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«Affare» muretti a secco in Puglia c’è già chi vuole speculare

I muretti a secco sono una risorsa dell’intera regione. Ma è breve la strada che dalla valorizzazione della risorsa porta alla speculazione. Così, prima ancora che si sapesse della proroga al 21 luglio del bando per poter ottenere contributi e incentivi al fine di risistemare i muretti a secco nelle campagne di Puglia, ecco comparire su pali e tronchi d’albero, a bordo strada, cartelli con scritte a caratteri di scatola che annunciavano grandi guadagni e lucro immediato per chiunque avesse una muretto a secco a disposizione. La notizia, ovviamente non disinteressata, è accompagnata da un indirizzo al quale ci si può rivolgere per ottenere le giuste dritte per finire in graduatoria e riscuotere il contributo.
Più del contenuto, impressiona il modo in cui la notizia è stata divulgata. «Tanti soldi» per i muretti a secco. Qualcuno (chissà, forse esagerando), teme che dietro questa corsa ai contributi ci sia un’attenzione di tipo speculativo e la finalità principale, ovvero la salvaguardia di elementi caratteristici del paesaggio rurale, diventi a questo punto residuale. Tra quelli che in qualche maniera, pur non essendosi ancora imbattuti nei suddetti cartelli, avevano messo sull’avviso chi di dovere, prefigurando l’eventualità che si corresse il rischio speculazione, gli esperti del parco nazionale dell’Alta Murgia. In una lettera inviata agli uffici dell’assessorato alle Risorse agricole (area politiche per lo sviluppo rurale), il direttore facente funzioni, Fabio Modesti, chiede che ci si cauteli innanzitutto prorogando i termini del bando (come è accaduto), ma poi concordando insieme linee guida con all’interno indicazioni precise su come operare sui muretti a secco. Ci sono infatti alcuni punti imprescindibili ai quali tenere fede e riguardano: i materiali dei muretti stessi (privilegiando le pietre reperite sui luoghi dove gli stessi muretti sono crollati), le modalità di ripristino (assolutamente senza l’uso di macchinari come benne o escavatori), il rispetto dell’ecosistema (sui luoghi dei muretti caduti potrebbero essersi formati microsistemi naturali tutelati, che dunque vanno considerati).

Quasi in concomitanza con la sollecitazione del parco Alta Murgia, intanto, il lavoro dell’ufficio Parchi e riserve naturali dell’assessorato all’Ecologia, proponeva e otteneva l’inte g razione di alcune tra le misure poi inserite (ora però è necessario il passaggio nella commissione competente) nel Piano per lo sviluppo rurale (Psr) dal Comitato di sorveglianza. Queste misure, lungi dall’essere concepite come atte a rallentare o dissuadere l’essenziale intervento degli agricoltori sul territorio, prevedono anch’esse incentivi e contributi, ma fissano le regole per ottenerli. In particolare parliamo della realizzazione di interventi di miglioramento ambientale mediante realizzazione di piscine, stagni temporanei per microfauna o creazione di biotopi. Quindi della messa a riposo per almeno 5 anni dei terreni utilizzati a seminativo al fine di ricreare l’ambiente preesistente a pascolo. In questo caso, l’impegno finanziario sarebbe di 150 euro per ciascun ettaro di terreno lasciato a riposo. Ultima misura l’incentivo all’uso di compost (concime) proveniente da impianti regionali.

GIUSEPPE ARMENISE

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