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Il folk, patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

Testo di Luca Ferrari dal suo portale: http://www.lucaferrari.net
Devo alcune precisazioni a chi, soprattutto sul sito degli amici di Carpino (www.carpinofolkfestival.com), ha frainteso il senso della mia giocosa ‘polemica’ sull’appello degli organizzatori del festival pugliese a votare Eugenio Bennato a Sanremo: non siamo d’accordo con la strumentalizzazione della cultura popolare per fini commerciali e la presenza di Bennato, con quel pezzo decisamente scadente e per niente rappresentativo della musica folk (meridionale), crediamo avesse esclusivamente quello scopo. Restiamo quindi della stessa idea, nonostante riconosciamo di aver sottovalutato il significato che gli estensori dell’appello hanno voluto attribuire alla presenza in TV della chitarra battente: dietro quella presenza ci stava, in effetti, la riflessione che da tempo è in corso sui significati della “Convenzione per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale”, redatta dall’Unesco nell’ottobre 2003 (cfr. all’indirizzo http://www.unesco.beniculturali.it).
Nel fraintendere il senso di quell’appello, abbiamo rischiato di essere a nostra volta fraintesi, perché alcuni lettori hanno ricavato l’impressione che fossimo insensibili (se non addirittura ignari) della cosa. Tentiamo quindi ora una modesta riparazione.

Dall’ottobre del 2003 ad oggi, è indubbio si siano fatti grandi passi avanti anche in Italia sulla riflessione delle implicazioni che la convenzione dell’Unesco contiene: già nel 2001 e nel 2005, come si ricorderà, l’Unesco aveva riconosciuto l’Opera dei Pupi Siciliani e il Canto a Tenores sardo (area barbaricina) quali “capolavori del patrimonio immateriale dell’umanità”, inducendo il Parlamento italiano ad avviare la procedura per la ratifica della convenzione che, entrata in vigore nell’aprile 2006, è stata formalmente recepita (con atto depositato all’Unesco) il 30 ottobre scorso.

Per chi ancora non fosse a conoscenza dei contenuti davvero straordinari del testo, può scaricarne copia in originale (in lingua inglese) dal sito http://www.patrimoniounesco.it e approfondire anzitutto la definizione di “patrimonio culturale immateriale” – quell’insieme cioè di “pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze e saperi – così come gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati ad essi – che le comunità, i gruppi e, in alcuni casi, gli individui riconoscono come facenti parte del loro patrimonio culturale”.
“Tale patrimonio culturale intangibile” – recita il testo – “trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi interessati in conformità al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia, e fornisce loro un senso di identità e continuità, promuovendo così il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana” (art. 2 comma 1 – Definizioni).

Patrimonio, si precisa, costituito da “tradizioni ed espressioni orali, compreso il linguaggio quale veicolo del patrimonio culturale immateriale; arti dello spettacolo; pratiche sociali, eventi rituali e feste; conoscenza e pratiche che riguardino la natura e l’universo; artigianato tradizionale (art. 2 comma 2).

È facile comprendere quali potenzialità sono implicate dalla Convenzione, tenendo conto soprattutto dell’opera di impulso che l’Unesco dichiara di voler svolgere nei confronti dei paesi aderenti (cfr. l’elenco completo all’indirizzo: http://erc.unesco.org/cp/convention.asp?KO=17116&language=E#1), in particolare nei confronti di quei soggetti già preposti alla tutela e alla promozione per mandato istituzionale (enti locali, province, regioni, fondazioni…). Per questo è previsto un appuntamento internazionale nel settembre 2009 in cui verranno valutate le candidature delle esperienze proposte a tutela.

Come non pensare, quindi, per restare a uno degli ambiti che più ci appassiona, a straordinarie realtà del folk italiano – esclusive, irripetibili, profondamente radicate nella storia del nostro paese – come il trallalero, il canto di risaia, il repertorio dei cantori di Carpino, il Carnevale di Bagolino, la musica per piffero delle quattro province… che rischiano di scomparire per sempre con la scomparsa degli ultimi cantanti/musicisti?

Un’occasione importante, quindi, da presidiare e monitorare costantemente, come già stanno facendo da qualche tempo gli amici del festival di Carpino con iniziative significative come quella tenutasi lo scorso 30 marzo in collaborazione con l’Istituto Centrale per la Etnoantropologia che ha visto la partecipazione di numerosi cantatori e suonatori tradizionali provenienti dal varie regioni italiane.
Per i curiosi qui trovate il casus belli e la relativa discussione.

Discussione

6 pensieri su “Il folk, patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

  1. Avatar di Sconosciuto

    Consiglio per gli organizzatori del carpino folk festival:
    Tenete a mente tutto quello che si sta’ dicendo e che si stà promettendo in questa campagna elettorale su questo evento e sull’importanza di questo evento, e chinque vinca SIA DI PAROLA …… nè abbiamo veramente bisogno tutti, perchè le nostre radici la nostra cultura sono destinati a morire se non saranno valorizzati e protetti……help!!!!!!

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    Pubblicato da utente anonimo | aprile 7, 2008, 8:47 am
  2. Avatar di Sconosciuto

    Consiglio per gli organizzatori del carpino folk festival:
    Tenete a mente tutto quello che si sta’ dicendo e che si stà promettendo in questa campagna elettorale su questo evento e sull’importanza di questo evento, e chinque vinca SIA DI PAROLA …… nè abbiamo veramente bisogno tutti, perchè le nostre radici la nostra cultura sono destinati a morire se non saranno valorizzati e protetti……help!!!!!!

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    Pubblicato da utente anonimo | aprile 7, 2008, 8:47 am
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    Consiglio per gli organizzatori del carpino folk festival:
    Tenete a mente tutto quello che si sta’ dicendo e che si stà promettendo in questa campagna elettorale su questo evento e sull’importanza di questo evento, e chinque vinca SIA DI PAROLA …… nè abbiamo veramente bisogno tutti, perchè le nostre radici la nostra cultura sono destinati a morire se non saranno valorizzati e protetti……help!!!!!!

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    Consiglio per gli organizzatori del carpino folk festival:
    Tenete a mente tutto quello che si sta’ dicendo e che si stà promettendo in questa campagna elettorale su questo evento e sull’importanza di questo evento, e chinque vinca SIA DI PAROLA …… nè abbiamo veramente bisogno tutti, perchè le nostre radici la nostra cultura sono destinati a morire se non saranno valorizzati e protetti……help!!!!!!

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    Consiglio per gli organizzatori del carpino folk festival:
    Tenete a mente tutto quello che si sta’ dicendo e che si stà promettendo in questa campagna elettorale su questo evento e sull’importanza di questo evento, e chinque vinca SIA DI PAROLA …… nè abbiamo veramente bisogno tutti, perchè le nostre radici la nostra cultura sono destinati a morire se non saranno valorizzati e protetti……help!!!!!!

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    Consiglio per gli organizzatori del carpino folk festival:
    Tenete a mente tutto quello che si sta’ dicendo e che si stà promettendo in questa campagna elettorale su questo evento e sull’importanza di questo evento, e chinque vinca SIA DI PAROLA …… nè abbiamo veramente bisogno tutti, perchè le nostre radici la nostra cultura sono destinati a morire se non saranno valorizzati e protetti……help!!!!!!

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    Pubblicato da utente anonimo | aprile 7, 2008, 8:47 am

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