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Sondaggio/inchiesta di Ondaradio – E’ LUIGI DAMIANI IL SINDACO DELLA ‘CITTA’ GARGANO’ 2008

L’intuizione fu del compianto Filippo Fiorentino, splendido educatore, intellettuale lucido e lungimirante. La intuì da Garganico doc. E come tutte le intuizioni sono geniali perché semplici e semplici perché geniali. Che altro si può dire quando si intuisce di una “Città Gargano”? Semplice e nello stesso tempo geniale. “Il Gargano – chiosava Fiorentino – in fondo è una città dove i nostri paesi non sono altro che i suoi quartieri”.

Può sembrare un utopia, ma non lo è affatto in quanto non sarebbe certo irrealizzabile, ad esempio, un divertimentificio nel “quartiere Rodi” (perché aiutato dalla sua viabilità).  E che dire del turismo economico, congressuale alle porte del Gargano cioè nel “quartiere Manfredonia”. Poi i “quartieri residenziali” per intenderci una sorte di Nottigh Hill, Beverly Hills, Bois de Boulogne a Vieste, Peschici, Vico. La marcata tradizione a Carpino, Ischitella, il turismo lagunare di Cagnano; quello agreste di Sannicandro, senza dimenticare quello religioso di San Giovanni Rotondo o Monte Sant’Angelo. Dulcis, ma non in fundo, il mare e i bagliori delle Isole Tremiti. Eccola la “Città Gargano”, semplice e geniale, come solo qualche mente eccelsa può abbracciarla con la sua acuta immaginazione.
Gargano, una città in continuo movimento e fermento. Un sogno? Certo, fin quando si continuerà a parlare in nome e per conto del proprio campanile. Eppure a portata di mano e di bocca visto che mai come in questo periodo è tutto un  passaparola “sistema”. Lo si invoca ad ogni piè sospinto, ad ogni latitudine e longitudine del Promontorio. Si evoca e si augura la “Città Gargano”,  le categorie imprenditoriali che la auspicano strizzano l’occhio ad un altro mito: la destagionalizzazzione.
Il mercato globale bussa alla porta, impone una sterzata e, solleticandoci un po’, ci fa scoprire che un brand, un marchio unitario, un segno riassuntivo esiste ed è quello garganico.
Non si diceva fino a qualche tempo fa che la Puglia era nel Gargano? Cosa manca? Il coraggio di osare. Non possono essere solo i problemi ad accomunarci, quasi a formare solamente un minimo comune denominatore di negatività: rifiuti, sanità, viabilità, solo per citare i più eclatanti. Non possiamo continuare a sgranare gli occhi quando sentiamo parlare di “Grande Salento” e sentirci degli eterni incompiuti o figli di un Dio minore.
Può essere questa nostra economia a sospingere le lancette dell’orologio verso la sveglia della “Città Gargano?” Ipotesi azzardata, se non destituita di fondamento. Anche perché un finissimo pensatore oltre che statista come Churchill ci ammoniva, giustamente, che l’economia era troppo importante per lasciarla trattare agli economisti. E da sola l’economia non spiega nulla dei cambiamenti in atto e di quelli possibili se la stessa non si affida alla  partoriente cultura.
Come non intuirlo se si scrutano a fondo e non solamente in superficie fenomeni  come la formula della Coca Cola, dell’orologio Swatch o l’eruzione telematica di Bill Gates e della sua Microsoft o anche il motore di ricerca Google. Appaiono in forma di numeri e/o di algoritmi, ma impossibili da concepire senza il fondo di un’idea, di un approdo dello spirito di finezza (l’esprit de finesse di Pascaliana memoria) che ha poco a che spartire con la mera logica aritmetica tipica dell’economia. Ecco dunque il grimaldello, la chiave di volta. Se il nostro turismo non assume quei connotati, ahinoi, resta solo compravendita di posti letto. Ma di emozioni, intuizioni, modelli di sviluppo nulla, solo la promessa di consegnarsi ad un chissà quale viaggio sabbatico nella riflessione. Ma la modernità corre troppo veloce e di tempo per riflettere ce ne poco. Tranne per i finissimi d’ingegno come Filippo Fiorentino, garganico fino in fondo.
Ecco allora lo spunto per la proposta/provocazione fatta da Ondaradio.
Rifacendosi così a questo prestigioso méntore, nelle migliori tradizioni, quando a fine anno si tracciano i consuntivi, la redazione giornalistica di Ondaradio, ispirandosi alla sua linea editoriale racchiusa nello slogan “per le vie della Città Gargano”, ha indetto da quest’anno un sondaggio/inchiesta fra gli abitanti del Gargano.
Ad un ampio gruppo di garganici è stato chiesto di indicare quale fra i sindaci dei Comuni del Gargano nord (ovvero Vieste, Peschici, Rodi, Vico, Ischitella, Carpino, Cagnano, Sannicandro, Isole Tremiti) fosse stato percepito nel corso del 2008 come quello che meglio avesse rappresentato/operato  per una (per ora) virtuale/ideale “Città Gargano”.
Questa sorta di sondaggio/inchiesta, partito il 15 ottobre 2008 e terminato lo scorso 15 dicembre, pur non volendo avere parvenze di scientificità statistica, ha interessato una selezione di ascoltatori di Ondaradio, per un totale di 600 contatti distribuiti proporzionalmente fra le varie località (“vie della città Gargano”).
Due le domande proposte.
La prima per l’indicazione diretta del sindaco prescelto:
1) “Tra i sindaci di Vieste, Peschici, Rodi, Vico, Ischitella, Carpino, Cagnano,
      Sannicandro, Isole  Tremiti chi vedrebbe come sindaco di una “Città Gargano”
     di cui tutti i Comuni ne sono i  quartieri?”
La seconda per delineare la caratteristica peculiare che aveva portato a tale scelta:
2) “Ha scelto quel sindaco perché:
     – ha spinto di più per una “Città Gargano”              (A)
     – ha mostrato più attenzione all’identità garganica   (B)
     – si è mostrato meno campanilista                        (C)?”

Al termine del rilevazione, questi sono stati i risultati:

                                  domanda 1              domanda 2
                                                          (A)        (B)        (C)

1) Luigi Damiani                      27%            65%        24%        11%
     (Vico)

2) Peppino Calabrese            18%            27%        58%        15%
     (Isole Tremiti)

3) Costantino Squeo              14%            32%        65%          3%
     (Sannicandro)

4) Ersilia Nobile                      13%            30%        62%          8%  
     (Vieste)

5) Mimmo Vecera                    9%            28%        65%           7%
     (Peschici)  

6) Carmine D’Anelli                 7%            36%        58%           6%
     (Rodi)  

7) Nicola Tavaglione               5%            25%        68%           7%
     (Cagnano)

8) Rocco Manzo                       4%            24%        71%           5%  
     (Carpino)  

9) Pietro Colecchia                 3%            28%        62%         10%  
    (Ischitella)

Discussione

9 pensieri su “Sondaggio/inchiesta di Ondaradio – E’ LUIGI DAMIANI IL SINDACO DELLA ‘CITTA’ GARGANO’ 2008

  1. “Il Gargano in fondo è una città dove i nostri paesi non sono altro che i suoi quartieri”. Questa è l’intuizione di un cittadino appassionato del Gargano e insieme cosmopolita: Filippo Fiorentino, educatore, intellettuale lucido e lungimirante. E da questa suggestione che parte la proposta/provocazione di OndaRadio. Chi tra gli amministratori locali garganici potrebbe essere il sindaco della Città Gargano? La redazione giornalistica di OndaRadio, diretta da Ninì delli Santi, ispirandosi alla sua linea editoriale racchiusa nello slogan “per le vie della Città Gargano”, ha indetto da quest’anno un sondaggio/inchiesta fra gli abitanti del Gargano che ascoltano le frequenze della radio viestana. Ad un ampio gruppo di garganici è stato
    chiesto di indicare quale fra i sindaci dei Comuni del Gargano nord (ovvero Vieste, Peschici, Rodi, Vico, Ischitella, Carpino, Cagnano, Sannicandro, Isole Tremiti) fosse stato percepito nel corso del 2008 come quello che meglio avesse rappresentato e operato per una virtuale e per ora ancora ideale “Città Gargano. Il sondaggio è partito il 15 ottobre 2008 ed è terminato lo scorso 15 dicembre, e, pur non volendo avere parvenze di scientificità statistica, ha interessato una selezione di ascoltatori di OndaRadio, abbastanza nutrita. Più di 600 i contatti, che distribuiti proporzionalmente fra le varie località (“vie della città Gargano”) hanno risposto alle domande somministrate dall’inchiesta: chi ha spinto di più per una “Città Gargano? quale sindaco ha mostrato più attenzione all’identità garganica? E chi si è mostrato meno campanilista? Il primo cittadino più votato dagli utenti internet di OndaRadio è Luigi Damiani, che con il 27% delle preferenze si aggiudica il titolo di possibile sindaco della città allargata garganica.Al secondo posto, forse per il suo decisionismo e la forte visibilità televisiva che scaturisce dai suoi rapporti libici, il sindaco delle Tremiti Peppino Calabrese e al terzo posto a sorpresa Costantino Squeo, sindaco di Sannicandro con il 14%. Soltanto quarta Ersilia Nobile di Vieste e quinto Mimmo Vecera di Peschici che attira il 9% degli ascoltatori. Il divertimentificio nel “quartiere Rodi” (perché aiutato dalla sua viabilità); il turismo economico, congressuale alle porte del Gargano nel “quartiere Manfredonia”, i “quartieri residenziali” di Vieste, Peschici e Vico, fino alla marcata tradizione a Carpino, Ischitella e il turismo lagunare di Cagnano o quello agreste di Sannicandro e quello religioso di San Giovanni Rotondo o Monte Sant’Angelo. Dulcis, ma non in fundo, il maree i bagliori delle Isole Tremiti. E questa la teorizzazione della Città Gargano, che secondo gli ideatori del sondaggio potrebbe essere a sintesi della tanto agognata destagionalizzazione auspicata dagli imprenditori. “La cosa pubblica è una cosa pubblica e la politica oggi, anche quella locale mi disgusta- dice a l’Attacco Franco Ruggeri- non credo che l’idea di Fiorentino sia fattibile per il carattere attaccabrighe della gente garganica, che è ancorata al campanile. Quella suggestione poteva essere attuabile con l’ente Parco e la gestione di Fusulli. Allora si lavorò bene, dopo neanche il Parco è stato capace di unire i cittadini. I paesi interni vedono quelli della costa con malanimo senza considerare che tanti dell’entroterra lavorano grazie all’economia del mare. Damiani è considerato il miglior sindaco? Non saprei dire, anche a Vico li vedo arroccati, non sono aperti. Io piuttosto sponsorizzerei Matteo Fusilli: l’ho visto al lavoro e all’atto pratico ha gestito bene. E stato abbastanza concreto e non perdeva un finanziamento pubblico. Con lui si lavorava fino alle 11 di sera. C’era un fil rouge tra tutti i Comuni: io, ad esempio, pur essendo di Vieste non ho mai sponsorizzato un progetto per il mio paese. Oggi, invece, lo spirito del Parco non c’è più, è diventato un carrozzone politico. Anche il più sconosciuto dei parchi africani è di molto più avanti di noi”. Se chi ha votato per Damiani lo indica cosmopolita e sostenitore della Città Gargano, gli ascoltatori che hanno preferito Squeo lo hanno votato per la sua rivendicazione di identità. “Il sindaco di Sannicandro è da apprezzare per l’impegno antimafla- afferma Teresa Rauzino- la lettura pubblica di Gomorra è stata unica sul Gargano ed è il fulcro su cui si gioca il futuro del Gargano insieme alla questione della Sanità. Sono poche le personalità politiche che sono fuori dalla mentalità comune di affidarsi alla clientela. Purtroppo ognuno resta chiuso nel suo paese e noi restiamo sconosciuti ai più” evidenzia la Rauzino riferendosi ai gruppi e alle associazioni culturali, che aggiunge: “Manca quello sguardo lungo di Filippo Fiorentino, anche l’idea della Accademia degli eccitati viciani è svanita”. Teresa Rauzino, inoltre, evidenzia, che lo stesso sindaco Damiani, pur così lungimirante per l’evento mostra dedicato ad Andrea Pazienza, Vite Im-pazienti, non ha “trovato i fondi necessari per promuovere altre attività culturali” come le Voci di Donna della professoressa di Cagnano, Dina Crisetti o altre iniziative culturali e paesaggistiche legate ai luoghi simbolo del Gargano, come la spiaggia e il quartiere di San Menaio.

    Antonella Soccio – L’Attacco – (23/12/2008)

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    Pubblicato da festival | dicembre 25, 2008, 6:39 PM
  2. “Il Gargano in fondo è una città dove i nostri paesi non sono altro che i suoi quartieri”. Questa è l’intuizione di un cittadino appassionato del Gargano e insieme cosmopolita: Filippo Fiorentino, educatore, intellettuale lucido e lungimirante. E da questa suggestione che parte la proposta/provocazione di OndaRadio. Chi tra gli amministratori locali garganici potrebbe essere il sindaco della Città Gargano? La redazione giornalistica di OndaRadio, diretta da Ninì delli Santi, ispirandosi alla sua linea editoriale racchiusa nello slogan “per le vie della Città Gargano”, ha indetto da quest’anno un sondaggio/inchiesta fra gli abitanti del Gargano che ascoltano le frequenze della radio viestana. Ad un ampio gruppo di garganici è stato
    chiesto di indicare quale fra i sindaci dei Comuni del Gargano nord (ovvero Vieste, Peschici, Rodi, Vico, Ischitella, Carpino, Cagnano, Sannicandro, Isole Tremiti) fosse stato percepito nel corso del 2008 come quello che meglio avesse rappresentato e operato per una virtuale e per ora ancora ideale “Città Gargano. Il sondaggio è partito il 15 ottobre 2008 ed è terminato lo scorso 15 dicembre, e, pur non volendo avere parvenze di scientificità statistica, ha interessato una selezione di ascoltatori di OndaRadio, abbastanza nutrita. Più di 600 i contatti, che distribuiti proporzionalmente fra le varie località (“vie della città Gargano”) hanno risposto alle domande somministrate dall’inchiesta: chi ha spinto di più per una “Città Gargano? quale sindaco ha mostrato più attenzione all’identità garganica? E chi si è mostrato meno campanilista? Il primo cittadino più votato dagli utenti internet di OndaRadio è Luigi Damiani, che con il 27% delle preferenze si aggiudica il titolo di possibile sindaco della città allargata garganica.Al secondo posto, forse per il suo decisionismo e la forte visibilità televisiva che scaturisce dai suoi rapporti libici, il sindaco delle Tremiti Peppino Calabrese e al terzo posto a sorpresa Costantino Squeo, sindaco di Sannicandro con il 14%. Soltanto quarta Ersilia Nobile di Vieste e quinto Mimmo Vecera di Peschici che attira il 9% degli ascoltatori. Il divertimentificio nel “quartiere Rodi” (perché aiutato dalla sua viabilità); il turismo economico, congressuale alle porte del Gargano nel “quartiere Manfredonia”, i “quartieri residenziali” di Vieste, Peschici e Vico, fino alla marcata tradizione a Carpino, Ischitella e il turismo lagunare di Cagnano o quello agreste di Sannicandro e quello religioso di San Giovanni Rotondo o Monte Sant’Angelo. Dulcis, ma non in fundo, il maree i bagliori delle Isole Tremiti. E questa la teorizzazione della Città Gargano, che secondo gli ideatori del sondaggio potrebbe essere a sintesi della tanto agognata destagionalizzazione auspicata dagli imprenditori. “La cosa pubblica è una cosa pubblica e la politica oggi, anche quella locale mi disgusta- dice a l’Attacco Franco Ruggeri- non credo che l’idea di Fiorentino sia fattibile per il carattere attaccabrighe della gente garganica, che è ancorata al campanile. Quella suggestione poteva essere attuabile con l’ente Parco e la gestione di Fusulli. Allora si lavorò bene, dopo neanche il Parco è stato capace di unire i cittadini. I paesi interni vedono quelli della costa con malanimo senza considerare che tanti dell’entroterra lavorano grazie all’economia del mare. Damiani è considerato il miglior sindaco? Non saprei dire, anche a Vico li vedo arroccati, non sono aperti. Io piuttosto sponsorizzerei Matteo Fusilli: l’ho visto al lavoro e all’atto pratico ha gestito bene. E stato abbastanza concreto e non perdeva un finanziamento pubblico. Con lui si lavorava fino alle 11 di sera. C’era un fil rouge tra tutti i Comuni: io, ad esempio, pur essendo di Vieste non ho mai sponsorizzato un progetto per il mio paese. Oggi, invece, lo spirito del Parco non c’è più, è diventato un carrozzone politico. Anche il più sconosciuto dei parchi africani è di molto più avanti di noi”. Se chi ha votato per Damiani lo indica cosmopolita e sostenitore della Città Gargano, gli ascoltatori che hanno preferito Squeo lo hanno votato per la sua rivendicazione di identità. “Il sindaco di Sannicandro è da apprezzare per l’impegno antimafla- afferma Teresa Rauzino- la lettura pubblica di Gomorra è stata unica sul Gargano ed è il fulcro su cui si gioca il futuro del Gargano insieme alla questione della Sanità. Sono poche le personalità politiche che sono fuori dalla mentalità comune di affidarsi alla clientela. Purtroppo ognuno resta chiuso nel suo paese e noi restiamo sconosciuti ai più” evidenzia la Rauzino riferendosi ai gruppi e alle associazioni culturali, che aggiunge: “Manca quello sguardo lungo di Filippo Fiorentino, anche l’idea della Accademia degli eccitati viciani è svanita”. Teresa Rauzino, inoltre, evidenzia, che lo stesso sindaco Damiani, pur così lungimirante per l’evento mostra dedicato ad Andrea Pazienza, Vite Im-pazienti, non ha “trovato i fondi necessari per promuovere altre attività culturali” come le Voci di Donna della professoressa di Cagnano, Dina Crisetti o altre iniziative culturali e paesaggistiche legate ai luoghi simbolo del Gargano, come la spiaggia e il quartiere di San Menaio.

    Antonella Soccio – L’Attacco – (23/12/2008)

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    Pubblicato da festival | dicembre 25, 2008, 6:39 PM
  3. Le parole di Filippo Fiorentino, “Il Gargano in fondo è una città dove i nostri paesi non sono altro che i quartieri”, portano alla mente per scivolare subito nell’anima, il ricordo di una grande personalità racchiusa nella veste di un intellettuale vero, di un uomo schivo e riservato, forse perché più di ogni altro consapevole che del suo “Gargano segreto” si stavano consumando le coste, il mare, le montagne, i boschi, i paesaggi, oltre che le molteplici identità culturali.
    Oggi, ci si chiede quale dei sindaci dei comuni del Gargano Nord abbia meglio operato lunga la via maestra indicata da Filippo Fiorentino. Certo, per affinità ideale e culturale, anch’io concordo con i risultati del sondaggio di OndaRadio.

    Ma, la domanda che mi viene spontanea e ricorrente alla mente, percorrendo i meandri infiniti dell’inconscio, da quando la giovane e brava giornalista Antonella Soccio mi ha chiesto un parere, è un’altra: “ Chi, nella politica e nelle istituzioni garganiche, ha operato nel senso contrario alla strada indicata da Filippo Fiorentino?”
    Si dirà che la domanda è retorica, vuota e priva di valenza, ambigua nella sua formulazione. Forse, ma non ne sono pienamente convinto.
    Solo qualche mese fa, Teresa Maria Rauzino, lanciava solitaria l’allarme che il sogno di Filippo Fiorentino di un Parco Letterario del Gargano, già varato con un progetto dalla Comunità Montana del Gargano e dalle Fondazioni “Ippolito Nievo” e “Pasquale Soccio”, si era infranto, vittima dell’insensibilità burocratica e di una fredda e lucida indeterminazione politica.
    Il Parco Letterario del Gargano, presentato in una memorabile serata a Vico del Gargano da Filippo Fiorentino, presente Sergio Zavoli, che doveva attivare i nuovi itinerari della storia, della religione, della cultura, i sentieri dell’anima e del gusto, per ammaliare il viandante colto, attratto dalla letteratura e dall’archeologia, dalla botanica e dall’entomologia, dal sapore dell’olio e dal profumo delle zagare, dallo spirito dei luoghi in stagioni non sospette, volano della destagionalizzazione al di fuori della semplice e scontata attrattiva agostana, rimaneva utopia.
    La riflessione quotidiana, fatta anche l’altro giorno leggendo la prima pagina de “l’Attacco”, e che riguarda gli strumenti da mettere in campo e le strategie sociali e culturali da attivare per evitare che il nostro patrimonio naturale, artistico e storico venga ulteriormente e irrimediabilmente compromesso, mi parla di istituzioni deboli con i forti e forti con i deboli, di partiti in mano ad oligarchie e potentati nuovi e vecchi, organizzati e gestiti in maniera tale da rendere impossibile affrontare la immensa, e mai risolta, “questione morale” che li investe come un ciclone, rassegnando la storia dei luoghi e delle città ad un futuro incerto e precario.
    Partiti in cui la resistenza umana e intellettuale delle minoranze che ricercano, chiedono e rivendicano la risoluzione delle problematiche che riguardano il “bene comune” è messa sempre più a dura prova.
    Partiti e istituzioni che non selezionano le parole giuste destinate a operare fatti e che non si curano di chiudere il cerchio tra parole e fatti allargandolo alla partecipazione e al coinvolgimento attivo di cittadini e associazioni.
    Partiti e istituzioni dalle decisioni spesso subite, non aderenti alla realtà, non condivise e sicuramente non efficaci.
    Emblematico il caso di “Chiancamasitto” a Monte S. Angelo, tentativo legalizzato seppur maldestro di cancellazione di un luogo della memoria dei montanari, quasi a voler dimenticare la storia, negare le tradizioni, umiliare la natura, ferire il paesaggio, quasi a voler sfidare il creato che è nella storia, nella tradizione, dove si rispetta l’uomo e il suo ambiente.
    Un rischio per il patrimonio culturale dell’umanità che il gruppo associativo montanaro di Legambiente, Arci e “Diario Montanaro” ha saputo limitare, coinvolgendo cultura e associazionismo dell’intero Gargano, costringendo finalmente istituzioni e partiti, la sera del 17 dicembre al Museo Tancredi, ad un processo partecipativo ed informativo prima negato. Una serata da sogno in cui ha vinto la democrazia partecipativa, un incontro che può fare scuola di come, unendo le forse della cultura autentica, dell’associazionismo vero, dell’informazione libera, si possano difendere le peculiarità dell’intero territorio garganico, sottraendole a speculazioni affaristiche ed interessi privatistici.
    Sono convinto che anche questo è stato un sogno non realizzato da Filippo Fiorentino, un sogno per il quale vale la pena di impegnarsi anche per onorare il Suo impegno, sicuramente per rispettare la Sua memoria.

    Michele Eugenio Di Carlo

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    Pubblicato da festival | dicembre 25, 2008, 6:40 PM
  4. Il sondaggio di OndaRadio ha provocato gli ambienti istituzionali e ha fatto discutere. Il punteggio totalizzato dal, sindaco di Vico del Gargano Luigi Damiani( il 27%) lo ha posto in cima alle preferenze degli ascoltatori della radio viestana. L’alto gradimento dei frequentatori del sito nei confronti di Damiani ha “infastidito” più di un amministratore a Vieste e in tutta . .. la Montagna del Sole. Non tutti sono concordi nel ritenere il maggior animatore della scorsa estate vichese, Pentotal, l’alter ego giovanile di Andrea Pazienza, adatto ad interpretare il ruolo di primo cittadino della ideale Città Gargano. E perché il professor Filippo Fiorentino – l’autore della suggestione di un’unica città garganica con i paesi per quartieri, non ha eredi e perché il sondaggio potrebbe essere viziato da voti dettati da antagonismo politico o al contrario da campanilismo. Questo ultimo dubbio, però, non parrebbe fondato. Ninì delli Santi direttore di OndaRadio evidenzia, infatti, alla nostra testata, una curiosità. “ Non tutti gli ascoltatori, cittadini dei paesi indicati nel sondaggio, ha votato per il proprio sindaco. Anzi, una buona percentuale si sono dimostrati un po’critici. Soprattutto quelli della costa, da cui provengono la maggior parte dei voti raccolti da Damiani. Il suo risultato era abbastanza scontato. E chiaro: lui ha avuto una sovra esposizione mediatica questa estate per via della mostra”. Dunque gli ascoltatori della costa vedrebbero bene Luigi Damiani alla guida di un’ipotetica città Gargano. Come sottolinea il direttore di OndaRadio, però, l’inchiesta vuole suggerire altro, non si ferma ad un mero consenso amministrativo.
    Nel suo editoriale, che è fruibile sul sito, Ninì delli Santi scrive: “Gargano, una città in continuo movimento e fermento. Un sogno? Certo, fin quando si continuerà’ a parlare in nome e per conto del proprio campanile. Eppure a portata di mano e di bocca, visto che mai come in questo periodo è tutto un passaparola “sistema”. Lo si invoca ad ogni piè sospinto, ad ogni latitudine e longitudine del Promontorio. Si evoca e si augura la “Città Gargano”, le categorie imprenditoriali che la auspicano strizzano l’occhio ad un altro mito: la destagionalizzazzione. Il mercato globale bussa alla porta, impone una sterzata e, solleticandoci un po’, ci fa scoprire che un brand, un marchio unitario, un segno riassuntivo esiste ed è quello garganico. Non si diceva fino a qualche tempo fa che la Puglia era nel Gargano? Cosa manca? Il coraggio di osare. Non possono essere solo i problemi ad accomunarci, quasi a formare solamente un minimo comune denominatore di negatività: rifiuti, sanità, viabilità, solo per citare i più eclatanti. Non possiamo continuare a sgranare gli occhi quando sentiamo parlare di “Grande Salento” e sentirci degli eterni incompiuti o figli di un Dio minore”.
    L’analisi del direttore della radio garganica continua con degli interrogativi precisi. “Può essere questa nostra economia a sospingere le lancette dell’orologio verso la
    sveglia della “Città Gargano?” Ipotesi azzardata, se non destituita di fondamento Anche perché un finissimo pensatore oltre che statista come Churchill ci ammoniva, giustamente, che l’economia era troppo importante per lasciarla trattare agli economisti. E da sola l’economia non spiega nulla dei cambiamenti in atto e di quelli possibili se la stessa non si affida alla partoriente cultura Come non intuirlo se si scrutano a fondo e non solamente in superficie fenomeni come la formula della Coca Cola, dell’orologio Swatch o l’eruzione telematica di Bill Gates e della sua Microsoft o anche il motore di ricerca Google. Appaiono in forma di numeri e/o di algoritmi, ma impossibili da concepire senza il fondo di un’idea, di un approdo dello spirito di finezza (l’esprit de finesse di Pascaliana memoria) che ha poco a che spartire con la mera logica aritmetica tipica dell’economia. Ecco dunque il grimaldello, la chiave di volta. Se il nostro turismo non assume quei connotati, ahinoi, resta solo compravendita di posti letto. Ma di emozioni, intuizioni, modelli di sviluppo nulla, solo la promessa di consegnarsi ad un chissà quale viaggio sabbatico nella riflessione”. Questa visione è confermata da alcuni intellettuali garganici, dalla professoressa Dina Crisetti al professor Matteo Siena.
    “L’ottica partitica e l’economia non fanno crescere, occorre unire le forze e guardare oltre alle fisime, ai ricatti e alle rivendicazioni” dichiara la professoressa Crisetti, cui fa eco Siena, il quale spende anche delle parole a difesa del sindaco di Vieste. “Le opposizioni invece di collaborare cercano sempre di ostacolare. Ersilia – Nobile ad esempio, che non ha mai navigato in politica e merita di essere confortata e aiutata. Ogni volta che lascia il suo lavoro di medico per andare a Bari da Nichi Vendola dimostra di avere cura del paese”.
    Antonella Soccio – L’Attacco – (24/12/2008)

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    Pubblicato da festival | dicembre 25, 2008, 6:40 PM
  5. “Quando terribile può essere la conoscenza della verità, quando la verità non è di nessun aiuto”…lascia dire Sofocle nel Suo Edipo re.

    Con il nostro sondaggio/provocazione, sicuramente più provocazione, volevamo solo ed esclusivamente porre la questione : “se finalmente non sia giunto il momento d’iniziare concretamente a “ragionare” insieme con al centro il nostro Gargano. Tutto qui. Invece, come succede, oramai spesso si alzano ad arte polveroni per sviare le problematiche. E così “…quando terribile può essere la conoscenza della verità (ancora troppi i campanili e soprattutto i personalismi), il sapere di questo nostro malessere, questa verità, non ci aiuta. E invece, se so di aver il raffreddore, sarà più facile curarmi con un’aspirina? Se so che da solo non ce la faccio, non mi ascoltano, non è meglio unire le forze? L’intelligenza non è non commettere l’errore, ma scoprire subito il modo di trarne profitto. Cari amici sindaci.
    Non era nostra intenzione stilare graduatorie di “merito amministrativo”. Piuttosto avere un appiglio per sollecitare l’inizio della discussione. Non continuare a piangerci addosso specie quando il nostro territorio rivendica la sua giusta rappresentanza nelle sedi opportune. Perché questi sono i fatti. O no? E’ a questi fatti che bisogna rispondere. Noi seguiremo i consigli dei nostri radioascoltatori: insistere. Organizzeremo dopo le festività un incontro con tutti i sindaci del nostro Gargano. Non comprendere che questo nostro Gargano ha assolutamente bisogno di parlarsi… è davvero assurdo. Il resto è solo fuffa.
    Ninì delli Santi

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    Pubblicato da festival | dicembre 25, 2008, 6:40 PM
  6. Le parole di Filippo Fiorentino, “Il Gargano in fondo è una città dove i nostri paesi non sono altro che i quartieri”, portano alla mente per scivolare subito nell’anima, il ricordo di una grande personalità racchiusa nella veste di un intellettuale vero, di un uomo schivo e riservato, forse perché più di ogni altro consapevole che del suo “Gargano segreto” si stavano consumando le coste, il mare, le montagne, i boschi, i paesaggi, oltre che le molteplici identità culturali.
    Oggi, ci si chiede quale dei sindaci dei comuni del Gargano Nord abbia meglio operato lunga la via maestra indicata da Filippo Fiorentino. Certo, per affinità ideale e culturale, anch’io concordo con i risultati del sondaggio di OndaRadio.

    Ma, la domanda che mi viene spontanea e ricorrente alla mente, percorrendo i meandri infiniti dell’inconscio, da quando la giovane e brava giornalista Antonella Soccio mi ha chiesto un parere, è un’altra: “ Chi, nella politica e nelle istituzioni garganiche, ha operato nel senso contrario alla strada indicata da Filippo Fiorentino?”
    Si dirà che la domanda è retorica, vuota e priva di valenza, ambigua nella sua formulazione. Forse, ma non ne sono pienamente convinto.
    Solo qualche mese fa, Teresa Maria Rauzino, lanciava solitaria l’allarme che il sogno di Filippo Fiorentino di un Parco Letterario del Gargano, già varato con un progetto dalla Comunità Montana del Gargano e dalle Fondazioni “Ippolito Nievo” e “Pasquale Soccio”, si era infranto, vittima dell’insensibilità burocratica e di una fredda e lucida indeterminazione politica.
    Il Parco Letterario del Gargano, presentato in una memorabile serata a Vico del Gargano da Filippo Fiorentino, presente Sergio Zavoli, che doveva attivare i nuovi itinerari della storia, della religione, della cultura, i sentieri dell’anima e del gusto, per ammaliare il viandante colto, attratto dalla letteratura e dall’archeologia, dalla botanica e dall’entomologia, dal sapore dell’olio e dal profumo delle zagare, dallo spirito dei luoghi in stagioni non sospette, volano della destagionalizzazione al di fuori della semplice e scontata attrattiva agostana, rimaneva utopia.
    La riflessione quotidiana, fatta anche l’altro giorno leggendo la prima pagina de “l’Attacco”, e che riguarda gli strumenti da mettere in campo e le strategie sociali e culturali da attivare per evitare che il nostro patrimonio naturale, artistico e storico venga ulteriormente e irrimediabilmente compromesso, mi parla di istituzioni deboli con i forti e forti con i deboli, di partiti in mano ad oligarchie e potentati nuovi e vecchi, organizzati e gestiti in maniera tale da rendere impossibile affrontare la immensa, e mai risolta, “questione morale” che li investe come un ciclone, rassegnando la storia dei luoghi e delle città ad un futuro incerto e precario.
    Partiti in cui la resistenza umana e intellettuale delle minoranze che ricercano, chiedono e rivendicano la risoluzione delle problematiche che riguardano il “bene comune” è messa sempre più a dura prova.
    Partiti e istituzioni che non selezionano le parole giuste destinate a operare fatti e che non si curano di chiudere il cerchio tra parole e fatti allargandolo alla partecipazione e al coinvolgimento attivo di cittadini e associazioni.
    Partiti e istituzioni dalle decisioni spesso subite, non aderenti alla realtà, non condivise e sicuramente non efficaci.
    Emblematico il caso di “Chiancamasitto” a Monte S. Angelo, tentativo legalizzato seppur maldestro di cancellazione di un luogo della memoria dei montanari, quasi a voler dimenticare la storia, negare le tradizioni, umiliare la natura, ferire il paesaggio, quasi a voler sfidare il creato che è nella storia, nella tradizione, dove si rispetta l’uomo e il suo ambiente.
    Un rischio per il patrimonio culturale dell’umanità che il gruppo associativo montanaro di Legambiente, Arci e “Diario Montanaro” ha saputo limitare, coinvolgendo cultura e associazionismo dell’intero Gargano, costringendo finalmente istituzioni e partiti, la sera del 17 dicembre al Museo Tancredi, ad un processo partecipativo ed informativo prima negato. Una serata da sogno in cui ha vinto la democrazia partecipativa, un incontro che può fare scuola di come, unendo le forse della cultura autentica, dell’associazionismo vero, dell’informazione libera, si possano difendere le peculiarità dell’intero territorio garganico, sottraendole a speculazioni affaristiche ed interessi privatistici.
    Sono convinto che anche questo è stato un sogno non realizzato da Filippo Fiorentino, un sogno per il quale vale la pena di impegnarsi anche per onorare il Suo impegno, sicuramente per rispettare la Sua memoria.

    Michele Eugenio Di Carlo

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    Pubblicato da festival | dicembre 25, 2008, 6:40 PM
  7. Il sondaggio di OndaRadio ha provocato gli ambienti istituzionali e ha fatto discutere. Il punteggio totalizzato dal, sindaco di Vico del Gargano Luigi Damiani( il 27%) lo ha posto in cima alle preferenze degli ascoltatori della radio viestana. L’alto gradimento dei frequentatori del sito nei confronti di Damiani ha “infastidito” più di un amministratore a Vieste e in tutta . .. la Montagna del Sole. Non tutti sono concordi nel ritenere il maggior animatore della scorsa estate vichese, Pentotal, l’alter ego giovanile di Andrea Pazienza, adatto ad interpretare il ruolo di primo cittadino della ideale Città Gargano. E perché il professor Filippo Fiorentino – l’autore della suggestione di un’unica città garganica con i paesi per quartieri, non ha eredi e perché il sondaggio potrebbe essere viziato da voti dettati da antagonismo politico o al contrario da campanilismo. Questo ultimo dubbio, però, non parrebbe fondato. Ninì delli Santi direttore di OndaRadio evidenzia, infatti, alla nostra testata, una curiosità. “ Non tutti gli ascoltatori, cittadini dei paesi indicati nel sondaggio, ha votato per il proprio sindaco. Anzi, una buona percentuale si sono dimostrati un po’critici. Soprattutto quelli della costa, da cui provengono la maggior parte dei voti raccolti da Damiani. Il suo risultato era abbastanza scontato. E chiaro: lui ha avuto una sovra esposizione mediatica questa estate per via della mostra”. Dunque gli ascoltatori della costa vedrebbero bene Luigi Damiani alla guida di un’ipotetica città Gargano. Come sottolinea il direttore di OndaRadio, però, l’inchiesta vuole suggerire altro, non si ferma ad un mero consenso amministrativo.
    Nel suo editoriale, che è fruibile sul sito, Ninì delli Santi scrive: “Gargano, una città in continuo movimento e fermento. Un sogno? Certo, fin quando si continuerà’ a parlare in nome e per conto del proprio campanile. Eppure a portata di mano e di bocca, visto che mai come in questo periodo è tutto un passaparola “sistema”. Lo si invoca ad ogni piè sospinto, ad ogni latitudine e longitudine del Promontorio. Si evoca e si augura la “Città Gargano”, le categorie imprenditoriali che la auspicano strizzano l’occhio ad un altro mito: la destagionalizzazzione. Il mercato globale bussa alla porta, impone una sterzata e, solleticandoci un po’, ci fa scoprire che un brand, un marchio unitario, un segno riassuntivo esiste ed è quello garganico. Non si diceva fino a qualche tempo fa che la Puglia era nel Gargano? Cosa manca? Il coraggio di osare. Non possono essere solo i problemi ad accomunarci, quasi a formare solamente un minimo comune denominatore di negatività: rifiuti, sanità, viabilità, solo per citare i più eclatanti. Non possiamo continuare a sgranare gli occhi quando sentiamo parlare di “Grande Salento” e sentirci degli eterni incompiuti o figli di un Dio minore”.
    L’analisi del direttore della radio garganica continua con degli interrogativi precisi. “Può essere questa nostra economia a sospingere le lancette dell’orologio verso la
    sveglia della “Città Gargano?” Ipotesi azzardata, se non destituita di fondamento Anche perché un finissimo pensatore oltre che statista come Churchill ci ammoniva, giustamente, che l’economia era troppo importante per lasciarla trattare agli economisti. E da sola l’economia non spiega nulla dei cambiamenti in atto e di quelli possibili se la stessa non si affida alla partoriente cultura Come non intuirlo se si scrutano a fondo e non solamente in superficie fenomeni come la formula della Coca Cola, dell’orologio Swatch o l’eruzione telematica di Bill Gates e della sua Microsoft o anche il motore di ricerca Google. Appaiono in forma di numeri e/o di algoritmi, ma impossibili da concepire senza il fondo di un’idea, di un approdo dello spirito di finezza (l’esprit de finesse di Pascaliana memoria) che ha poco a che spartire con la mera logica aritmetica tipica dell’economia. Ecco dunque il grimaldello, la chiave di volta. Se il nostro turismo non assume quei connotati, ahinoi, resta solo compravendita di posti letto. Ma di emozioni, intuizioni, modelli di sviluppo nulla, solo la promessa di consegnarsi ad un chissà quale viaggio sabbatico nella riflessione”. Questa visione è confermata da alcuni intellettuali garganici, dalla professoressa Dina Crisetti al professor Matteo Siena.
    “L’ottica partitica e l’economia non fanno crescere, occorre unire le forze e guardare oltre alle fisime, ai ricatti e alle rivendicazioni” dichiara la professoressa Crisetti, cui fa eco Siena, il quale spende anche delle parole a difesa del sindaco di Vieste. “Le opposizioni invece di collaborare cercano sempre di ostacolare. Ersilia – Nobile ad esempio, che non ha mai navigato in politica e merita di essere confortata e aiutata. Ogni volta che lascia il suo lavoro di medico per andare a Bari da Nichi Vendola dimostra di avere cura del paese”.
    Antonella Soccio – L’Attacco – (24/12/2008)

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    Pubblicato da festival | dicembre 25, 2008, 6:40 PM
  8. “Quando terribile può essere la conoscenza della verità, quando la verità non è di nessun aiuto”…lascia dire Sofocle nel Suo Edipo re.

    Con il nostro sondaggio/provocazione, sicuramente più provocazione, volevamo solo ed esclusivamente porre la questione : “se finalmente non sia giunto il momento d’iniziare concretamente a “ragionare” insieme con al centro il nostro Gargano. Tutto qui. Invece, come succede, oramai spesso si alzano ad arte polveroni per sviare le problematiche. E così “…quando terribile può essere la conoscenza della verità (ancora troppi i campanili e soprattutto i personalismi), il sapere di questo nostro malessere, questa verità, non ci aiuta. E invece, se so di aver il raffreddore, sarà più facile curarmi con un’aspirina? Se so che da solo non ce la faccio, non mi ascoltano, non è meglio unire le forze? L’intelligenza non è non commettere l’errore, ma scoprire subito il modo di trarne profitto. Cari amici sindaci.
    Non era nostra intenzione stilare graduatorie di “merito amministrativo”. Piuttosto avere un appiglio per sollecitare l’inizio della discussione. Non continuare a piangerci addosso specie quando il nostro territorio rivendica la sua giusta rappresentanza nelle sedi opportune. Perché questi sono i fatti. O no? E’ a questi fatti che bisogna rispondere. Noi seguiremo i consigli dei nostri radioascoltatori: insistere. Organizzeremo dopo le festività un incontro con tutti i sindaci del nostro Gargano. Non comprendere che questo nostro Gargano ha assolutamente bisogno di parlarsi… è davvero assurdo. Il resto è solo fuffa.
    Ninì delli Santi

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    Pubblicato da festival | dicembre 25, 2008, 6:40 PM
  9. Il sindaco Peppino Calabrese, è privo di cultura ed è solo un provocatore, che tira fuori solo idee di poco conto!Le isole sono una pattumiera a cielo aperto, mal ridotte dalla cattiva e pessima gestione del suo sindaco.E’ ora che si dimetta…

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    Pubblicato da utente anonimo | luglio 3, 2009, 5:41 am

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