato un uomo che ha trasformato un’esistenza segnata da tragedie e sacrifici in un monumento vivente alla cultura popolare del Gargano. La sua vita è un intreccio straordinario di resilienza, passione e dedizione alla musica, un filo conduttore che lo ha accompagnato dalla giovinezza fino agli ultimi anni trascorsi nella sua casa di campagna, alla periferia del suo amato paese natale.

Antonio Maccarone

Un Guardiano della Tradizione
Maccarone è stato un custode delle melodie e dei canti tradizionali carpinesi, appresi direttamente da maestri della tradizione come Pasquale Di Viesti, originario di Rodi Garganico. Le sue interpretazioni, accompagnate dall’inseparabile chitarra francese, erano un ponte tra il passato e il presente, un richiamo potente a un mondo che rischia di essere dimenticato.

Sul palco della XI edizione del Carpino Folk Festival, Maccarone lanciò un accorato appello ai giovani: “Riproporre i nostri canti, sì, ma senza inficiarli con strumenti moderni che nulla hanno a che vedere con la nostra tradizione secolare”. Quella sera, il pubblico lo applaudì non solo per la sua arte, ma per il suo spirito autentico, capace di trasmettere l’anima di un intero territorio.

Una Vita di Sacrifici e Riscatti
La vita di Maccarone non è stata priva di sofferenze. Reso cieco da un errore medico, era già sopravvissuto alla perdita della moglie Maddalena e dei suoi due nipoti. Durante la Seconda Guerra Mondiale, perse l’udito a un orecchio a causa di un bombardamento americano a Taranto, incidente che gli valse una pensione di guerra. Nonostante tutto, affrontò ogni sfida con una forza d’animo straordinaria.

Dopo la guerra, intraprese diversi mestieri, tra cui quello di vigile campestre a Carpino. Nel 1961, con Maddalena, emigrò a Milano in cerca di un futuro migliore. Qui riuscì a costruirsi una vita agiata, dedicandosi all’importazione di prodotti pugliesi e ottenendo nel 1968 il prestigioso “Leone d’Oro per il commercio”.

L’Incontro con i Giganti della Tradizione
A Milano, Maccarone ebbe l’opportunità di incontrare Andrea Sacco e partecipò al celebre concerto organizzato da Roberto Leydi e Diego Carpitella, pilastri della ricerca etnomusicale italiana. Questi incontri segnarono profondamente il suo percorso, rafforzando il legame con le sue radici musicali.

Il Ritorno alle Origini
Nel 1986, Maccarone tornò definitivamente a Carpino, dove trovò nella musica un rifugio e una missione. Con la sua voce e la sua chitarra, divenne un protagonista indiscusso del Carpino Folk Festival, conquistando il pubblico con la sua capacità di instaurare un dialogo diretto e appassionato. Era un cantore che viveva la musica non come spettacolo, ma come testimonianza viva di un’eredità collettiva.

Un’Eredità Immortale
Nel 1998, l’arrivo di Giovanna Marini sul Gargano confermò l’importanza del lavoro di Maccarone nel preservare la tradizione musicale locale. Egli divenne un punto di riferimento per tutti coloro che cercavano di comprendere e perpetuare l’autentico spirito dei canti popolari carpinesi.

Maccarone non era solo un musicista, ma un simbolo. Con la sua chitarra, trasformava ogni performance in un viaggio attraverso la storia e l’identità del Gargano. La sua comunità, che inizialmente lo sottopose al severo giudizio della tradizione, lo accolse infine come uno dei suoi rappresentanti più illustri.

Conclusione
La storia di Maccarone è un esempio di come le radici possano diventare ali. La sua vita, pur segnata dalle avversità, è stata un canto d’amore per Carpino e per la sua tradizione musicale. E anche oggi, nel ricordo di chi lo ha conosciuto e nelle note dei suoi canti, la sua voce continua a risuonare, un richiamo immortale che invita a non dimenticare le proprie origini.

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