TERESA DE SIO – Questo album segna il ritorno alla musica in dialetto per una delle interpreti più significative della musica partenopea, Teresa De Sio – improntato al recupero e alla rilettura delle tradizioni musicali mediterranee.
TERESA DE SIO – Questo album segna il ritorno alla musica in dialetto per una delle interpreti più significative della musica partenopea, Teresa De Sio – improntato al recupero e alla rilettura delle tradizioni musicali mediterranee.
Nei primi mesi del 2003 Teresa inizia la pre-produzione delle canzoni che dovrebbero far parte del nuovo disco. Invece, prepotentemente, entra in scena un progetto che la catturerà totalmente. Si intola “Craj (Domani)” ed è un affresco musical/teatrale di un viaggio nella terra di Puglia, alla ricerca delle radici. Teresa scrive il plot inventando due personaggi: Messer Floridippo e il suo servo Bimbascione. Coinvolge Giovanni Lindo Ferretti, voce carismatica del PGR, una personalità unica, perfetta per il personaggio di Floridippo. “Craj” è uno spettacolo dedicato ai grandi vecchi della musica popolare pugliese, i pilastri della musica popolare, gli indiscussi maestri di sempre. “Uno spettacolo di devozione” come ama chiamarlo, fatto con un amore speciale verso i Cantori di Carpino, Uccio Aloisi e Matteo Salvatore, questi ottantenni indomiti rimasti a vegliare sulla tradizione. Il successo, di pubblico e di critica, è assoluto: lo spettacolo che non è solo musica, né teatro, né happening, ma tutto questo assieme, viene prodotto in otto date-evento, da Torino e Milano, a Bologna e Ancona, a Lecce e Roma. Quattro palcoscenici, una scenografia da festa di paese, trentasei persone tra musicisti e produzione, un cavallo, Toledo, ad entrare in scena. Lo spettacolo cattura l’attenzione di Gianluca Arcopinto e Luisa Pistoia e il passo successivo è quello di farlo diventare un film la cui uscita è prevista per la primavera del 2005. Con questo progetto faticosissimo e al tempo stesso pieno di fascino, Teresa giunge alla fine dell’estate. Nella sua testa il nuovo disco è già pronto, non rimane che registrarlo. Si intitola “A Sud! A Sud!”. Ed ora finalmente si trova nei negozi. Tra i brani inseriti troviamo cinque nuove composizioni di Teresa De Sio (“Mamma Napoli” con la partecipazione di uno straordinario Raiz, “Stammo buono”, “Positano”, “Addio” e “Salta salta”), un brano intitolato “Stelle” (adattamento in napoletano di una composizione di Lenine, formidabile autore brasiliano), “Lu bene mio”, di Matteo Salvatore e tradizionali di musica popolare come “La montanara”, “La pizzica tarantata e “La rodianella”. Dopo nove anni, Teresa De Sio ritorna al dialetto, dopo una serie di quattro dischi tutti in italiano.
Hanno collaborato al nuovo lavoro i musicisti Sasà Flauto (chitarre e arrangiamenti), Giuseppe De Trizio (mandolino), Erma Castriota (violino), Puccia (fisarmonica), Alfredo Paixao (basso), Arnaldo Vacca (tamburi a cornice), Vito De Lorenzi (batteria)
I brani del cd:
O DIAVOLO S’ARRECREIA
E’ il cerchio che si chiude.
LA MONTANARA
L’abbiamo registrata “buona la prima”, e io, che pure sono maledettamente ansiosa, non cambierei una sola virgola. Tutti abbiamo cantato e suonato ispirati al massimo.
LU BENE MIO
E’ una delle canzoni più belle scritte da Matteo Salvatore. Matteo è una luce, un faro. Quando lo vedo salire sul palco di “Craj (Domani)” e cantare davanti ad un pubblico così giovane e così in adorazione, mi si scioglie il cuore. Vorrei fare ancora di più per lui, magari convincere qualche amico a cantare le sue canzoni e pubblicarle. Vorrei che tutti conoscessero quello che ha scritto.
MAMMA NAPOLI
Questa è una canzone d’amore per la mia città. Sono nata a Napoli, ma ho vissuto l’adolescenza a Cava dei Tirreni e quindi mi sono trasferita a Roma che non avevo ancora vent’anni e per questo mi sento un pò “bastarda”. Ma Napoli è la mia àncora, la mia speranza. E’ così che con Napoli sono indulgente, ma anche dura. Qui sono stata indulgente, ma in “Stammo Buono” sono stata intransigente.
E prima o poi ci torno a vivere, a Napoli.
POSITANO
E’ la mia parte “sentimentale”. Di carattere sono un pò malinconica, e “Positano” l’ho scritta in un paio d’ore, testo e musica, con le stelle, la luna e le lacrime, le salite e le discese e gli odori . Lasciandomi andare. Perchè di queste cose è fatta la malinconia.
A SUD! A SUD!
Ritornare a scrivere in napoletano, dopo quasi dieci anni, è stato terapeutico. Le mie canzoni, quelle scritte in italiano, hanno il peso delle parole, partono dalla mia testa. Tornando a scrivere in dialetto, ho rimesso in ballo il cuore, lo stomaco, la memoria. Avevo in mente quell verso di “Guapparia”, “Scetàteve guagliune e malavita” e volevo lanciare quasi un grido: “si nun t’affoga ‘o mare t’ha ggià affugato ‘a vita”. Insomma sentire di non avere speranza, ma combattere come se ce ne fosse…
ADDIO
Deve essere nata per via di quella passione che ho per le canzoni napoletane di fine ottocento. E’ uscita fuori come un déjà vu, quando dici, ma, io qui ci sono già stata, e non sai né come, né quando, ma la sensazione è bellissima.
STELLE
L’incontro con Lenine è stato quasi perfetto: mi ero fatta delle idee su di lui e sulla sua musica. Si sono rivelate tutte completamente esatte. E’ una persona ed un musicista generoso e ispirato. Non capita spesso.
STAMMO BUONO
Come dicevo per me amare Napoli significa anche guardarla con occhi impietosi. Quando ho cominciato a scrivere la prima frase: “a Napoli ce sta o faruwest…” ho capito che dovevo continuare e dire quello che pensavo realmente, con ironia ma anche con senso di realtà altro che pizza e mandolini… Poi, quando ho chiesto a Raiz di cantarla con me e scrivere la sua parte senza alcun cedimento consolatorio e lui è stato daccordo, ho capito che stavamo dicendo la cosa giusta.
QUANNO TURNAMMO A NASCERE
Solo io, la mia voce e la chitarra, suonata in quel modo che mi sono inventata che è a metà strada tra come faceva qualche volta Modugno e l’idea di suonare una chitarra come una percussione.
SALTA SALTA
E’ la “Notte del Dio che Balla”. Senza quel progetto non sarei arrivata a “Craj” e quindi, nemmeno “a Sud! A Sud!”. E’ un brano che suona come un campanello d’allarme: “attenti, stiamo arrivando!”
PIZZICA
Qualcuno dice che nella vita non mi lascio andare troppo spesso, ma quando canto la “Pizzica” finisco in un luogo che io stessa non conosco. Ed è bellissimo.
AUMM AUMM
E’ una versione live di una canzone che mi ha dato molto. Non l’avevo più riarrangiata e nemmeno inserita in “Primo Viene l’Amore”. Poi ho trovato questa chiave di avvicinamento all’idea folk e mi sembra di averle dato una nuova vita. Arriva alla fine del disco, e l’ascoltatore la scopre quando pensa che tutto sia finito…e invece così si ricomincia daccapo.
I MUSICISTI
SASA FLAUTO
Napoletano. Arrangiatore e polistrumentista, con una musicalità innata (ha inziato a suonare la chitarra a otto anni), dal 1997 collabora con Teresa De Sio alla produzione artistica e agli arrangiamenti sia per i lavori in studio che dal vivo. Ha suonato con un numero impressionante di musicisti italiani e stranieri, da Afrika Bambata a David Sancious, da Steve ferrone e Lou Soloff, da Gino Paoli e Tony Esposito, a Corrado Rustici e Omara Portuondo, girando il mondo tra New York e Cuba, Brasile e Londra.
ALFREDO PAIXAO
Brasiliano. Ha collaborato con Teresa già dall’album “Primo Viene L’Amore”. In Italia da quindici anni ha suonato con i più importanti musicisti italiani e stranieri. Suo strumento preferito il basso a cinque corde.
ARNALDO VACCA
Arnaldo Vacca, percussionista-multistrumentista si è specializzato sulle tecniche esecutive di diversi strumenti etnici ed in particolare sui tamburi a cornice. Ha suonato o registrato tra gli altri, con Edoardo Bennato , Gino Paoli, Mauro Pagani, ed ha lavorato per il cinema o il teatro sotto la direzione dei compositori Ennio Morricone, Luis Bacalov e Carlo Siliotto. L’incontro con Teresa De Sio, sia su disco che live, è intenso e proficuo.
GIUSEPPE DE TRIZIO
Barese. Chitarrista e mandolinista, arrangiatore e leader del gruppo Radicanto. Compositore di colonne sonore, ha fatto parte del gruppo di Teresa in “Craj” , il progetto dedicato ai grandi “vecchi” della musica popolare pugliese.
ERMA CASTRIOTA
Di Manfredonia. Violinista dalla grande personalità, già con i pugliesi Nidi D’Arac. Teresa De Sio la vuole nel suo progetto “La Notte del dio che balla” prima e poi in “Craj”. Ha anche una sua attività solista e partecipa al Festival di Recanati, arrivando in finale.
PUCCIA
Di Cutrufiano, il paese di Uccio Aloisi. Puccia inizia da picoolissimo a suonare la fisarmonica. Oggi è con gli Apres la Classe, una band che la De Sio ama moltissimo e tra i gruppi più interessanti della nuova ondata
CARLO COSSU
Musicista del panorama romano, di recente nella formazione degli Acustimantico. Ha partecipato questa estate al tour estivo di Teresa De Sio.
VITO DE LORENZI
Leccese. Suona i tamburelli e la batteria etnica, con i tamburi a cornice invece del timpano e le tablas al posto dei tom. E’ uno dei componenti del gruppo Manigold. Con Teresa è alla sua prima esperienza, ma l’intesa è già fortissima.
UMBERTO PAPADIA
Salentino di Alessano. E’ un virtuoso delle percussioni e ha una importante attività solistica. Il suo amore è principalmente con tamburi a cornice. Tra le collaborazioni: Nando Citarella, Ambrogio Sparagna e Mike Mainieri.
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Pubblicato da festival | dicembre 11, 2004, 3:48 PM