ISCHITELLA IL LUOGO È SUBITO DIVENTATO META DI SPELEOLOGI E DI ESPERTI PROVENIENTI DA OGNI PARTE DEL PAESE
Una cavità sotterranea di 300 metri quadri, scoperta per caso, si sta rivelando uno scrigno di bellezza
FRANCO MASTROPAOLO
Non finisce mai di stupire "Monte Civita", la collinetta in territorio di Ischitella che, dopo i preziosi ritrovamenti archeologici, testimonianze di un passato che avrebbe fatto registrare, tra gli altri, anche la presenza degli Etruschi, alcuni giorni fa ha aperto un altro suo "scrigno": una grotta scoperta, per puro caso, che gli esperti intervenuti su posto hanno classificato tra le più belle che siano state mai rinvenute, almeno finora, sul Gargano.
Dicevamo della pura fatalità che ha portato alla scoperta della grotta: un cane da caccia che era caduto, accidentalmente, nella caverna, l’affannoso tentativo del proprietario di riportarlo in superficie e, alla fine, l’ingresso in un mondo fiabesco, tra stalattiti e stalagmiti a sfiorargli il viso.
L’altro ieri, nel corso del primo sopralluogo tecnico-speleologico che è stato effettuato nella cavità da parte della Federazione speleologica pugliese, insieme con il curatore del Catasto delle grotte della Puglia, è stato possibile definirne le dimensioni: circa trecento metri quadrati di caverne, uno sviluppo orizzontale di circa trenta metri, con un’altezza massima di sei-sette metri.
Si sono subito presentate spettacolari le concrezioni, con una notevole presenza di capelli d’angelo, stalattiti bianchissime molto sottili e lunghe, alcune anche più di due metri, diventate ormai rarissime sul Gargano.
Da evidenziare che il calcare delle concrezioni risulta essere pulito e quindi in diverse zone della grotta le stalattiti sono bianchissime. Nella parte centrale della camera un agglomerato di stalagmiti di discrete dimensioni fanno da altare a questo magnifico tempio della natura.
Ad accompagnare gli speleologi, il vice sindaco del centro garganico, Leonardo La Malva; con il primo cittadino, gli uomini della Brigata della guardia di finanza di Rodi Garganico e funzionari della Soprintendenza ai beni archeologici per la Puglia.
La scoperta della caverna sta suscitando notevole interesse da parte dei gruppi speleologici, tant’è che sono accorsi in tanti: dal team Archeo-speleologico "Argod", l’archeo speleo club di Rignano Garganico, il gruppo speleologico di San Giovanni Rotondo, il gruppo speleologico di Montenero di San Marco in Lamis e Paolo Giuliani, responsabile del Catasto grotte del gruppo speleologico "Dauno" di Foggia.
C’è da aspettarsi che il flusso di visitatori aumenti considerevolmente, vista la grande bellezza e, per questo, l’unicità della grotta che la natura, e soprattutto il caso, hanno inaspettatamente regalato alla fruizione di esperti e turisti della Montagna del S o l e.
Nessuno l’aveva mai vista finora FOGGIA – A volte succede come nei film: ragazzini che inseguono un cane o una palla nei boschi e rotolano in una buca, scoprendo un mondo meraviglioso. È capitato così anche a degli adolescenti del Gargano che sono entrati per la prima volta in una caverna affascinante, mai vista da occhio umano. Una grotta carsica che, forse, si è formata in migliaia e migliaia di anni.
Si trova tra Ischitella e Carpino, centri situati nel cuore del Gargano. L’«antro» millenario si apre nei pressi di un bosco di lecci e querce, estensione di 200 metri quadri, con migliaia di stalattiti, stalagmiti e colonne alte anche cinque metri.
Tutto era nato dalla ricerca di un cagnolino precipitato in un crepaccio. Dopo un salto di circa tre metri, la scoperta: all’interno sono state trovate migliaia di stalattiti e figure modellate dall’acqua e dal calcare nei millenni. Nella grotta, che è ubicata in un fondo privato, è presente un elevatissimo livello di umidità e, da un primo sopralluogo, sembra certo che nessun essere umano ci abbia mai messo piede: le stalattiti e le stalagmiti sono apparentemente intatte.
Fonte: corrieredelmezzogiorno.it


Misterioso ritrovamento avvenuto di recente presso la chiesa della Madonna delle Grazie d’Ischitella (FG). Sulle fondamenta della chiesa eretta su una collinetta lungo la provinciale Ischitella-Foce Varano, sono affiorate numerose ossa umane. La causa di tutto è molto probabilmente l’erosione, dovuta alle prolungate piogge che questo inverno hanno interessato la nostra zona, che ha rimosso il terreno superfiaciale e messo in luce ciò che si trovava sotto. Aiutandoci un po’ con le notizie storiche, cerchiamo di capire a chi possano appartenere le ossa. La Chiesa, conosciuta omunemente come Madonne delle Grazie oppure dell’Uliveto, o anche della Madonna della Consolazione per l’antichissimo quadro che raffigurava questa Madonna trafugato da ignoti qualche decennio fa, documentata sin dal 1592. Anticamente essa era custodita da un’ eremita. Ogni anno Ischitella festeggia la Madonna l’8 settembre, portando in solenne processione una copia del quadro dipinto dal pittore Ischitellano Antonio Giuva. In un primo momento si era pensato perciò che le ossa rinvenute potessero essere del cimitero della chiesa stessa. Da una attenta consultazione dei registri parrocchiali dei morti, si evince che solo un morto, un eremita della stessa chiesa, fu sepolto in essa nel 1626. Sono plausibili pertanto varie ipotesi:
1) la chiesa suddetta è molto più antica di quanto si pensi?
2) sotto la chiesa, come solitamentavviene, è presente un’altra molto più antica?
3) ci troviamo in presenza di una vere propria necropoli?
Quest’ultima possbilità sarebbe avvalorata dal ritrovamento risalente a circa cinquanta sessant’anni fa nelle vicinanze, di numerose ossa umanche vennero alla luce durante gli scavi pela costruzione dell’Acquedotto Pugliese.Misteri che affascinano e che potrebbero essere chiariti solo con uno scavo archeologico. Ma le vuote casse comunali non lo consentono.
Giuseppe Laganella