Grande festa domenica ai Fori Imperiali, con Mimmo Cuticchio, Ambrogio Sparagna, i Cantori di Carpino, Peppe Barra, Alexian, i Totarella e le zampogne del Pollino e Giovanna Marini
di ROSARIA AMATO
ROMA – I pupi siciliani e il canto a tenores della Sardegna "patrimonio culturale immateriale" dell’umanità. A sancirlo è l’Unesco, ma presto molte altre espressioni della cultura popolare italiana, dalla pizzica, la danza popolare pugliese lanciata in tutto il mondo dal batterista dei Police Stewart Copeland, alla canzone romana, ai canti di lavoro e di protesta, potrebbero aggiungersi alla lista, grazie alla ratifica operata qualche giorno fa dal Parlamento della "Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale intangibile". Un evento da festeggiare: oggi all’Accademia Nazionale di Danza e domani in via dei Fori Imperiali a Roma si alterneranno spettacoli e incontri con gli artisti esponenti della più genuina tradizione popolare, da Mimmo Cuticchio a Giovanna Marini e Ambrogio Sparagna.
"Noi partiamo per ultimi, ma poi diventeremo i primi", assicura il sottosegretario ai Beni Culturali Danielle Mazzonis, ricordando il "grandissimo ritardo" con cui il Parlamento ha approvato nelle scorse settimane la Convenzione Unesco. Ritardo che intanto non ha impedito all’Opera dei Pupi siciliani e al Canto a tenores dei pastori del centro della Sardegna di entrare di diritto nella lista dell’Unesco, come "Capolavori del patrimonio immateriale dell’umanità".
Altre espressioni della cultura popolare italiana potranno presto aggiungersi, facendo domanda a partire dal 2008. Si tratta di tradizioni, espressioni orali, riti, spettacoli folkloristici: "L’Italia ha molto da inserire in queste liste – spiega Mazzonis – e potrebbe accadere come per i siti del Patrimonio Culturale, dove il nostro Paese è partito in ritardo, ma ora è quello che detiene il numero più alto".
Stamane, sempre a Roma, si è svolto un convegno-seminario dei Beni Culturali per spiegare a tutti gli interessati in che consiste l’iter burocratico per proporre le candidature, che poi il governo trasferirà in sede Unesco.
I festeggiamenti si aprono nel pomeriggio all’Accademia Nazionale di Danza, dove l’associazione Totarella, le zampogne del Pollino, terrà un seminario spettacolo a ingresso libero. Totarella è un gruppo di musica e danza tradizionale che esprime le tradizioni delle zone al confine tra la Calabria e la Lucania, e al quale diversi anziani suonatori e costruttori di strumenti popolari "hanno affidato una sapienza e una memoria antiche", che fanno capo alla cultura contadina.
Domani in via dei Fori Imperiali si comincia alle 10.30 con i Sai Gaber, esponenti della minoranza linguistica occitana. Alle 11 i Cantori di Carpino, centro del Gargano (Puglia) noto anche per la tradizione della chitarra battente. Alle tradizioni culturali di Carpino hanno attinto molti artisti, a cominciare da Eugenio Bennato. Alle 11.30 Ambrogio Sparagna, virtuoso dell’organetto e studioso delle tradizioni dell’Italia centro-meridionale e del Lazio in particolare.
Alle 13.30 la musica rom di Alexian e del suo gruppo. Alexian, alias Santino Spinelli, è il primo esponente della comunità rom residente in Italia ad essersi laureato e ad aver ottenuto una cattedra universitaria. Nel pomeriggio Sara Modigliani, esponente della canzone romana, Mimmo Cuticchio, un gruppo di canto a tenores sardo, il napoletano Beppe Barra, ancora i Totarella, Alla Bua, un gruppo esponente della pizzica, danza salentina che ha conosciuto negli ultimi anni una riscoperta a livello internazionale. Si chiude alle 18 con Giovanna Marini, cantante e studiosa delle tradizioni italiane, in particolare dei canti di lavoro.
(29 settembre 2007)
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