A seguito dell’avvio da parte del Ministero dell’Ambiente della destituzione del Presidente del Parco del Gargano, le sezioni di Foggia di LIPU e WWF, al fine di evitare una lunga agonia dell’area protetta già in drammatica crisi, auspicano che Gatta rassegni subito le proprie dimissioni, rinunciando alla preannunciata guerra ad oltranza contro la decisione ministeriale.
I gravissimi addebiti del Ministero alla gestione Gatta e le pesanti illazioni del Presidente sfiduciato su manovre politiche dell’organo di controllo contro la sua persona, sono, infatti, segnali inconfutabili di un’insanabile frattura. La legge quadro sulle aree protette (394/91) e il comune buon senso richiedono al contrario, per poter sperare in risultati positivi, la piena intesa e cooperazione fra i due protagonisti istituzionali della gestione del Parco.
Se dalla torre di controllo (Ministero) viene ripetutamente affermato che la rotta seguita è errata e che si concluderà con un disastro, si immagina un pilota (Gatta) che la cambia o che atterra per salvare l’aereo (Parco) con tutti i passeggeri. Le bellicose dichiarazioni di Gatta non fanno, invece, prevedere nulla di buono. Continuare a voler gestire il Parco in questa situazione, potrebbe essere interpretato da un’opinione pubblica, già per altre vicende nauseata, come un ulteriore poco dignitoso conflitto, motivato dal solito attaccamento alle poltrone ed ai relativi compensi e benefici. Per LIPU e WWF, il presidente Gatta, per fugare interpretazioni del genere, dovrebbe dignitosamente rassegnare le proprie dimissioni, risparmiando così al Parco gli inevitabili guasti di un conflitto istituzionale, tra cui un ulteriore periodo speculativo a vantaggio di lobby che hanno tutto l’interesse a mantenere la programmazione dell’area protetta nel limbo di un Piano che non arriva mai.
Entrando nel merito della rimozione del presidente del Parco, LIPU e WWF osservano che la decisione del Ministero dell’Ambiente conferma quanto da tempo denunciano sull’inquietante dinamica che sta interessando l’area protetta. Le associazioni si riferiscono, in particolare, all’abusivismo edilizio e all’assenza di provvedimenti repressivi nonostante i finanziamenti ministeriali vecchi e nuovi per gli abbattimenti pronti da tempo per essere spesi. La mancata adozione del Piano del Parco. Le numerose richieste dei comuni di riduzione del perimetro del Parco. Proposte di PIRT (Piani di recupero territoriale) e varianti urbanistiche che spesso sono strumenti per conseguire condoni generalizzati. Proliferazione di grandi interventi edilizi sulla costa. Preoccupante disponibilità dell’Ente verso la caccia senza alcun obiettivo sulle politiche di gestione venatoria. Continua aggressione al territorio, come dimostrano i quattordici capitoli del Dossier “Emergenza Gargano”, realizzato da LIPU e WWF con le segnalazioni dei cittadini.
Ma il procedimento Ministeriale di destituzione del Presidente del Parco svela nuovi inquietanti aspetti che ovviamente le associazioni non potevano conoscere: diffuse irregolarità amministrative, contabili e finanziarie nella gestione dell’Ente rilevati dagli ispettori della Ragioneria Generale dello Stato.
Le risposte di Gatta? Le solite TRE. Ogni volta che si interviene sulle carenze dell’attuale gestione del Parco, evidenziano LIPU e WWF, piuttosto che entrare nel merito delle questioni sollevate, la prima tesi che viene utilizzata è quella dell’attacco “politico” nei suoi confronti. Per quanto riguarda le associazioni ambientaliste, viene sottolineato che le stesse non hanno alcun interesse “di partito” ma solo quello della difesa dell’ambiente. Per convincersene basta considerare le battaglie condotte dalle stesse associazioni: non sono stati fatti sconti a nessuno, indipendentemente dal colore politico o dall’orientamento ideologico dei protagonisti. Al contrario, sottolineano LIPU e WWF, Gatta non ha mai smesso di fare politica, il dirigente di partito, il comiziante, e questo in contrasto con il suo ruolo istituzionale che non deve, invece, essere di parte. Proprio questo, infatti, è il senso della nomina ministeriale del Presidente del Parco: renderlo libero dai condizionamenti della politica e del consenso elettorale e dai vari “interessi” e “umori” della gente.
Una seconda maldestra manovra diversiva è quella di prospettare associazioni risentite nei suoi confronti per contributi non ricevuti dall’Ente. Per quanto riguarda LIPU e WWF, l’asserzione è assolutamente falsa e, anche se altre Associazioni avessero ottenuto qualche “patrocinio”, non si è mai riscontrato che per questo si siano lasciate “condizionare” nelle attività e nelle denunce in difesa del Gargano. La realtà è che, al contrario, le Associazioni con la propria capacità progettuale hanno sempre fatto ottenere al Parco finanziamenti.
Il terzo argomento di Gatta è quello della mancanza di risorse umane e finanziarie. A questo proposito ci si è sempre chiesti: perché allora il Parco non fa quello per cui i fondi e gli uomini già ci sono, come gli abbattimenti delle costruzioni abusive? Oggi l’ispezione della Ragioneria dello Stato sembra in ogni caso invalidare del tutto tale giustificazione del Presidente in quanto ha fatto emergere da parte dell’Ente “una sostanziale incapacità di spesa”, della serie i soldi ci sono ma non vengono impiegati.
In questa situazione gravissima, LIPU e WWF, auspicano in ogni caso, con l’arrivo del nuovo anno, un ragionevole ripensamento da parte di Gatta che dimettendosi eviti un conflitto istituzionale al nostro splendido “Parco verde e blu”, creando così la necessaria premessa per un nuovo percorso che si spera migliore.
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